Salvini contro l’Europa, centrodestra contro le tasse e a fianco dei balneari: esplode la campagna elettorale

Ma oggi le Raccomandazioni della Commissione parlano chiaro: l’Italia deve realizzare le riforme del Pnrr altrimenti oltre a perder 200 miliardi scivola in recessione

Matteo Salvini (Ansa)
Matteo Salvini (Ansa)

Forza Italia e Lega insistono nel voler stralciare la norma sui balneari contenuta nel disegno di legge sulla Concorrenza che è un pezzo chiave del Pnrr. Mario Draghi non ci pensa neppure lontanamente, tiene il punto - è necessario approvare la legge delega entro maggio - e Fratelli d’Italia, da fuori, soffia sul fuoco per capitalizzare il dissenso della lobby degli oltre 33 mila balneari che dal primo gennaio 2024 dovranno mettersi in gioco e conquistare tramite gare le concessioni demaniali.

Nel centrosinistra il Movimento 5 Stelle affila le armi per i l’ultimo decreto Ucraina che contiene la norma per il termovalorizzatore che dovrà consumare e rigenerare (sotto forma di energia) i costosissimi rifiuti della Capitale. Il sindaco Gualtieri vuole l’impianto. Il Pd approva. I 5 Stelle dicono no. Sullo sfondo cresce l’insofferenza trasversale per l’invio di armi all’Ucraina e una guerra giunta al giorno 89 dove la soluzione diplomatica non prende ancora forma.  Forza Italia, o almeno la parte che si riconosce nel governo e nella ministra Mariastella Gelmini è in agitazione per le parole “non chiare, ambigue tanto da essere subito corrette” di Berlusconi sull’Ucraina che “dovrebbe ascoltare le richieste di Mosca” e sull’armi il cui invio ci rende “cobelligeranti”. Un Berlusconi che va quasi oltre Salvini e Conte. Il leader della Lega  difende l’anziano leader (“dovreste…..XXXXX) e si becca un warning della ministra Gelmini: “Fatti gli affari tuoi, Salvini, questo non è ancora il tuo partito, rispetta il nostro dibattito interno”. 

Ed era solo domenica

E meno male che era solo domenica. La campagna elettorale incendia il quadro politico e intralcia l’azione di governo. Invece di remare tutti nella stessa direzione, prevalgono ogni giorno di più le ragioni del piccolo consenso elettorale. Le più pessimistiche previsioni circa il logoramento dell’esecutivo che in questa primavera avrebbero preso il sopravvento nelle dinamiche di partito rispetto all’agenda di governo, si stanno purtroppo verificando. Una dopo l’altra. Da qui ad una crisi di governo, ovviamente, ci passa un oceano. Non perchè all’ultima curva prevarrà il buonsenso. Ma perchè nessuno, tantomeno Salvini o Meloni, ha intenzione di guidare il Paese in un passaggio così difficile e ancora molto lungo. Che se la sbrighi Draghi e intanto i leader fanno le loro campagne elettorali. Ora il punto è che Draghi, che aveva previsto con largo anticipo questo logoramento, non ci pensa proprio a farsi portare a spasso da Conte, Salvini e Meloni. E ha iniziato un pressing   spalleggiato dal Quirinale e dalla Commissione Europea. Di modo che almeno i cittadini capiscano di cosa si sta parlando al di là delle piccole propagande di partito.

Le raccomandazioni di Bruxelles

In questo quadro stamani saranno recapitate a palazzo Chigi  le consuete raccomandazioni primaverili. La Commissione scrive che l'attuazione del Pnrr per l'Italia è “essenziale”, invita Roma a mantenere la tabella di marcia delle riforme ferme in Parlamento e chiede interventi in particolare su fisco e catasto. Sono i dossier su cui Draghi è andato in pressing sui partiti della maggioranza: le leggi delega su concorrenza e fisco devono essere approvate entro giungo ed entro la fine dell’anno i decreti delegati. Poiché sono sei mesi che il Parlamento si palleggia questi provvedimenti sperando di scavallare la fine della legislatura e come sempre  rinviare. Il commissario all'Economia Paolo Gentiloni ha messo in guardia il nostro Paese dai rischi di recessione nel caso di mancata attuazione del Recovery Plan.

