[L’intervista] “Salvini semina odio e violenza. Ma i Cinque Stelle non sono come lui. E questo governo è colpa del Pd”
Roberto Speranza, leader di Liberi e Uguali a tutto campo: “Salvini stravolge il sistema valoriale dell’Italia. In lui sono fortemente presenti pulsioni antidemocratiche. Spesso scivola nell’utilizzo di poteri impropri”
Anche lui avverte che il rischio sia quello che si possa spezzare il filo del sistema di valori che ha retto nel Paese dal Dopoguerra ad oggi, che ha permeato la società italiana, che l’ha fatta crescere in quella che si definisce oggi una democrazia compiuta. Anche se, alla fine, dice con un pizzico di fatalismo, che il sistema democratico “reggerà”, nonostante Salvini. Roberto Speranza, coordinatore nazionale di Articolo 1-Mdp (Movimento dei democratici e progressisti, ndr) - la costola di militanti e dirigenti del Pd usciti dal partito dopo il Referendum sulla riforma costituzionale - confida molto nella storia della democrazia italiana.
Speranza, lei teme gli strappi democratici del ministro dell’Interno Matteo Salvini?
«Non avevamo mai raggiunto prima i livelli di cinismo e di spregiudicatezza del ministro Salvini. È inaccettabile che un ministro di un governo della Repubblica si spinga in una corsa al consenso rovesciando ogni giorno il sistema dei valori guida che hanno fondato la nostra repubblica».
Spesso Salvini ragiona da leader politico più che da ministro dell’Interno. E il braccio di ferro che lo ha portato a minacciare di arrestare i migranti della “Diciotti”, di non farli scendere a terra è un esempio della sua ignoranza, della sfida istituzionale che si è riverberata anche all’interno della maggioranza. Per fortuna che è intervenuto il Presidente Mattarella.
«Per fortuna che abbiamo Mattarella. Salvini è il ministro dell’Interno e il segretario della Lega. In realtà è anche il vero capo del governo. I Cinque Stelle non sono in grado di arginare il suo strapotere. E lo dico con profonda inquietudine perché sappiamo distinguere e i Cinque Stelle sono tutt’altra cosa rispetto alla Lega di Matteo Salvini. Di Maio elogiando il presidente Mattarella ha nei fatti sconfessato Salvini».
Su questo torneremo nel corso della intervista. Speranza lei stesso, tra i primi, ha avvertito che Salvini da ministro rappresenta un vulnus nel sistema democratico.
«Il 18 giugno Salvini si è lasciato andare a giudizi e commenti sui Rom in violazione dell’articolo 3 della Carta Costituzionale. L’ho subito denunciato al Procuratore di Milano per istigazione all’odio razziale».
Cosa aveva detto il leader del Carroccio?
«Il ministro dell’Interno annunciò che sarebbe partito un censimento sui Rom, che gli irregolari sarebbero stati espulsi, “ma purtroppo i Rom italiani te li devi tenere a casa”. Peggiorò la sua dichiarazione commentando lo shock che aveva provocato: “Penso anche a quei poveri bambini educati al furto e alla illegalità”. Non devo ripetere che la responsabilità penale è individuale, che quella di Salvini è stata propaganda discriminatoria, che la sua minaccia di dossieraggio nasce solo per la loro appartenenza all’etnia rom. Insomma quando ipotizzi una responsabilità etnica o razziale superi i limiti della legge e della nostra Costituzione».
E dunque il Presidente Mattarella ha sbloccato la situazione dei 67 migranti a bordo della “Diciotti” che sono sbarcati a Trapani.
«Il Presidente Mattarella ha ripristinato la dignità e la storia del nostro Paese. Ha posto un argine a Matteo Salvini».
È a rischio nel nostro Paese la democrazia, così come l’abbiamo conosciuta in questi anni?
«L’Italia è un grande paese democratico e possediamo solidi anticorpi che ci garantiscono una continuità democratica. Il comportamento di Salvini stravolge il sistema valoriale dell’Italia. In lui sono fortemente presenti pulsioni antidemocratiche. Spesso scivola nell’utilizzo di poteri impropri».
Non crede che sia più sufficiente l’appello agli anticorpi democratici, oggi che in crisi è il sistema dei partiti e in ritirata l’opinione pubblica e il rapporto tra popolo e governanti è diretto? Salvini è in costante crescita di consensi. Non è preoccupato?
«Certo che lo sono. I messaggi di Salvini dividono il Paese, alimentano l’odio, lucrano sulle tensioni sociali. Ma continuo a vedere una Italia diversa che resiste, che non vuole arrendersi. È una Italia ricca di risorse ed energie».
Ma a sinistra c’è un deserto, ci sono truppe sconfitte, morti e feriti. E nessun condottiero leader all’orizzonte. Lei stesso ha ribadito che la sinistra che si deve ricostruire ha il dovere di dialogare con i Cinque Stelle, per tentare di sfilare i grillini dall’abbraccio mortale con la Lega di Salvini.
«Come sono profondamente convinto che Salvini sia un rischio per la democrazia italiana, così avverto che tra le diverse anime dei Cinque Stelle ci sono anche pezzi di elettorato democratico che votava a sinistra. Noi dobbiamo sfruttare queste contraddizioni tra i Cinaue Stelle e la Lega e farle esplodere».
Ma intanto non si dovrebbero ricostruire, rifondare quei sentimenti comuni a una sinistra che sta morendo? Prima ancora dei programmi, insomma, non bisognerebbe rifondare le ragioni di una esistenza di una sinistra italiana?
«Il nostro appello, il nostro impegno è quello di far vita a un nuovo Risorgimento della sinistra nel Paese. Tutti abbiamo fallito. Ha fallito il Pd come non ha retto “Liberi e Uguali”. Il tema che abbiamo di fronte è come rimettere la sinistra in sintonia con il Paese. E per farlo abbiamo bisogno di ripensare le proposte sui temi cruciali che riguardano milioni di italiani: dal lavoro alla sanità, alla scuola, alla critica della globalizzazione».
Quali sono dal suo punto di vista i principali appuntamenti dell’agenda politica?
«Dobbiamo costruire un’alternativa al governo giallo verde, e per essere credibili dobbiamo costruire un programma democratico alternativo. È stato un errore gravissimo del Pd non ricercare un dialogo con i Cinque Stelle spingendoli nell’abbraccio mortale con la Lega. Credo che dobbiamo riprendere a fare politica con passione e intelligenza».
Tagli dei vitalizi. Adesso si annunciano i tagli alle pensioni d’oro mentre la gravidanza del decreto Dignità dovrebbe essere giunta al termine, con la pubblicazione del testo.
«Sono temi che la sinistra non può far finta che non esistano. Mi voglio confrontare sul decreto Dignità, di cui colgo l’importanza del messaggio, dell’essere un segnale contro la precarietà. Dobbiamo essere intransigenti con Salvini e ricercare invece un dialogo sulle questioni sociali».