[Il ritratto] Da Miss di Telecafone alla conquista di Silvio: ascesa, caduta e risalita di Francesca Pascale la zarina del Cavaliere
Diceva: "Voglio arrivare al successo anche dovesse durare solo un giorno". A 17 anni la folgorazione politica: «A un concorso di Miss Grand Prix. Dovevo vincere io. I produttori si misero d’accordo per far vincere un’altra, e io mi arrabbiai e denunciai l’organizzatore. E’ nata così la passione per la politica, per un mondo più giusto»
Alla fine di tutti gli amici di Francesca Pascale che dovevano essere candidati per le politiche, è rimasta solo Maria Tripodi, avvocato, calabrese, vicepresidente dei Giovani di Forza Italia, già in lista alle Europee, dove aveva pure preso un mucchio di voti. Non è che il Club Forza Pascale, come l’ha battezzato L’Espresso, non conti più. E’ che lei ormai ha fatto un passo indietro dopo l’allontanamento della onnipresente Maria Rosaria Rossi, che a Villa San Martino veniva considerata praticamente la sua ombra, una che aveva pure lavorato molto bene alleggerendo in poco tempo il colossale debito del partito da 12 milioni di euro a 3,5 e che Berlusconi rimpiangeva anche - «la stimo, ditele che le voglio sempre bene» -, ma che aveva avuto il difetto agli occhi di qualcuno di essersi allargata troppo.
E' tornata la vecchia guardia
Adesso attorno al Cavaliere è ritornata un po’ la vecchia guardia, con l’ex direttore di Panorama Giorgio Mulé - fidatissimo di Marina -, Roberto Brachini, l’ex manager Alfredo Messina, tesoriere di Forza Italia che tiene la cassa, e soprattutto Niccolò Ghedini che di fatto fa da segretario del partito. E’ una squadra molto devota, ma anche molto attenta alla salute del tycoon, a non spremerlo troppo, come erano stati imputati di fare quelli che li avevano preceduti.
La casa di Francesca
Francesca, la zarina, come la chiamavano sottovoce i suoi detrattori, ora vive a Villa Giambelli, a 10 chilometri da Arcore, la umile magione ricevuta in regalo dal Presidente, mille metri quadrati, 7 camere da letto e 8 bagni, con tutto lo spazio che vuole per Dudù e Dudina. Berlusconi, però, appena può corre da lei, soprattutto nei giorni convulsi delle candidature, quando tutti venivano in processione ad assediarlo, con metodi talvolta pure poco ortodossi per ottenere un posto buono nelle liste. Da lei, almeno, un po’ di riposo e niente politica. Che poi fosse davvero così è tutto da vedere.
Amici e candidati
Resta il fatto che della nutrita schiera di suoi favoriti elencata dall’Espresso non c’è molta roba. Non c’è Armando Cesaro, capogruppo FI nel Consiglio regionale della Campania, di cui Francesca è buona amica, e che tutti davano per certo. Invece, si è ricandidato il padre, Luigi, il famoso Gigino a Purpetta, più conosciuto per quello che dice quando parla della sesta edizione del «Wuuorrdel uancùp uanforum», della «Fiàtt assieme a Melchionn», e di «Berlusconi che ci ha dato a tutti il tictac», che per aver nominato «il suo autista Armando Cascio assessore al bilancio» (fonte Wikipedia).
Firs lady sopra le parti
In ogni caso, Francesca Pascale, già fondatrice del Club «Silvio ci manchi», neo iscritta all’Arcigay come gesto simbolico, «perchè i diritti civili non sono né di destra né di sinistra», sembra essersi incollata volentieri negli ultimi tempi il ruolo di first lady al di sopra delle parti, sempre meno in primo piano con Dudù in braccio, dopo aver consegnato ai fotografi la sua ultima immagine pubblica mentre piange commossa e disperata, alla finestra dell’ospedale dove era stato ricoverato Berlusconi per un attacco cardiaco. Da pasionaria a saggia compagna di viaggio, è un bel passaggio. Ma ne ha fatti tanti nella sua vita.
Le origini umili di Francesca
Viene da una famiglia umile che abitava nei condomini periferici di Fuorigrotta, guadagnando i primi soldi reggendo il flash al papà che faceva il fotografo da matrimoni e correndo in pizzeria a far la cameriera. Ma siccome l’Italia per le belle ragazze è la patria della tv, ha cercato subito la strada giusta, fra un concorso di miss e la soubrette a Telecafone dove si esibiva in balletti ancheggianti cantando «se mostri un po’ la coscia si alza l’Auditel...».
