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Cortei degli studenti in più città. A Torino blitz alla Mole e 15 poliziotti feriti. Meloni: "Certa politica smetta di giustificare le violenze"

Una quindicina di poliziotti dei reparti mobili di Torino hanno fatto ricorso alle cure del Pronto soccorso perché coinvolti nello scoppio di un ordigno artigianale, che ha dato delle esalazioni urticanti.

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Migliaia di studenti universitari e liceali hanno manifestato in tutto il Paese in occasione dello sciopero nazionale della scuola, ma a seguito dei cortei piovono polemiche per le immagini 'insanguinate' con la vernice rossa della premier Giorgia Meloni e dei ministri Bernini e Valditara. "Anche oggi abbiamo assistito a inaccettabili scene di violenza e caos in alcune piazze, a opera dei soliti facinorosi. Diversi agenti delle Forze dell’Ordine - ha scritto su X la presidente del Consiglio - sono finiti al pronto soccorso a causa di ordigni e scontri. La mia totale solidarietà va a tutti gli agenti feriti, con l’augurio di una pronta guarigione. Spero che certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni".

Tensione e scontri a Torino

Tensioni durante il corteo a Torino degli studenti scesi in piazza contro le politiche del governo. Ci sono stati scontri tra i ragazzi e il cordone di sicurezza delle forze dell'ordine davanti alla Prefettura, in piazza Castello. Alcuni manifestanti sono stati respinti mentre tentavano di raggiungere il portone dell'edificio. Il corteo si è poi spostato prima davanti al rettorato, e poi davanti alla sede Rai dove gli studenti hanno colpito con aste di bandiere i mezzi della polizia. Una quindicina di poliziotti dei reparti mobili di Torino hanno fatto ricorso alle cure del Pronto soccorso perché coinvolti nello scoppio di un ordigno artigianale, che ha dato delle esalazioni urticanti. L'ordigno è stato lanciato in mezzo alle forze dell'ordine davanti alla Prefettura, in piazza Castello

Il corteo di Roma

Una volta che il corteo romano (organizzato dall'Unione degli Studenti e Link - Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza), partito da Piramide, ha raggiunto il Ministero dell'Istruzione, gli studenti hanno esposto tre cartelli con le foto della premier Meloni e dei ministri Valditara e Bernini coperte da impronte di mani rosse a simboleggiare "le mani sporche di sangue per il genocidio del popolo Palestinese". Il Ministero dell'Istruzione e del Merito intanto è diventato 'Ministero della Guerra': così hanno scritto i manifestanti con la vernice bianca su viale Trastevere, dove affaccia il ministero.

Nel corso del corteo cinque studenti con il volto coperto da foulard rossi, le braccia tese verso l'alto e le manette ai polsi si sono schierati davanti al cordone degli agenti del reparto mobile in tenuta antisommossa durante la manifestazione di Roma mentre dal corteo veniva lanciata vernice rossa. Appesi al collo dei giovani dei cartoni con su scritto "arrestateci/e tutti/e", "stop repressione subito" e "no ddl 1660" (ddl sicurezza ndr). L'azione è inscenata alla fine di Ponte Sublicio.

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Il corteo di Milano

Il corteo dei collettivi studenteschi del ‘No Meloni Day’ di Milano si è fermato davanti la sede di Assolombarda, in via Pantano 9. Alcuni manifestanti, con le mani sporche di vernice rossa, hanno srotolato uno striscione recante la scritta ‘Avete le mani sporche di sangue. L’alternanza uccide’ per protestare contro l’esecutivo Meloni.

Poi alcuni manifestanti, vestiti con tute bianche e mascherati, hanno lanciato palloncini pieni di vernice rossa contro la facciata del supermercato Carrefour di via Visconti di Morrone, in centro a Milano. Il titolare del negozio, Andrea Palermo, è corso fuori cercando di fronteggiare i responsabili, ma è stato bloccato dalle forze dell’ordine. "Ogni volta è la stessa storia. Oggi il motorino, l’anno scorso la macchina", ha detto Palermo.

