I retroscena della guerra nel Movimento: lo scontro fra i 5 stelle con il più grillino dei contiani e il più contiano dei grillini
Grillo voterà per il MoVimento di Conte? E, soprattutto, come voteranno gli elettori che lo portarono ad essere il primo partito della Liguria e a vincere i collegi uninominali di Genova contro centrodestra e centrosinistra? Dalla risposta a queste domande si saprà chi vince le regionali liguri.
Quando Giuseppe Piero Grillo detto Beppe, fondatore, cuore e anima che ha portato il MoVimento Cinque Stelle ad essere il primo partito italiano, arriva al Salone Nautico di Genova in compagnia di Luca Pirondini, senatore pentastellato, violinista e volto forte del MoVimento nei telegiornali dell’ora di pranzo e di cena, qualcuno lo legge come un messaggio politicamente forte, un endorsement per la lista pentastellata alle regionali liguri.
In realtà, molto più prosaicamente, Grillo e Pirondini, che hanno un forte rapporto personale di stima e di amicizia, si sono semplicemente incontrati nel parcheggio del Nautico, arrivati quasi contemporaneamente per uno di quei casi della vita che fanno la gioia degli appassionati di statistica e di teoria dei giochi e quindi si sono incamminati insieme.
E il ruolo di Pirondini pare decisivo per capire il posizionamento di Grillo: il senatore che è l’immagine ufficiale del MoVimento di oggi è infatti il più grillino dei contiani e in pubblico e in privato non nasconde la sua stima immutata per Beppe, andandolo ad omaggiare a teatro ogni volta che un suo tour tocca la Liguria, ma è comunque fortemente radicato nel partito di Conte.
E, contemporaneamente, Pirondini è il più contiano dei grillini, reduce comunque da stagioni esaltanti di crescita esponenziale dei consensi. Ad esempio, nel momento dell’ascesa di Toti, il maestro genovese era uno dei più stretti collaboratori dell’allora candidata presidente pentastellata Alice Salvatore, che raccolse il 24,85 per cento dei consensi e 17141 preferenze e in quella campagna elettorale Grillo fu attivissimo.
Insomma, quando arrivano al Nautico, incontrano anche Marco Bucci, sindaco di Genova e candidato presidente del centrodestra contro Andrea Orlando appoggiato dal MoVimento di Conte, e Grillo scherza: “Signor sindaco lei è chimico?”. E Bucci, che non rinuncerebbe a rispondere a tono a qualcuno per nulla al mondo: “In verità ho due lauree”. E Grillo: “Due lauree? Meno male che ha fatto il manager e poi il sindaco e non il farmacista, senno chissà che danni”.
Del resto, quando c’è da fare qualcosa di importante insieme - come ad esempio il progetto sugli asili musicali attivato a Genova in concomitanza con il ritorno da Roma di Manuela Litro che è in assoluto la numero uno in Italia nel promuovere l’educazione musicale per i giovani, che ha lavorato nel Sistema Italiano Cori Orchestre Giovanili per il Maestro Abbado e Abreu, una fuoriclasse nel costruire progetti e idee che rendono obsoleto tutto quello che c’era prima, una fuoriclasse della passione nel proprio lavoro e nell’amare ciò che fa. Quando c’è un’idea geniale non esiste la maggioranza e l’opposizione, ma semplicemente vince il cuore e il senso civico. Del resto, Bucci in giunta conta su un campione come il suo vicesindaco (e successore se vincerà le regionali) Pietro Piciocchi, che è quello che ha più capacità di coniugare capacità tecnica, umanità e attenzione al sociale e al ruolo di aiuto che il Comune deve avere nei confronti dei più piccoli e dei più deboli. Chiusa parentesi.