Timida con gli occhi malinconici
Eppure, il suo scopritore Oscar Di Maio la ricorda «timida e con gli occhi malinconici. Era l’unica delle ragazze a non darsi da fare per farsi notare. Ma era molto determinata. Se io le dicevo che il successo può essere pericoloso, lei si ribellava, "voglio arrivarci comunque anche dovesse durare solo un giorno"». A 17 anni la folgorazione politica: «A un concorso di Miss Grand Prix. Dovevo vincere io. I produttori si misero d’accordo per far vincere un’altra, e io mi arrabbiai e denunciai l’organizzatore. E’ nata così la passione per la politica, per un mondo più giusto». Nel mondo più giusto, dove la miss la fa chi merita, meglio partire dall’alto: «Ero minorenne quando mi sono messa in testa di arrivare a Berlusconi». Il padre lo criticava da destra, la madre lo ammirava e lei lo adorava. «E’ proprio un bel figo», diceva alla mamma, che cercava di calmarla: «Guarda che è sposato».
Per me Silvio è il massimo
Nel 2006, quando lui perde alle elezioni, fonda il circolo «Silvio ci manchi». Dice, allora come adesso: «Per me Silvio è il massimo, come uomo e come politico. E’ uno che con le donne ci sa fare, ha carisma, è bello, ricco, intelligente. Solo un po’ calvo». Lo incontra la primna volta a Bagnoli, ma lui manco se ne accorge: «Gli ho stretto la mano e non l’ho dimenticato. Ricordo ancora il suo profumo, era così buono». Non demorde. Poco tempo dopo, il 5 ottobre 2006, va in trasferta a Roma con un gruppo di amiche del partito e si piazza davanti al ristorante Dukeis dei Parioli, dove c’è una tavolata con Berlusconi. Hanno portato lo striscione: «Silvio ci manchi». Lui non fa in tempo ad avvicinarsi che Francesca lo coccola estasiata: «Presidente come è bello, lei!». Lui: «Beh, ci difendiamo... Ma sei sicura di vederci bene?».
Le "avances" a Berlusconi
Durante il pranzo, siccome loro proprio non se ne vanno, lui esce per capire chi siano. Francesca non perde tempo. Gli chiede se poteva lasciargli il suo numero di telefono. «Gli ho chiesto anche il suo. E lui, "ma sei spietata!", mi ha detto. Però, ha preso il mio e basta». Il giorno dopo, come raccontò lei una volta, la chiama a mezzanotte. Voleva fare un regalo al comitato: visita a Villa Certosa. Nonostante Berlusconi, il suo inizio in politica non è dei migliori. Si presenta alle comunali: 88 voti. Bocciata.
Una mina vagante per Forza Italia
Nel partito è considerata una mina vagante e lei li accusa di misoginia: «Perché mi odiano? Io sono una che si fa ammazzare per il partito. Sono esuberante, anche il presidente me lo dice. "Sei insopportabile"». Alle elezioni provinciale comunque ce la fa: eletta con 7500 voti. Solo che proprio adesso la passione per la politica sembra un po’ diminuire. Si mette a studiare bon ton e dizione. Ed è sempre più vicina a Berlusconi. Il 13 dicembre 2009 un pazzo aggredisce il cavaliere e lei lo veglia al San Raffaele. Lui si confida, le parla delle sue donne, e lei si dichiara: gli dice che è innamorata e che lo è da un pezzo. Risposta di Silvio: «Non se ne parla, sei troppo giovane».
La strana relazione continua
Però, la strana relazione continua, nonostante le cene eleganti di Arcore, le olgettine,i processi e i bunga bunga. La prima a dare l’annuncio è Daniela Santanché: «E’ Francesca Pascale la fidanzata di Berlusconi». Da Maurizio Costanzo, lui conferma: «E’ una persona molto bella fuori ma ancora più bella dentro. Mi vuole molto bene e anch’io gliene voglio tanto». Lei: «E’ un uomo adorabile, mi affascina da impazzire quello che dice e ciò che pensa».
Sempre meno cene eleganti
La cronaca cambia. Sempre meno cene eleganti e sempre più cerchio magico. Attorno a Francesca e al cavaliere, ci sono Maria Rosaria Rossi, che i giornali definiscono la badante, Debora Bergamini, responsabile della comunicazione, e Alessia Ardesi, altra fedelissima della Pascale. Lei è molto permalosa. Quando litigano lui le dà dell’isterica. «Inziamo urlando e finiamo ridendo», confessa Francesca. I suoi rapporti con Marina, dice, sono ottimi: «I figli di Berlusconi non mi hanno mai fatto sentire un’estranea. Non sanno che cosa sia l’arroganza». E quando probabilmente loro le chiedono di farsi un po’ più in là, allontanando il cerchio magico, lei obbedisce senza tante storie. C’è Villa Giambelli, c’è Dudù e c’è Dudina, e il Cavaliere è ancora qui.