[L’analisi] Doveva Volare a Tripoli e fermare i 50 mila migranti pronti a salpare per l’Italia. Ecco l’errore che Salvini ha commesso
Ecco quello che avrebbe dovuto fare dal primo giorno il ministro dell'Interno, per rinegoziare subito gli accordi con il governo Sarraj. La Libia è sempre una polveriera. Instabile politicamente, un territorio “governato” da milizie che possono aprire e chiudere contemporaneamente i rubinetti dei flussi migratori. In un anno gli arrivi dalla Libia si sono ridotti dell’80%. Ma stime di intelligence parlano di 50 mila migranti pronti a salpare

Una giornata da dimenticare, quella di ieri. Abbiamo rischiato la rottura diplomatica con Parigi, e sono volati gli stracci. I francesi hanno sparato ad alzo zero, prendendo le distanze da una «Italia cinica e irresponsabile» che ha sposato una «linea stomachevole». Il premier francese - ma anche il governo spagnolo - ha fatto la ramanzina al governo Conte perché non rispetta «i vincoli internazionali», ipotizzando, gli spagnoli, «conseguenze penali».
Palazzo Chigi ha lasciato filtrare la notizia che potrebbe saltare il vertice bilaterale di venerdì tra il presidente francese Macron e il nostro presidente del Consiglio, Conte, replicando così alle accuse «sorprendenti», e parlando di «disinformazione».
L'Aquarius
Al centro della querelle, la nave Aquarius con i 629 migranti a bordo. Per dirla con Salvini, minacciando di chiudere i porti, per la prima volta un paese europeo, Madrid in questo caso, ha deciso di far attraccare Aquarius a Valencia.
Si è sentito vincitore Salvini, che via Twitter ha fatto sapere che «alzare la voce, paga». La star del governo Cinque Stelle e Lega è senza alcun dubbio lui. Un ciclone, che da ministro dell’Interno ha già dichiarato guerra ai clandestini. Poi ha preso di mira le diplomazie internazionali creando spiacevoli incidenti. Il primo giorno si è spazientito per i “galeotti” tunisini, che sono troppi e che dobbiamo riportare a casa loro. Poi sul banco degli imputati è finita Malta, indifferente e inoperosa in tema di soccorso in mare e di accoglienza. Oggi abbiamo rischiato una rottura diplomatica con la Francia e la Spagna.
Tempo di zizzania
Ora è tempo di mettere “zizzania”, di strizzare l’occhiolino al “collega” tedesco, Horst Seehofer, per condividere con lui un piano di protezione delle frontiere esterne. Un progetto che non piace alla Cancelliera Merkel, che invita alla ragionevolezza, ribadendo la decisione che tutti gli Stati della Ue si devono fare carico dei migranti.
Il vero dramma è il fiato corto di una politica “urlata” che si rivela miope perché si preoccupa di alzare barriere e non di costruire politiche di controllo dei flussi migratori.
Doveva volare a Tripoli
Volare a Tripoli. Ecco quello che avrebbe dovuto fare dal primo giorno il ministro Salvini, per rinegoziare subito gli accordi con il governo Sarraj. La Libia è sempre una polveriera. Instabile politicamente, un territorio “governato” da milizie che possono aprire e chiudere contemporaneamente i rubinetti dei flussi migratori. In un anno gli arrivi dalla Libia si sono ridotti dell’80%. Ma stime di intelligence parlano di decine di migliaia di migranti pronti a salpare, forse 50 mila. Ecco perché riprendere i rapporti diretti tra il nuovo governo Conte e i libici è importante. Ma in attesa di affrontare il capitolo Libia, il governo mostra i muscoli e apre un conflitto con l’Europa. Palazzo Chigi piccata ricorda a tutti che «l’Italia non accetta lezioni ipocrite».
Davvero disarmante il livello delle polemiche di ieri. È vero che Macron e la Francia hanno una politica respingente nei confronti dei migranti, come del resto l’hanno la stragrande maggioranza dei paesi europei. Solo che l’Italia è la frontiera più avanzata con i Paesi del Nord Africa, diventando così il paese dove sbarcano pensando di raggiungere i diversi paesi europei. Era il loro sogno, oggi è un incubo.