[Il ritratto] Nemici, successi e veleni. La scalata dal basso di Rocco Casalino
Oggi è uno degli uomini chiave dei Cinque Stelle. Walter Siti, scrittore e saggista, dice di lui: «E’ un ragazzo intelligente, giovane e preparato ingegnere, che ha scelto di sottoporsi a cambiamenti radicali per giocare il suo ruolo di personaggio». I partiti lo attaccano da anni con diversi pretesti. Dall’esperienza al grande fratello, alle prime difficoltà sul lavoro. Poi la selezione dentro il Movimento partita con un video-messaggio
Dicono che non si muova foglia che Rocco non voglia. Bisogna stare attenti a quel che dicono se non stai controvento. Perché è più facile prendere la mira. Sarà per questo che l’uomo ombra del Movimento è sempre sotto assedio, una volta è una lite e un’altra è il curriculum. Eppure la sua è una storia strana, di salite e di discese, molto diversa da quel che sembra. Quando pensò di chiedere un lavoro alla comunicazione dei Cinque Stelle, mandò semplicemente un videomessaggio su Youtube a Grillo e Casaleggio: "Sono Rocco Casalino, ingegnere elettronico e giornalista professionista. Vi chiedo di giudicarmi per quello che sono e di evitare i pregiudizi che mi accompagnano da molto tempo". Fino a quel momento lo conoscevano tutti come concorrente del Grande Fratello, Anno 2000, prima edizione storica, Marina La Rosa, Pietro Taricone, Cristina Pievani e lui nominato e uscito di casa dopo 92 giorni, al quarto posto. Da un anno s’era iscritto al Movimento. Dopo quel messaggio, però, venne crocifisso dalla rete, la piazza vociante del potere orizzontale, dove chiunque può buttarti giù dal trono.
"Tutti si ricordano solo del reality"
Aveva lavorato come giornalista, per 10 anni, da Telelombardia a Telenorba, da Stop a Vero Tv. Ma tutti lo marchiavano sempre e solo per il Grande Fratello e per le intemerate sulle reti Mediaset con Vittorio Sgarbi e Platinette. Lui protestava invano: "Non ho fatto niente di male, conosco 6 lingue e ho lavorato 10 anni come giornalista, mentre tutti si ricordano solo di un reality di un’altra epoca". Qualche volta, però, anche i Cinque Stelle non danno troppo retta al web. Era il 2012. Gianroberto Casaleggio scelse lui. E deve averci visto giusto, alla fine. La comunicazione del Movimento era stata fino a quel momento livida e controproducente. E nessuno è mai durato tanto in quel ruolo, a cominciare da Claudio Messori, che era il suo capo quando lui cominciò a lavorare, e poi Caris Vanghetti, e Daniele Martinelli, un’apparizione e via, e Nicola Biondo. Rocco Casalino, invece, è ancora lì. E qualcosa vorrà pur dire.
Papà operaio e mamma casalinga
Pugliese nato in Germania, a Frankenthal, cresciuto e diplomato a Ceglie Messapica (Brindisi), laureato a Bologna, e trasferito a Milano, dove ha finito per piantarci le tende fino a quando il suo lavoro non l’ha portato nella capitale, Rocco Casalino è venuto su dal basso, papà operaio ("autoritario e alcolista", secondo Wikipedia, al punto da costringerlo a sedute di psicoterapia), mamma casalinga, una vita da mediano di fatica e salita fino a quando non arrivano i riflettori del Grande Fratello. Ne esce abbagliato fra un’ospitata e l’altra, i talk show da Maurizio Costanzo e le illusioni del palcoscenico, sotto le ali pure di Lele Mora, che magari è un errore che si fa da giovani. Ma poi cambia registro. Comincia a fare il giornalista. Quattro anni a Telelombardia, quando si materializzava all’alba nella trasmissione Buongiorno Lombardia preparandosi puntigliosamente per la rassegna stampa, come uno che fa la gavetta e non pensa che tutto gli sia dovuto per grazia divina. Poi si ferma, sempre con la stessa maledizione sulle spalle, quella del Grande Fratello: "Non giudicatemi per quello che sono stato, ma per quello che sono". E quando lo chiama Lamberto Sposini per fare l’inviato di Versus, programma di attualità su Telenorba, confessa che "da un anno ero disperato senza lavoro. Ho studiato giornalismo, ma nessuno mi ingaggiava". Lavora per Stop, Vera e Vero Tv.
