[Il retroscena] Salvini diserta il vertice con Berlusconi ma rimpicciolisce la Manovra

La maggioranza gialloverde si prende un giorno in più per riscrivere gran parte della legge di Bilancio: c’erano 1400 emendamenti dei deputati di M5s e Lega. Pronto il nuovo testo: c’erano 4,5-5 miliardi tra tagli e risparmi col deficit/Pil al 2,1%. Troppi per Palazzo Chigi, che li riduce. Un vertice del centrodestra convocato dal Cavaliere nella sua casa a Milano diventa di dominio pubblico e il vicepremier leghista va su tutte le furie: “Non vengo, sto coi miei figli”, dice Salvini. Fratelli d’Italia all’attacco: “Deve chiedere il permesso…”. Mezzo accordo sulle Regionali: la candidatura alla presidenza della Sardegna spetterebbe alla Lega, l’Abruzzo a Fratelli d’Italia, Basilicata e Piemonte a Forza Italia.

[Il retroscena] Salvini diserta il vertice con Berlusconi ma rimpicciolisce la Manovra

Il voto era previsto per lunedì, ma è stato rinviato a mercoledì. Lo slittamento si è reso necessario perché Movimento 5 stelle e Lega hanno deciso di riscrivere larga parte della Manovra, anche a costo di cambiarla in profondità. Basti dire che nella Commissione Bilancio presieduta dall’economista leghista Claudio Borghi Aquilini c’erano da discutere ben 1400 proposte di modifica firmate da deputati della maggioranza. Così Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Giovanni Tria hanno pensato di preparare un “pacchetto di modifiche” chiuso da sottoporre al voto della Commissione prima e della Camera poi col voto di fiducia. In quattro giorni la prima manovra del governo gialloverde prenderà forma e poi diventerà legge.  

Rispetto alla versione della “manovra del cambiamento” festeggiata il 28 settembre sul balcone di Palazzo Chigi dai ministri pentastellati, cambiano moltissime cose. Innanzitutto sono stati modificati i saldi, cioè le dimensioni del Bilancio dello Stato italiano. “Non è scritto nei dieci comandamenti che il rapporto deficit pil deve essere del 2,4%”, aveva anticipato il leader della Lega. Nel nuovo testo che dovrà essere depositato questa sera per le 19 erano contenuti 4,5-5 miliardi tra tagli e risparmi, grazie ai quali l'asticella del rapporto deficit/Pil sarebbe scesa al 2,1%. In tarda serata, però, Palazzo Chigi ha smentito che i tagli possano essere di quella entità. “Significherebbe tagliate servizi, la sanità…”, spiega una fonte a Palazzo Chigi, dove si sconnette per una via di mezzo. 

Questa disponibilità dell’Italia a scendere di qualche decimale ha comunque riaperto i tavoli con l’Unione Europea. “Il tono delle trattative tra Italia e UE è cambiato, il clima è cambiato, ora servono azioni decisive”, ha detto Pierre Moscovici, commissario europeo e feroce fustigatore dell’Italia e delle sue “finanze allegre”. Il francese adesso ventila addirittura  la possibilità che il nostro Paese riesca a schivare una procedura di infrazione europea con annessa multa miliardaria. “La procedura d'infrazione è evitabile? Dipende da cosa possiamo raggiungere insieme. Laddove c'è volontà, c'è il modo”. Alla nuova versione della legge di Bilancio hanno lavorato moltissimo a Palazzo Chigi d’intesa con i tecnici del ministero dell’Economia. “Dobbiamo fare una manovra di segno diverso”, ha detto il premier da Buenos Aires.  

In un momento così cruciale per la maggioranza gialloverde, - e con il barometro della crescita che rischia, secondo i dati pubblicati oggi, di registrare una cifra preceduta dal segno meno - in cui ciascuno dei due partiti deve rinunciare a qualcosa tra le misure simbolo annunciate, la notizia che era stato fissato nella casa che Silvio Berlusconi ha nel centro di Milano un vertice del centrodestra con Matteo Salvini e Giorgia Meloni ha avuto l’effetto di una bomba. La convocazione era stata fatta giovedì mattina, e la località scelta - non Arcore né Palazzo Grazioli - tradiva la volontà di mantenere segreta l’iniziativa del summit. L’altra sera in tv Salvini l’aveva in qualche modo preannunciato: “Con Berlusconi ci vedremo presto”, aveva detto.

