Smart working, proroga solo per i fragili. Stop per i genitori di figli minori: ma c'è la scappatoia
I lavoratori con patologie potranno lavorare da casa almeno fino al 30 settembre. Gli altri dal primo luglio tornano in ufficio. Si potrà però stipulare un accordo aziendale: ecco come si fa
Si stringe il cerchio intorno al lavoro agile per i lavoratori fragili. Posto che a rimanere fuori saranno con ogni probabilità i lavoratori dipendenti con figli con meno di 14 anni, la paventata proroga per entrambe le categorie è sul viale del tramonto lasciando spazio a scadenze differite solo per le persone con particolari patologie. A prevalere, sembra ormai chiaro, sarà un emendamento della Lega presentato sul decreto Lavoro all'esame della commissione Affari sociali del Senato che consentirà la proroga - ma solo fino al 30 settembre o al massimo al 31 dicembre - per i lavoratori fragili. L'obiettivo del governo è quello di scongiurare uno stanziamento di risorse straordinarie per la nomina di docenti supplenti per le scuole con insegnanti malati di tumore, o con altre patologie che richiedono terapie salvavita. Coloro cioè - e non riguarda solo di insegnanti - che dall'inizio della pandemia hanno potuto stare a casa, nonostante la propria mansione non possa essere svolta da remoto.
Gli emendamenti dell'opposizione con la proroga del lavoro agile per tutti fino al 31 dicembre quindi non passeranno. Con grande rammarico dell'esponente del M5S, Orfeo Mazzella (M5S), citato da Repubblica, che insieme agli altri esponenti dell'opposizione (Susanna Camusso e Annamaria Furlan del Pd, Dafne Musolino delle Autonomie e Tito Magni di Alleanza Verdi-Sinistra), ha presentato un testo di modifica che chiedeva, oltre alla proroga almeno per i fragili fino a dicembre, l'equiparazione delle assenze al ricovero ospedaliero, restando cioè nell'alveo del "periodo di comporto" ovvero il numero di giorni di malattia oltre il quale c'è il licenziamento. Si parla, per capire meglio, di tutti coloro che a causa di patologie particolari per il contatto con le altre persone e quindi con possibili virus e infezioni, recandosi nel posto di lavoro, mettono a rischio la loro vita. Ma su questa strada la maggioranza non segue.
Niente lavoro agile per i genitori di minori
Se per costoro la proroga del lavoro agile andrà comunque al 30 settembre - ma come detto non è ancora escluso al 31 dicembre - non così per i genitori di figli minori di 14 anni per il quali la scadenza del 30 giugno sembra ineluttabile. Il motivo è semplice: per continuare a tenere a casa questi particolari dipendenti sarebbero serviti 30 milioni di euro che, evidentemente, il governo non vuole spendere. Anche se, come detto dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, in un'intervista al Messaggero, pregiudizi verso l'attività da casa non ce ne sono. "Ho sempre sostenuto che il lavoro agile rappresenti un importante strumento e non vedo perché non possa essere in grado di funzionare anche nella Pa", ha detto, aggiungendo che per evitare "il racconto del lavoro agile come una sorta di semi-vacanza, serve una vera e propria rivoluzione culturale, oltre che organizzativa, in grado di rendere lo smart working pienamente efficace, per non pregiudicare i servizi erogati a cittadini e imprese".
Lavoro agile sono in singoli casi: come fare
Insomma niente pregiudizi a una disciplina dell'istituto che del resto in molte realtà industriali si sta già facendo spazio attraverso accordi aziendali. Fino a che la politica non riuscirà a normare la questione, resta la possibilità assegnata dalle norme ai singoli lavoratori. I quali possono stipulare un accordo individuale con l'azienda per ottenere il lavoro agile in casi di necessità. Come funziona?
L'accordo esclusivo tra lavoratore e datore di lavoro è disciplinato dalla legge 81/2017 e dal Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile per il quale, se l'iniziativa dovesse essre del lavoratore, piuttosto che del datore di lavoro, la richiesta deve essere avanzata formalmente dal dipendente adducendo la motivazione e, se richiesta, la prova dello stato di necessità. Il datore di lavoro potrà quindi concederlo per un periodo prestabilito e alle condizioni pattuite nell'accordo.