Schlein e la sinistra primeggiano nei grandi centri. Il campo largo diventerà larghissimo?
Il centrosinistra esulta ed esterna di aver vinto il girone di ritorno delle amministrative per 5 a 0, dall’altra il centrodestra ritiene che sia finita 4 a 3
La tradizione italiana non si smentisce: a tarda sera il centrosinistra esulta ed esterna di aver vinto il girone di ritorno delle amministrative per 5 a 0, dall’altra il centrodestra ritiene che sia finita 4 a 3. Insomma, ogni singola coalizione interpreta il risultato a suo favore. Detto questo, il peso specifico dei risultati del cosiddetto campo progressista appare più significativo di quello della coalizione di governo. Non a caso nel Transatlantico di Montecitorio le facce dei parlamentari del centrosinistra sono distese. Come dire, il peggio è passato: la lunga traversata nel deserto è acqua passata.
Il campo largo ha il vento in poppa
Ora il campo largo ha il vento poppa. O almeno sembra così. Ed il messaggio è arrivato forte e chiaro dalle parti del centrodestra. «Il paese è contendibile» dice scherzando alle 4 e mezza del pomeriggio un parlamentare del Pd. Di sicuro chi ne esce rafforzato è il centrosinistra. Perché la coalizione guidata da Elly Schlein arriva prima in cinque capoluoghi di regioni su cinque. A Firenze, città simbolo per la storia del centrosinistra, si afferma Sara Funaro con il 60.56%, mentre il candidato civico del centrodestra, Eike Schmidt, si ferma al 39.44%. Un profilo quello di Funaro che ha ricevuto al secondo turno l’endorsement dell’ex candidata di Italia Viva, Stefania Saccardi e di quello del M5S, Lorenzo Masi. Qui nel capoluogo toscano si è di fatto consolidato un campo larghissimo.
Centrosinistra primeggia nei capoluoghi di provincia
Sia come sia, il centrosinistra brilla nei grandi centri urbani. È della stessa tonalità la vittoria di Bari dove Vito Leccese strapazza il consigliere regionale Fabio Romito. Il match nel capoluogo pugliese finisce 70 a 30, ed è anch’esso un risultato significativo per il cosiddetto campo largo. Un campo largo o semilargo, a secondo del perimetro della coalizione che a Potenza ribalta il risultato del primo turno - il civico Vincenzo Telesca sbanca al botteghino con il 64.92% . La coalizione di Elly Schlein ha la meglio anche a Campobasso. Ma la storia umanamente più bella, per il centrosinistra, viene da Perugia, riconquistata da Vittoria Ferdinandi, 37 anni, una psicologa che si occupa dei più fragili. In pochi avrebbero scommesso solo a gennaio sulla vittoria del centrosinistra e invece con una campagna elettorale casa per casa ha finito per togliere il municipio alla destra. Anche Cremona si coloro di rosso, un risultato quest’ultimo al fotofinish: il centrosinistra tiene infatti per 200 voti. Il nuovo sindaco a spoglio finito è l'ex vicesindaco dell'amministrazione Galimberti, Andrea Virgilio, che ha totalizzato 13.014 voti, pari al 50,37%. Battuto il candidato del centrodestra, Alessandro Portesani, fermo a 12.823 voti, pari al 49,63%.
Al Centrodestra Lecce e Caltanissetta
Dall’altra il centrodestra risponde con la conquista di Lecce grazie a una vecchia conoscenza della politica e della destra italiana come Adriana Poli Bortone, si riprende dopo diverse anni Caltanissetta con l’avvocato Walter Tesauro. Tutto questo fa ripartire il dibattito: perché la sinistra vince nelle grandi città dove è più solido il voto di opinione, mentre il centrodestra difende ed espande il potere nelle province? Domanda che sarà oggetto di dibattito delle prossime settimane. Dall’altra viene messa in discussione la classe dirigente del centrodestra. Questione anche che dovrà affrontare Giorgia Meloni assieme agli alleati Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Schlein si gode il momento
Intanto Elly Schlein si gode il momento. Telefona subito alla neo sindaca di Firenze e non appena i risultati si definiscono invia un messaggio netto alla presidente Meloni: «Una vittoria storica per il Pd ed il campo progressista. Abbiamo vinto in tutti capoluoghi di Regione, strappandone tre alla destra e con tre nuove sindache. Da Firenze a Bari, da Campobasso a Perugia, da Potenza a Cagliari. È irrevocabile: le città hanno bocciato la destra che governa e mandato un messaggio chiaro a Giorgia Meloni. Basta tagli alla sanità, basta ai salari bassi e no all'autonomia differenziata». Anche la lettura del presidente del Pd, Stefano Bonaccini, va nella stessa direzione: «5-0 per il Partito Democratico ed il centrosinistra!. Straordinario successo ai ballottaggi. Al voto diversi capoluoghi di provincia, tra cui cinque capoluoghi di regione. La conferma che un Pd unito ed un centrosinistra largo e plurale può davvero battere la destra. Adesso penseremo alle prossime elezioni regionali in Umbria ed in Emilia-Romagna».
Campo largo in festa
Campo largo in festa, dunque. Festeggia anche Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra che afferma: «Questo è il segnale che gli elettori e le elettrici vogliono l'unità, perché uniti si vince. È ciò che, come Alleanza Verdi e Sinistra, affermiamo da tempo, per evitare gli errori drammatici del passato che hanno consegnato il governo del Paese alla destra peggiore d’Europa». Ed è in scia Nicola Fratoianni: «L'affermazione di Vittoria Ferdinandi a Perugia, la vittoria a Potenza, la conferma a Bari con Leccese e a Firenze con Funaro e in tanti altri centri grandi e piccoli del Paese, confermano che questa brutta destra al governo del Paese può essere battuta».
Conte non esce allo scoperto
Non esce allo scoperto Giuseppe Conte, uscito ammaccato dal primo turno e dalle elezioni europee. Da quelle parti è in atto un processo in corso. Non a caso è ritornato a farsi sentire Beppe Grillo che qualche giorno fa ha anche incontrato Virginia Raggi. Nonostante il contesto complicato poco prima di cena esce una nota del M5S che va nella direzione del campo largo: «Il riscontro emerso dai ballottaggi segna due dati inequivocabili. Da un lato si conferma l'allarmante dato dell'astensione, con poco più del 47% degli aventi voto che ha deciso di esprimersi, con uno scarto di oltre 15 punti rispetto all'affluenza del primo turno. D'altro canto, i cittadini premiano i progetti di intesa tra le forze di opposizione, frutto non di alchimie di palazzo ma di una convergenza che si va consolidando nelle aule parlamentari quanto nelle piazze. È questo un dato che conforta e incita a continuare». Insomma, il campo largo c’è. Resta da capire se diventerà larghissimo e se riusciranno ad inglobare i centristi di Renzi e Calenda.