Il vicepremier però aveva chiesto esplicitamente agli altri due leader dei partiti del centrodestra di mantenere il massimo riserbo sull’incontro, spaventato per le possibili reazioni dei Cinquestelle, specie in considerazione  del “momento delicato” per il governo. La notizia, però, è trapelata e il ministro dell’Interno, secondo quanto riferiscono dal suo staff, si è “molto irritato”. Avrebbe ricevuto una telefonata di fuoco proprio dal suo omologo pentastellato. Così non è uscito di casa ed è rimasto coi figli Mirta e Federico, suscitando un commento sarcastico da parte del forzista Gianfranco Rotondi: “Deve chiedere il permesso a Luigi Di Maio?”.  

La defezione di Salvini però non ha portato a una rottura. All’incontro si è comunque presentato Giancarlo Giorgetti, che della Lega è il numero due e, soprattutto, è sottosegretario alla presidenza del Consiglio e uomo chiave del governo. Il confronto ha riguardato i temi e soprattutto i nomi da proporre alle prossime elezioni amministrative e regionali. L’ufficializzazione dei candidati, secondo quanto riferiscono dalla  Lega, è prevista per la prossima settimana. Un’anteprima, però, c’è già stata. In serata, infatti, si è appreso che il candidato governatore del centrodestra per le elezioni regionali in Sardegna del 2019 sarà il senatore Christian Solinas, eletto il 4 marzo a Palazzo Madama nella lista Lega-Psd'Az e riconfermato recentemente segretario del Partito Sardo d'Azione. Solinas, 42  anni, sarà sostenuto da undici sigle. “Grazie al tavolo del centrodestra sardista e autonomista che ha voluto consegnarmi questo onore del quale avverto per intero la responsabilità”, ha detto.

Sull’Isola dove l’ex premier si reca spesso a Villa Certosa aveva delle mire pure Forza Italia. Invece è passata la linea della “ruspa”. A comunicare la decisione è stato il coordinatore del tavolo della coalizione, il deputato comasco della Lega Eugenio Zoffili. Anche sulle altre candidature, l’intesa sembra essere vicina. L’Abruzzo spetterebbe a Fratelli d’Italia col senatore Marco Marsilio, Basilicata e Piemonte andranno invece a Forza Italia. In Lucania il front man sarà Michele Cannizzaro mentre a sfidare Sergio Chiamparino nella Regione della Tav sarà Alberto Cirio.

“E’ andata benino”, ha commentato dopo l’incontro Giorgetti. Secondo la versione ufficiale fornita dai protagonisti, all’ordine del giorno del vertice a metà c’erano soltanto i candidati per le elezioni Regionali. La leader di Fdi avrebbe voluto confrontarsi col ministro dell’Interno anche su alcuni temi all’ordine del giorno del governo che continuano a dividere il centrodestra. Giovedì lo ha attaccato in Aula a Montecitorio in maniera molto severa per la linea tenuta sul Global compact, il documento dell’Onu sulle migrazioni sul quale il governo ha preso tempo. Netto il commento negativo di Ignazio La Russa, l’altro componente con Giorgia Meloni della delegazione di Fdi, che ha attribuito le esitazioni della maggioranza ai “grossi problemi” di Salvini con i Cinquestelle, aggiungendo: “Noi l’avevamo detto sin dal primo momento che con M5S non ci staremo mai al governo”. D’altra parte, però, ha anche giustificato l’iniziativa del vertice di Milano: “Capiamo le sue difficoltà (di Salvini), ma era inevitabile che ci fosse un incontro sulle regionali”. Meno polemico sul clima dei rapporti all’interno del centrodestra è stato invece il numero due di Forza Italia e presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani: “Sono stati fatti importanti passi in avanti; per le elezioni regionali si va nella giusta direzione ”.  Il Cavaliere avrebbe comunque ricevuto una “lunga e cordiale telefonata” del vicepremier, che lo ha chiamato per smorzare sul nascere qualsiasi polemica.