Conflitto di interessi scoperto da Report: dopo le "pressioni" di Fdi, si dimette il capo gabinetto della Cultura
Il ministro Giuli: "Contro Spano clima di mostrificazione". Insulti omofobi nella chat del partito della premier prima delle dimissioni. Ma il passo indietro sarebbe collegato con l'inchiesta del programma di Ranucci che andrà in onda domenica

Non c'è pace per la maggioranza dopo l'annuncio di Report di nuove rivelazioni sull'avvicendamento al ministero della Cultura e in particolare sulla staffetta tra il capo di gabinetto dell'ex ministro Gennaro Sangiuliano, Francesco Gilioli, e il nuovo responsabile portato dal neo ministro Alessandro Giuli, Francesco Spano. Il Fatto quotidiano lo aveva ipotizzato, parlando di pressioni da parte di Fdi, e alla fine le dimissioni sono arrivate. "Vi do una notizia: l'apparenza inganna", ha risposto il ministro in maniera molto sintetica, ai giornalisti che lo incalzavano su questa ricostruzione, mentre arrivava alla Camera per il question time. Subito dopo l'intervento alla Camera, il ministro si è recato a Palazzo chigi per un incontro con Meloni.
L'ipotesi: pressioni politiche in vista di Report
Il passo indietro sarebbe dovuto alle pressioni politiche degli ultimi giorni dopo che il conduttore di Report Sigfrido Ranucci ha annunciato che domenica sera trasmetterà un servizio su "due nuovi" casi Boccia al ministero della Cultura. Secondo il quotidiano, la decisione di dimettersi sarebbe avvenuta insieme a Giuli e ne sarebbe stata informata anche la premier Meloni. Più tardi, Report pubblica un'anticipazione della puntata del 27 ottobre, scrivendo su Facebook che Report "ha scoperto un importante conflitto di interesse all’interno della Fondazione Maxxi, ancora oggi formalmente presieduto da Giuli. Mentre Francesco Spano era segretario generale del Museo - scrive la redazione -, il suo compagno Marco Carnabuci risultava consulente legale del Maxxi, ricoprendo il ruolo di responsabile dei dati personali. Lunedì scorso ne avevamo chiesto conto al Maxxi e oggi sono arrivate le sue dimissioni".
La lettera di dimissioni di Spano
"Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante", ha scritto Spano nella lettera di dimissioni indirizzata al ministro della Cultura. Ed è quindi "nell'esclusivo interesse dell'Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerle la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione", ha scritto ancora l'ex capo di gabinetto, rimasto in carica appena dieci giorni.
Giuli: "Sottoposto a un barbarico clima di mostrificazione"
"Con grande rammarico, dopo averle più volte respinte, ricevo e accolgo le dimissioni del Capo di Gabinetto, Francesco Spano. A lui - ha detto il ministro della Cultura che aveva già lavorato con Spano quanto era direttore del Maxxi - va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana dimostrate in diversi contesti, ivi compreso il ministero della Cultura".
"Nella chat di Fdi insulti a Spano"
Intanto sempre il Fatto ha svelato una chat di FdI in cui sarebbero apparsi insulti al capo di gabinetto (definito "pederasta") per i suoi orientamenti sessuali e per le sue posizioni sui temi Lgbtq+. Spano era infatti finito nel mirino della destra e anche dell'associazione Pro Vita & Famiglia per essere stato accusato di aver finanziato, quando era direttore dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar), un'associazione Lgbtq, Anddos, accusata di favorire la prostituzione nei propri circoli.
Il messaggio con attacco omofobo dell'esponente FdI è però diventato un caso e l'autore, il coordinatore locale Fabrizio Busnengo, sarebbe stato rimosso dalla chat e si sarebbe dimesso dall'incarico.