Salvini: ecco come vinceremo per dieci anni. Il centrodestra mira al 2-1 alle Regionali
Il candidato sindaco di Genova Marco Bucci è l’immagine della nuova politica della Lega che non punta semplicemente a far andar bene la propria lista (obiettivo dimostrato anche dalla candidatura del viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture tesa a dare un segno e ovviamente non a sedere in consiglio regionale), ma “a trovare il miglior candidato possibile per vincere”.
È un Matteo Salvini che ha il calendario in mano e in mente quello che arriva al Teatro della Gioventù di Genova per supportare la campagna elettorale del sindaco di Genova Marco Bucci, con un’intervista pubblica. E in qualche modo la coppia Salvini-Bucci è un classico delle campagne elettorali di Genova da sette anni a questa parte. Il primo cittadino, che è un indipendente, conferma ogni volta che ha davanti una platea leghista: “Qui con voi mi sento a casa”. E a fianco dei due c’è il viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Edoardo Rixi, che non solo è, nell’ordine, un caro amico di Matteo, il braccio destro di Salvini al ministero, ma è anche il plenipotenziario leghista in Liguria e soprattutto l’uomo che più di tutti ha fatto arrivare soldi sul territorio per le infrastrutture, una sorta di assicurazione sulla vita della Liguria.
E poi tutta la squadra leghista che riempie il teatro, dal presidente della Regione facente funzione Alessandro Piana al sindaco di Ventimiglia Flavio Di Muro, l’unico vero eletto “politico” fra i primi cittadini di centrodestra in Liguria, che è stato anche il relatore in aula del “decreto Genova”, scritto materialmente da Rixi, che è la legge del governo gialloverde, il Conte uno, che ha permesso di costruire il viadotto San Giorgio, dopo il crollo del Morandi, in tempi record. Infatti, Di Muro, primo cittadino di Ventimiglia, l’ultimo Comune della Liguria al confine con la Francia, è stato fra i primi firmatari del “Patto dei sindaci” di Bucci che poi ha coinvolto i primi cittadini di Bormida, Sarzana, Bardineto, Calizzano, Cairo Montenotte, Cengio, Dego, Giusvalla, Millesimo, Nasino, Pallare, Piana Crixia, Pontinvrea e Roccavignale.
Insomma, in qualche modo Bucci si presenta come un “sindaco dei sindaci”, un super primo-cittadino, che si pone alla guida ai suoi colleghi della regione, con la conoscenza e il lavoro comune iniziato anche in Anci, l’associazione dei Comuni italiani e in particolare la sua sezione ligure. In questo modo, Bucci – nel cui nome si sono formate due liste civiche, “Vince Liguria” e “Orgoglio Liguria” – conferma la sua figura di civico eletto dal centrodestra, ma che guarda soprattutto al territorio e anzi mirerebbe a convincere ogni cittadino, uno per uno, indipendentemente dal suo voto e dal suo colore politico.
Ma proprio lo stesso Bucci è l’immagine della nuova politica della Lega che, come raccontammo proprio qui su Tiscalinews e come teorizzato da Edoardo Rixi, non punta semplicemente a far andar bene la propria lista (obiettivo dimostrato anche dalla candidatura del viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture tesa a dare un segno e ovviamente non a sedere in consiglio regionale), ma “a trovare il miglior candidato possibile per vincere”. E, per l’appunto, Bucci è individuato dalla Lega come il migliore candidato, tanto che il Carroccio ligure è il partito che più di tutti sta supportando la candidatura del sindaco di Genova come presidente della Regione.
I numeri sono dalla sua parte, fra l’altro, e l’ultimo sondaggio di Porta a Porta, firmato dall’istituto di Noto, parla chiaro: Bucci oggi sarebbe al 47,5 per cento e Andrea Orlando, il suo competitor del campo larghissimo (ormai ex dopo che Italia Viva è stata accompagnata alla porta da Elly Schlein, distruggendo la tela pazientemente tessuta da Orlando) al 47 per cento. Insomma, sono vicinissimi, ma il punto è che Bucci ha recuperato sette punti di svantaggio che tutti i sondaggi gli davano fino a due-tre settimane fa, prima che Giuseppe Conte certificasse in televisione, proprio da Vespa, la morte del campo largo. E sono bastate quelle parole e la cancellazione dalle schede nemmeno del simbolo di Italia Viva, ma semplicemente di otto candidati che si riferivano a Renzi, come fossero appestati, per far sparire tracce di riformismo dalla coalizione (restano i candidati di Azione, che però sono ex Pd che sia in Comune che in Regione sono sempre stati all’opposizione delle giunte di centrodestra) e anche per far sparire l’intera lista, compresi i candidati di +Europa perché solo la presenza dei renziani assicurava la possibilità di non raccogliere le firme.
In questo clima, prima ancora che i sondaggi “girassero”, Salvini si era già portato avanti spiegando che proprio nei giorni delle elezioni regionali liguri, il 27 e il 28 ottobre, sono previsti prima gli interventi delle difese e poi la sentenza sul suo processo in Sicilia per il “sequestro di persona” sulle navi delle organizzazioni non governative: “Se vengo assolto, poi passo qui a festeggiare. Ma se vengo condannato vengo comunque qui a festeggiare”. Così le elezioni liguri rischiano di cambiare senso alla legislatura e di rafforzare la maggioranza, anziché indebolirla, come capitò due volte al centrosinistra quando la Liguria, Ohio d’Italia, fece cadere prima il D’Alema bis e poi anche il governo Renzi che qui iniziò la sua agonia durata un anno.
Fino a poche settimane fa quasi tutti gli osservatori davano per scontato uno 0-3 alle regionali per il centrodestra, mentre la candidatura di Bucci da una parte e l’ingresso di Stefano Bandecchi e di Alternativa Popolare nel centrodestra dall’altra, sembrano far pendere la bilancia da parte della maggioranza di governo con la possibile affermazione del centrodestra in Umbria con Donatella Tesei e in Liguria con il sindaco di Genova, con la sola Emilia-Romagna al centrosinistra. Fosse così, sarebbe un 2-1.
A politicizzare le regionali liguri prima c’è stata prima la scelta di Giorgia Meloni che - telefonando direttamente per 40 minuti a Marco Bucci per chiedergli di candidarsi e ribaltando la scelta del candidato rispetto a quelle proposte dai suoi uomini liguri e plenipotenziari per le scelte sulla Liguria – ha messo una pesante ipoteca sulla compattezza del centrodestra. E ora il suo vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini spiega: “Il giorno 22 ottobre noi cinque ministri della Lega verremo a Genova per festeggiare i due anni di governo Meloni. E il giorno 25 a chiudere la campagna elettorale saremo noi leader del centrodestra con me, Giorgia, Antonio Tajani e tutti i leader del centrodestra a festeggiare Bucci”.
Salvini va anche oltre con la sua road map: “Tranquillizzo tutti. Resteremo tranquillamente al governo fino al 2027, completando i nostri cinque anni, e poi verremo rieletti e ne faremo altri cinque. E anche da queste parti, dopo aver vinto la Regione Liguria, rivinceremo anche il Comune di Genova”. Salvini fa già anche il nome del “futuro sindaco di Genova, che è Pietro Piciocchi, attuale vicesindaco di Bucci, perché squadra che vince non si cambia”. A fianco, Bucci annuisce convinto.