Il segreto del “Bucci” e gli altri retroscena che hanno portato al successo il nuovo presidente della Liguria
La semplicità e la serenità di Laura Sansebastiano, moglie del neo Governatore, sono quasi una cartina di tornasole per capire la sconfitta della sinistra, persino stavolta che la strada sembrava spianata per una vittoria a tavolino
Il giorno dopo, Marco Bucci, nuovo presidente di Regione Liguria, è sempre “il Bucci”, come lo chiama dal giorno che si sono conosciuti, quasi quarant’anni fa, sua moglie Laura Sansebastiano che, col suo sorriso mite, con la sua ironia sottotraccia sempre genovese, con la sua sincerità disarmante, è stata uno dei segreti di questo successo. E la semplicità e la serenità di Laura sono quasi una cartina di tornasole per capire la sconfitta della sinistra, persino stavolta che la strada sembrava spianata per una vittoria a tavolino: un ottimo bomber come Andrea Orlando, il migliore dei candidati possibili immaginabili in quel campo; un autogol clamoroso come il patteggiamento di Giovanni Toti a ridosso delle elezioni e la presenza dell’ex presidente della Regione che comunque ha aleggiato in campagna elettorale e che, almeno a Genova, non ha certamente aiutato; la corsa non propriamente da record sul campo della campagna elettorale di una parte della coalizione di Bucci: da un lato a percorrere la fascia avanti e indietro come fosse il vero erede di “Pendolino Cafu”, Matteo Salvini, che si è praticamente trasferito in Liguria nelle ultime settimane, e il suo viceministro e plenipotenziario ligure della Lega Edoardo Rixi, che portano un ottimo risultato al Carroccio e risultano fra i veri king maker delle elezioni. Al centro, come un regista d’altri tempi, un Iniesta in mezzo al campo, Claudio Scajola, sindaco di Imperia, che trascina Forza Italia a un risultato storico in quel territorio e che, soprattutto, è stato decisivo nella scelta del candidato, il vero punto di svolta delle elezioni, bocciando candidature politiche e non civiche o in continuità con Toti che avrebbero annullato ogni possibilità di vittoria del centrodestra.
Il segreto del successo di Bucci
Del resto, i candidati totiani doc, ad eccezione del coordinatore Alessandro Bozzano, restano rigorosamente tutti a casa, con un risultato chiaro, tanto che “Noi moderati” a metà pomeriggio deve rivendicare le preferenze totali afferibili ai candidati di quell’area. E proprio la provincia di Imperia, con il contributo di tutti, è stato il segreto del successo di Bucci, che lì ha vinto e lì ha investito molto: ricordo l’intervista pubblica sul palco del teatro civico di Ventimiglia, strapieno, o la piazza di Imperia in un bagno di folla con Scajola e ancora Ospedaletti, Bordighera, Dolceacqua, Vallecrosia, Taggia… Per trovare gli 8000 voti di scarto di Bucci occorre guardare nelle 6300 preferenze di Marco Scajola in Forza Italia in provincia di Imperia, ai 3681 voti di vantaggio di Bucci su Orlando a Sanremo, dove pure un sindaco civico appoggiato dal centrosinistra al ballottaggio ha vinto pochi mesi fa, e proprio a Sanremo con il senatore Gianni Berrino Fratelli d’Italia supera il 30 per cento e porta a casa uno dei migliori risultati della regione, all’interno di una performance che invece a livello regionale è molto deludente per il partito della premier, ai 2158 voti in più per Bucci su Orlando a Ventimiglia, dove il sindaco leghista Flavio Di Muro è da sempre uno degli esponenti più in sintonia con il nuovo presidente, oltre ad essere l’unico primo cittadino politico e non civico ad aver vinto un grande Comune col centrodestra.
Bucci pronto per mettersi al lavoro
Quando lo intervistiamo a TGN Today a Telenord, con Matteo Cantile, direttore e gentiluomo, Carlotta Nicoletti, Maurizio Michieli e Stefano Rissetto, Bucci è già pronto a mettersi al lavoro: “Come al solito, domattina sarò in ufficio alle 7”. La road map prevede la procedura di decadenza da sindaco di Genova, una volta arrivata la notifica ufficiale dell’elezione a presidente, “anzi a sindaco della Liguria, come mi piacerebbe essere chiamato”. Al suo posto subentrerà come sindaco facente funzione fino alle elezioni di primavera il suo braccio destro e vicesindaco Pietro Piciocchi, “che sarà il candidato alla mia successione”. Del resto, vanno d’accordo da sette anni ed è chiaro a tutti – o almeno dovrebbe esserlo, perché nel centrodestra, soprattutto fra gli sconfitti, c’è chi inizia ad agitarsi ventilando altri nomi evidentemente ritenuti buoni per tutte le stagioni – che con un presidente della Regione come Bucci, un Comune della città capoluogo che da sola si avvicina alla metà degli abitanti “allineato” sia quasi indispensabile. Bucci non si nasconde nemmeno che il risultato a Genova città è stato inferiore al previsto, con il centrosinistra avanti di ventimila voti: “A Genova penso che la situazione sia complessa e che vada affrontata. Le difficoltà dei cantieri sono normali; causano disagio, ma alla fine portano soddisfazione e consenso. Ho visto che, una volta terminati, i cantieri contribuiscono al gradimento". E non a caso già oggi è programmato un incontro su tutti i principali temi con Piciocchi: “Ci parliamo tutti i giorni da sette anni”.
La presenza di Giovanni Toti
Bucci non si sottrae nemmeno alla domanda su quanto possa essere stata negativa la percezione della presenza di Toti in campagna elettorale, che certo non ha aiutato essendo percepito negativamente dopo il patteggiamento anche da molti di coloro che l’avevano appoggiato al momento degli arresti: "Credo che Giovanni non sia intervenuto molto in questa fase. Non ricordo interventi significativi da parte sua, una festa in discoteca e poco altro. La presentazione del suo libro, ad esempio, non è stata parte della campagna. Per quanto riguarda il patteggiamento, è una questione che riguarda lui. A me non riguarda. Non sono abituato a fare dietrologia; nel mio carattere c’è sempre la voglia di guardare avanti piuttosto che indietro. I pensieri su cosa sarebbe potuto essere lasciano il tempo che trovano, perché non possiamo cambiare il passato”.
La telefonata di Andrea Orlando
E questa mentalità quasi zen per un carattere fumantino come quello di Bucci si riverbera quando gli chiediamo come abbia preso i sondaggi negativi delle ultimissime ore. Fra sabato e domenica sentire gli esponenti del centrodestra era una sorta di pianto greco. E, paradossalmente, se non lo si conosce, l’unico assolutamente serafico era Marco Bucci, insieme proprio a Piciocchi, Rixi, Salvini e Scajola, sempre la stessa squadra dei king maker. “Ero assolutamente fiducioso perché ogni giorno ho incontrato 400-500 liguri e la percezione era assolutamente positiva. E poi non ha senso agitarsi per sondaggi o per cose che non si possono cambiare. Dobbiamo concentrarci su ciò che possiamo modificare" . E lì scattano anche le urla, come sanno bene i suoi collaboratori e assessori. C’è tempo anche per rendere l’onore delle armi a Andrea Orlando: “Mi ha fatto piacere la sua telefonata, è una brava persona e l’ho invitato a fare un giro con me in barca”. Quando? “Domenica c’è il sole”.