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Open Arms, Salvini dopo la richiesta di condanna: "Io non mollo". Anm: "Su pm Palermo accuse gravi"

Il vicepremier pubblica gli attestati stima e aggiorna il suo libro "Controvento". Insorgono le opposizioni, il Cdr di Rainews contro il direttore per il monologo senza contraddittorio del vicepremier

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Il ministro Salvini nell'intervento video a Rainews senza contraddittorio
Il ministro Salvini nell'intervento video a Rainews senza contraddittorio

Scoppiano le polemiche dopo la richiesta da parte del Pm di Palermo di condannare a 6 anni Matteo Salvini, nel caso Open Arms, nel cui processo il vicepremier è accusato di aver negato illegittimamente per 20 giorni nel 2019 alla nave della ong spagnola di far sbarcare a Lampedusa 147 migranti soccorsi in mare. Il centrodestra si indigna per l'entità della richiesta, ma dal centrosinistra si levano critiche contro gli attestati di sostegno al ministro delle Infrastrutture, tra cui la premier e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che dice che "non tocca alla magistratura correggere le norme, anche quando fossero sbagliate". Ma in particolare nel mirino ci sono le parole di Giorgia Meloni postate su Facebook, che Elly Schlein ha definito "inopportuno", e invoca la separazione dei poteri.

Salvini: "Arrendermi? Mai" 

"Mai nessun governo e mai nessun ministro nella storia è stato messo sotto accusa e processato per aver difeso i confini del proprio Paese", ha detto il ministro imputato, che oggi torna a dire: "Grazie a tutti per il sostegno. Arrendermi? Mai. Io non mollo". Il titolare delle Infrastrutture, che nel 2019 era ministro dell'Interno del governo Conte I, ha pubblicato gli attestati di solidarietà ricevuti compreso quello ricevuto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dall'altro vicepremier Antonio Tajani.

L'Anm: "Solidarietà ai colleghi di Palermo"

Interviene anche l'Anm di Palermo che esprime solidarietà a tutti i colleghi impegnati nel processo a carico del vicepremier: "Sono state rivolte nei confronti di rappresentanti dello Stato nella pubblica accusa insinuazioni di uso politico della giustizia e reazioni scomposte, anche da parte di esponenti politici e di governo. Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, indifferenti alle regole che disciplinano il processo, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche e che costituiscono indebite forme di pressione sui magistrati giudicanti", spiegano nella nota. 

Salvini aggiorna il suo libro con 2 nuovi capitoli

Salvini intanto "aggiorna" il suo libro, Controvento, inserendo due nuovi capitoli dal titolo Processo a un italiano. "Vi racconto questa storia incredibile", scrive il leader della Lega in un passaggio delle 13 pagine in cui, spiega una nota, "racconta cosa successe nell'estate 2019 e ribadisce le tante opacità nella condotta delle Ong". "Il processo - afferma -, è bene ricordarlo, è iniziato per il voto del Parlamento. Dopo la crisi di governo che aveva provocato la rottura della Lega con il Movimento 5 Stelle, proprio M5S si era unito alla sinistra (Renzi compreso) per darmi in pasto alla magistratura. Un ministro alla sbarra, non per aver rubato, ma per aver rispettato il programma elettorale col quale avevamo vinto le elezioni del 2018". 

E ci sarebbero tredici casi, secondo Salvini, simili a quello di Open Arms "che non risulta abbiano fatto scattare qualche Procura". Li elenca lo stesso vicepremier e leader della Lega nei capitoli con cui ha aggiornato il suo libro. "Sono certo che a Palermo i giudici saranno certamente più equilibrati della collega Apostolico - scrive il vicepremier -.
D'altronde, per un caso analogo a quello Open Arms, sono già stato assolto a Catania. 'Non luogo a procedere' per aver rallentato lo sbarco di alcuni immigrati dalla nave Gregoretti. Per il gup 'il fatto non sussiste'. Perfino i pm avevano chiesto il non luogo a procedere. Era il maggio 2021. Io amo ricordare l'articolo 52 della Costituzione. 'La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino'. L'ho fatto e lo rifarei".

Il Cdr di Rainews e l'Fnsi: "No al megafono, chi ha deciso?"

"Ancora una volta il nostro canale usato come megafono per le dichiarazioni di un membro di primo piano del governo - attaccano i rappresentanti dei giornalisti -. Ancora una volta saltate le regole del buon giornalismo e il lavoro di mediazione di una intera redazione. Chi ha deciso di mandarlo in onda? Cosa dice il direttore Petrecca? Riteniamo doveroso quanto meno offrire lo stesso tempo alla controparte". Il riferimento oltre all'autodifesa di Salvini è anche alla polemica scoppiata lo scorso anno in occasione dei comizi della maggioranza per la chiusura della campagna delle comunali di Catania, mandati integralmente dalla rete. Più recenti invece le polemiche, questa volta però nei confronti del Tg1 e del programma Cinque minuti, per le interviste all'ex ministro Gennaro Sangiuliano e al governatore della Liguria Giovanni Toti.

Parole alle quali replicano i parlamentari della Lega in Vigilanza. "Sconcertante polemica del cdr di RaiNews - affermano -. In un paese normale, questo processo non ci sarebbe mai stato e nessuna redazione avrebbe invocato la censura per un commento così rilevante. Solidarietà ai giornalisti Rai che cercano di fare il proprio lavoro nonostante l'opposizione di tanti militanti di sinistra con contratto giornalistico".

"L'unica cosa sconcertante è l'ennesimo attacco a una rappresentanza sindacale, il cdr di Rainews, che difende la dignità della Rai Servizio Pubblico. Del resto arriva da un partito, la Lega, che in questi mesi è tra i protagonisti del sequestro della Rai", ribatte Vittorio di Trapani, presidente Fnsi. "Spendano la loro solidarietà su battaglie più nobili e imparino anche loro che il giornalismo è fatto di domande e risposte e non di dichiarazioni senza contraddittorio", fa eco l'Usigrai.

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