Renzi: "E' colpa del No se abbiamo dovuto mettere mano al portafogli per Mps"

L'ex premier a "La Repubblica": "L'errore l'ha fatto Monti sulla bad bank. Il caso Boschi padre ci è costato molto. Il M5S è un algoritmo, non un partito"

Renzi: 'E' colpa del No se abbiamo dovuto mettere mano al portafogli per Mps'
TiscaliNews

Monte dei Paschi di Siena e Banca Etruria, il rilancio del Partito democratico, il "Giglio magico", l'attacco al Movimento Cinque Stelle di Grillo ma anche gli errori di tre anni di governo. Dopo un lungo silenzio, l'ex premier Matteo Renzi concede una lunga intervista a La Repubblica in cui parla di riforme, referendum, banche e spiega come intenda rilanciare il suo partito, a partire dai suoi "errori".

"Dissi che Mps era un affare? C'erano le condizioni"

Tra i tanti temi trattati da Renzi c'è quello di Mps, salvata grazie al decreto "salvarisparmio" e al fondo da venti miliardi per le banche. "Dissi che Mps era un affare? C'erano le condizioni", si difende l'ex presidente del Consiglio dei ministri. "Ho detto in pubblico quello che ho ripetuto a tutti gli investitori stranieri. Avevamo creato le condizioni per un investimento estero importante - il fondo del Qatar - che ha detto no il giorno dopo il referendum per l'instabilità politica. Non ci sarebbe stata operazione pubblica da venti miliardi con la vittoria sulle riforme".

Il caso "Etruria - Boschi padre" ci è costato molto

Restando in tema di istituti di credito l'ex premier rivendica: "Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, l'errore l'ha fatto Monti sulla bad bank". C'è poi lo spinoso "caso Etruria" legato alla figura di Pierluigi Boschi, ex dirigente dell'isitituto di credito ma padre di Maria Elena, allora ministro per la Riforme oggi sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio. "Il caso Etruria ci è costato molto. Ma abbiamo fatto tutto quello che andava fatto. Abbiamo commissariato la banca, mandato a casa gli amministratori compreso il padre della Boschi, Etruria è l'unica banca sanzionata due volte, ci sono indagini della magistratura e ci saranno processi: vedremo chi sarà condannato e chi no. Non vedo l'ora che parta la commissione di inchiesta per fare chiarezza sulle vere responsabilità, dai politici ai manager ai controllori istituzionali".

"Ho fatto tante riforme, ma serviva più cuore e meno slide"

"Ho fatto tante riforme senza capire - ammette - che serviva più cuore e meno slide", "nel Pd, lo rilanceremo con facce nuove e valori forti. Non ho fretta di votare - aggiunge - ma evitiamo un bis del 2013". "Continuo a pensare - dice Renzi sulla legge elettorale - che il ballottaggio sia il modo migliore di evitare inciuci. Se la Consulta lo boccerà, c'è il Mattarellum. il proporzionale si torna alla Dc".

"L'inchiesta su Luca Lotti? sono sicuro di lui"

Sul cosiddetto Giglio magico, Renzi nega favoritismi: "Mai scelto le persone in base alla fedeltà. L'inchiesta su Luca Lotti? sono sicuro di lui, bene le indagini ma i pm facciano in fretta". Sulla vicenda Consip, Renzi ribadisce: "La mia linea è sempre una sola: si vada a sentenza. Noi chiediamo ai giudici di fare presto, sempre", "ovviamente non ho alcun dubbio sulla totale correttezza dei carabinieri e dei membri del governo in questa vicenda".

Il M5S è un algoritmo, non un partito

Renzi parla anche del M5S e del leader Beppe Grillo: "Lui vince se denuncia il male. Non se prova a cambiare. Quei ragazzi sono già divisi, si odiano tra gruppi dirigenti, fanno carte e firme false per farsi la guerra. Ma sono un algoritmo, non un partito. Lui è il Capo di un sistema che ripete ai seguaci solo quello che vogliono sentirsi dire, raccogliendo la schiuma dell'onda del Web. Dovremmo fare una colletta per liberare la Raggi e i parlamentari europei dalle orrende manette incostituzionali che multano l'infedeltà al partito, ogni ribellione o autonomia. Ma quelli che vedevano la deriva autoritaria nella riforma costituzionale, su questo tacciono".

"C'è un gran da fare per la sinistra"

Renzi spiega anche la sua idea di sinistra in Italia. "Le nuove polarità sono esclusi e inclusi, innovazione e identità, paura e speranza. Gli esclusi sono la vera nuova faccia delle disuguaglianze, dobbiamo farli sentire rappresentati. L'identità è ciò che noi siamo, senza muri e barriere, e non dobbiamo lasciarla alla destra. Quanto all'innovazione, è indispensabile per non finire ai margini, ma ne ho parlato in termini troppo entusiastici, bisogna pensare anche ai posti di lavoro che fa saltare. Insomma, c'è un gran da fare per la sinistra".