Le polemiche: "Foto di Meloni, Bernini e Valditara sporche di rosso-sangue"

"Nella nostra città, ogni volta che si tengono cortei e/o manifestazioni studentesche, con al seguito anarchici, no-global, antagonisti e pro-Hamas, vengono offese sempre e solo le Istituzioni di Destra, dalla Premier Meloni ai suoi Ministri", è la denuncia del deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della commissione Affari Costituzionali della Camera ed ex vicesindaco delle Giunte di centrodestra milanesi, Riccardo De Corato. "Questa mattina - ha continuato - si è avuta l’ennesima dimostrazione con altri insulti e cartelloni pieni di sangue sui volti di Meloni, Valditara e Bernini. Oltre a ciò, queste manifestazioni, sono sempre occasioni di difesa, da parte degli organizzatori, della Palestina e di Hamas oltre a difendere, costantemente e incessantemente, le occupazioni. Al riguardo presenterò in aula alla Camera un’interrogazione parlamentare. E’ giunto il momento di finirla con questi eventi pieni di odio e rabbia. Ora basta! Visti i gravi fatti che puntualmente si verificano, bisogna identificare gli autori di queste istigazioni a delinquere attraverso le telecamere ed una volta identificati vanno denunciati e poi arrestati. Lo stesso va fatto anche con gli organizzatori"..

Cosa chiedono gli studenti

Sotto lo slogan 'Vogliamo Potere', gli studenti chiedono una scuola che sia davvero inclusiva, libera da logiche di sfruttamento e subordinazione al mondo del lavoro e della guerra, e in grado di rispondere ai bisogni di chi la vive. Tra le rivendicazioni, spiccano i seguenti temi: un’istruzione pubblica gratuita e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall’ambito bellico; la tutela del benessere psicologico nelle scuole; e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti reali possibilità di decidere nelle proprie scuole. La piattaforma 'Saperi Liberi per Student3 Liber3', su cui si basa lo sciopero, richiama l’urgenza di una scuola che risponda ai bisogni reali della componente studentesca.

Anief contro la precarità

Il sindacato Anief ha proclamato lo sciopero nazionale per l'intera giornata di domani riguardante tutto il personale docente, Ata ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato delle 8.200 istituzioni scolastiche ed educative italiane. Il sindacato si ribella alla mancata risposta dello Stato italiano sull'abuso dei contratti a termine, 25 anni dopo la direttiva europea 70/99 che chiede ai Paesi membri di assumere i precari dopo 36 mesi di supplenze. Le altre richieste che Anief fa al Governo sono quelle di rinnovare il sistema di reclutamento per immettere in ruolo su tutti i posti disponibili, assumere in ruolo gli idonei dei concorsi, spostare nell’organico di diritto tutti i posti in organico di fatto e in deroga.

"Diciamo basta - dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - a mezzo milione di supplenti con più di 36 mesi di servizio svolto che continuano a essere ignorati per le stabilizzazioni, come invece dovrebbe fare ogni stato membro dell’Unione Europea. Chiediamo dignità e rispetto per queste persone, attraverso il pieno recepimento della normativa europea per tutto il personale scolastico, come pure la parità di trattamento economica e giuridica con scatti anzianità, ricostruzione di carriera, ferie, assenze, salario accessorio, welfare, formazione anche per i supplenti. Inoltre, va reintrodotto il doppio canale di reclutamento specifico e certo (con stabilizzazioni da Graduatorie di merito, GaE e GPS) con assunzione quindi degli idonei di tutti i concorsi, anche del PNRR 2023, e dei precari storici, inclusi i partecipanti ai concorsi straordinari. Infine, chiediamo l’indennità di incarico dopo 3 anni di servizio e di sede disagiata, per chi lavora fuori sede, con tariffe agevolate per trasporti, buoni pasto e trasferte".

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