Ma, per l’appunto, torniano al più grillino dei contiani e al più contiano dei grillini. La stima e l’ottimo rapporto personale fra Grillo e Pirondini c’entrano moltissimo in questa storia, il resto meno: nella primavera di due anni fa, quando Pirondini era candidato consigliere comunale in appoggio al candidato sindaco del centrosinistra Ariel Dello Strologo, il fondatore era fuori Genova e non andò nemmeno a votare per i suoi. Fra l’altro alla fine dello spoglio la lista ufficiale del MoVimento, alleata con il Pd, e quella degli ex di “Uniti per la Costituzione” furono separate da poco più di 1500 voti, 4,4 per cento per quella “ufficiale”, 3,55 per quella “eretica”, capitanata da Mattia Crucioli, ex presidente dei senatori del gruppo omonimo a Palazzo Madama, che metteva insieme tutti o quasi gli ex pentastellati che non avevano accettato l’appoggio a Draghi, la linea vaccinista, la svolta governista e l’alleanza con il centrosinistra. Insomma, semplificando il più possibile, questi di “Uniti per la Costituzione” sono un po’ i grillini della prima ora.
E la stessa vicenda si ripropone ora, in una Liguria sempre più importante per i destini del MoVimento, alle regionali, con la parte “ufficiale” del partito che appoggia il candidato presidente Andrea Orlando, ex ministro del Pd in quattro governi (Letta, Renzi, Gentiloni e Draghi) e con tre diverse deleghe (Ambiente, Giustizia e Lavoro). E invece quelli di Crucioli e di “Uniti per la Costituzione” che invece stavolta appoggiano l’ex presidente della commissione Antimafia ed ex presidente del gruppo pentastellato a Palazzo Madama Nicola Morra, insomma un ex pezzo da novanta nel mondo a Cinque Stelle.
Fra l’altro quelli di “Uniti per la Costituzione” nel frattempo si sono radicati sul territorio e, oltre a Crucioli consigliere comunale di Genova, sempre attivissimo e sempre spiazzante , che qualche volta vota con la maggioranza e qualche volta con l’opposizione (ma quasi sempre premettendo che lui riconosce alcuni meriti a Bucci e meno al Pd), lo stesso Crucioli è vicesindaco a Santo Stefano D’Aveto, l’unico Comune ligure dove sono rimasti impianti di risalita, che confina con l’Emilia-Romagna e con le province di Parma e Piacenza, mentre Morra è consigliere comunale a Vado Ligure.
Insomma, la storia delle regionali liguri del 27 e 28 ottobre, le più importanti da sempre, le più importanti politicamente a livello nazionale fra le tre Regioni al voto in autunno saranno anche le più importanti per le sorti del MoVimento così come lo conosciamo oggi.
La mail, anzi la PEC, con cui l’ex bipresidente del Consiglio gialloverde e giallorosso, ha scritto a Grillo ipotizzandogli anche la sospensione dei contratti di consulenza con la sua creatura ha lasciato il segno e il fondatore ha risposto da Sant’Ilario: “Ormai il tuo è il MoVimento Cinque PEC”. E Bucci non si è fatto sfuggire l’occasione e ormai chiama in ogni occasione gli ex grillini: “I Cinque PEC”.
Dal canto suo Pirondini - nella prima puntata di Incontri Liguria-Italia, la trasmissione più nazionale dell’emittenza genovese, una sorta di kolossal giornalistico di Telenord che ho la fortuna di organizzare insieme al direttore Matteo Cantile – ha tenuto fortemente il punto del MoVimento di Conte e del centrosinistra nel confronto senza esclusione di colpi con il viceministro leghista dei Trasporti e delle Infrastrutture Edoardo Rixi.
Resta solo una domanda: Grillo voterà per il MoVimento di Conte o per Uniti per la Costituzione?
E, soprattutto, come voteranno gli elettori che portarono il MoVimento di Grillo ad essere il primo partito della Liguria e a vincere i collegi uninominali di Genova contro centrodestra e centrosinistra?
Dalla risposta a queste domande si saprà chi vince le regionali liguri.