Lo sgarbo di Salvini a Bossi: stop agli autisti-accompagnatori. Lui replica: "Sacrificio necessario"
Il segretario della Lega, intervistato dal Fatto Quotidiano, spiega che le casse del partito sono vuote e che i tagli erano inevitabli. "Non abbiamo un euro, siamo in bolletta"
"Tagliare l'autista a Bossi? Un sacrificio necessario. Non abbiamo un euro, siamo in bolletta". Così Salvini, in un'intervista sul Fatto Quotidiano, conferma le indiscrezioni filtrate dopo lo sfogo dell'ex senatore Giuseppe Leoni, fedelissimo dell'Umberto, che davanti ai cronisti aveva sbottato, due giorni fa, spiegando che il Senatùr non avrebbe partecipato ai lavori di Montecitorio nè sarebbe andato negli studi di Cartabianca a Rai Tre, a causa della sospensione dei due accompagnatori che a turno, ogni settimana, lo portavano a Roma aiutandolo, dopo l’ictus del 2004, a prendere parte ai lavori parlamentari. "Questo è un altro dispetto nei suoi riguardi da parte dei vertici del partito. Però attenzione- aveva attaccato Leone- perché una buona fetta di militanti, ancora legati all’Umberto, potrebbero arrabbiarsi e decidere di scappare dalla Lega, andarsene coi nuovi movimenti autonomisti. Per esempio, il Grande Nord. Perciò, lo dico a Giorgetti e Salvini: aiutiamo Bossi a fare il deputato".
Nell'intervista al Fatto, Salvini non ha aggiunto altro, evitando di ravvivare il fuoco della polemica. Al cronista che tirava in ballo il suo conto corrente personale ha risposto, laconico: "Vivo in un monolocale".