Più che al governo, le Raccomandazioni della commissione sono dirette ai partiti di maggioranza in particolare a Lega e Fi che hanno rallentato l'iter di riforme come il ddl concorrenza e della delega fiscale. Il quadro macroeconomico è quello noto, con una economia globale in frenata, prezzi e tassi in accelerazione. Sebbene il Patto di stabilità non tornerà in vigore nel 2023, ciò non toglie che, ricorda Bruxelles, l'alto debito rende l'Italia un Paese a rischio. Anche Paolo Gentiloni ha osservato che la riforma del Patto - presto il congelamento anche per tutto il 2023 - verrà incontro all'Italia se il nostro Paese farà i “compiti a casa”, cioè eviterà di aggravare il fardello del debito, “uscendo dalla logica del sostegno universale” e orientandosi a “misure mirate”. Bene hanno fatto quindi Draghi e Franco ad evitare nuovo debito e sforamenti di bilancio. Gentiloni ha insistito sul fatto che se non verranno portate a compimento le riforme, l'Italia rischia di perdere i fondi del Recovery, precipitando in recessione. Nelle sue raccomandazioni la Commissione Ue sollecita l'Italia a metter mano alla riforma del catasto (per avvicinare i valori catastali a quelli di mercato) e a tagliare il cuneo fiscale, così da fare arrivare più soldi in tasca ai lavoratori.

Ma Salvini attacca l’Europa 

Sul pressing di Bruxelles sulle riforme, arriva lo stop di  Matteo Salvini. “Siamo in grado di governarci da soli", ha detto, come ad invitare l'Ue a non entrare nel dibattito sulla delega fiscale e sul catasto nonché sul ddl concorrenza e sui balneari: “Se qualcuno ci chiede di tassare la prima casa si attacca al tram”. Un attacco così duro e diretto non accadeva da ico ”.

Parole che fanno irritare il Dem Antonio Misiani: “Chi frena sulle riforme, come Lega e Fi, fa un danno al Paese”. Anche Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, accusa il leader della Lega di “dire falsità” circa l'intenzione di governo e Ue di alzare le tasse sulla casa. E Federico Fornaro invita Salvini “a mettere nel cassetto la propaganda”. Il ministro Andrea Orlando è tornato alla carica una riforma vera e profonda del cuneo fiscale. Già oggi ne sapremo qualcosa di più su cosa il centrodestra ha in mente sulle due leggi milestone che se non approvate entro la Fi e di giungo, valgono 24 miliardi.

La proroga

Restando sul ddl concorrenza, il più urgente visto che è stata messa la fiducia, l'obiettivo del centrodestra è rinviare di un anno il termine della proroga delle concessioni balneari (31 dicembre 2024 anzichè 2023). Il motivo è presto detto: nel 2024 il centrodestra è convinto di governare e quindi avrà già seppellito molto nuove norme. Non calcola però, il centodestra, che il Pnrr deve essere realizzato, finalizzato e messo a terra entro il 2026. Dunque il centrodestra, se anche dovesse governare, o rispetta le regole e le condizioni del Pnrr oppure l’Italia va in default.

Sul ddl concorrenza ci sono poco più di 24 ore per arrivare ad una soluzione perchè martedì mattina alle 12,30 si comincerà a votare in Commissione al Senato.

Il nodo è, appunto, il  timing della proroga delle concessioni balneari: il Consiglio di Stato ha sbugiardato il governo Conte 2 che aveva dato altri dieci anni di proroga e ha deciso la fine del 2023. Le associazioni di categoria sono sempre più in pressing sulle forze di centrodestra.

FI è pronta ad un compromesso per evitare un braccio di ferro. La Lega alza il tiro, anche se è lo stesso Salvini che ha ribadito che l'accordo è ad un passo e che il governo non cadrà. Sulla questione degli indennizzi, invece, ci sarebbe un sostanziale accordo tra le forze politiche che sostengono l’esecutivo.

Draghi positivo

Nonostante il quadro, a palazzo Chigi si respira aria preoccupata ma “positiva”. “I partiti - osserva fonti di governo - non possono essere così suicidi da decidere scientemente di buttare i 200 miliardi del Pnrr”. In effetti, a parte Salvini e Meloni, nessun altro ha voluto inveire.  Tra oggi e domani sarà tutto più chiaro chiaro. Sulla delega fiscale, che contiene la riforma del catasto, a parte il gioco di parole, il risultato è quello sempre promesso da Draghi: intanto si fa la mappatura del nuovo catasto. Nel 2026, chi governerà, deciderà come tradurre nelle rendite i nuovi estimi catastali. E quindi l’eventuale aumento del valore dell’ immobile. Il centrodestra ha ottenuto la modifica di qualche virgola al testo. Una concessione in cambio del via libera al Concorrenza. Che adesso deve essere chiuso. In un modo o nell’altro.