Entra nella Comunicazione del Movimento
Alla fine, finisce nei Cinque Stelle, vuole candidarsi in Lombardia alle regionali, ma decide di fare un passo indietro perché la rete - toh, chi si rivede - è insorta. Entra nella Comunicazione del Movimento, voluto da Casaleggio. Quando va a conoscere Grillo, dice che è emozionatissimo e ha un po’ di paura. Ma lui lo abbraccia. Lo chiama «Casa». Casaleggio stravede. Poco per volta sale le gerarchie. Saltano tutti, ma lui no. Se c’è da alzare la voce lo fa in stile Grillo, molto pesante e magari pure un po’ esagerando, com’è successo con Daria Bignardi, che lui conosceva bene perché era la conduttrice del suo Grande Fratello. Persino il premier Letta lo rimprovera. "Se c’è da difendere i miei non guardo in faccia a nessuno", ribatte. Resta il fatto che in questi anni, con la crescita rapida e continua dei Cinque Stelle, è riuscito a tenere la barra dritta anche quando l’inesperienza di alcuni parlamentari aveva messo in difficoltà il Movimento. I suoi adesso li ha convinti tutti. E qualcuno comincia a correggere il tiro anche da fuori. Walter Siti, scrittore e saggista, lo elogia così: "E’ un ragazzo intelligente, giovane e preparato ingegnere, che ha scelto di sottoporsi a cambiamenti radicali per giocare il suo ruolo di personaggio".
L’Espresso: "semidio talebano dell’ortodossia grillina"
La rete smette di attaccarlo. I giornali no. L’Espresso lo definisce un "semidio talebano dell’ortodossia grillina... il capo dei capi della comunicazione del M5S, colui che porta nel mondo il verbo di Casaleggio". Aldo Grasso, il critico del Corriere, lo battezza ferocemente "Gabriele Paolini in versione grillina". Secondo Libero "Rocco è una sfinge dell’alto Salento accucciato dietro le quinte dei Cinque Stelle". Oppure: "E’ il prezzemolino grillino. Nella gran compagnia di giro nei pressi di Montecitorio, il faccione di Rocco Casalino si intravede sempre in favore di telecamere". Siamo sinceri. A volte sono attacchi pretestuosi, antipatie ideologiche. Uno andrebbe giudicato per quello che fa. Abbiamo conosciuto portavoce di partito molto peggio di lui. Il Foglio, invece, lo attacca per il master in America presso la Shenandoah University che sarebbe inventato. Lui dice: "Non so cosa sia successo, non mi occupo io dei miei social e dopo l’esperienza del Grande Fratello facendo il giornalista non ho posto grande attenzione all’elaborazione dei miei curriculum. L’unica cosa vera è che ho la laurea in ingegneria elettronica con indirizzo gestionale e ho fatto il giornalista". Poi, Vito Crimi, senatore del Movimento, certifica a stretto giro di posta che nel suo curriculum presentato nel marzo del 2013 non era indicato "il possesso di alcun master, bensì la semplice partecipazione a un corso di Business Administration negli Usa. Ringrazio comunque i giornali che hanno scritto di una polemica inesistente perché grazie a loro adesso i lettori sanno che il nostro Capo della Comunicazione ha una laurea in ingegneria elettronica, ha frequentato vari corsi, parla correntemente 4 lingue ed è iscritto all’albro dei giornalisti. E’ insomma una persona di grande professionalità".