[La polemica] Quanto è pericoloso il nuovo editto bulgaro di Grillo. In gioco non ci sono solo le poltrone Rai
In questo clima che sta diventando giorno dopo giorno sempre più irrespirabile, all’informazione e agli operatori della informazione deve essere garantita piena agibilità. È in gioco la verità, e cioè la democrazia
E adesso che toccherà a loro decidere, cosa succederà? Davvero ci dobbiamo aspettare un nuovo “editto bulgaro” contro i giornalisti? Epurazioni di massa? Il plenipotenziario dei Cinque Stelle nel governo, Luigi Di Maio, da giorni va ripetendo che vuole scovare i raccomandati in Rai, quelli entrati magari senza titoli, e che le nomine del nuovo CdA, del Direttore generale di viale Mazzini e della Presidenza Rai dovranno essere sganciate dalla Politica. Il fondatore del movimento, Beppe Grillo, ancora in questi giorni ha avuto modo di ribadire la sua posizione: «Due reti vanno vendute e una terza deve vivere senza pubblicità. Agorà (il talk show di Rai3, ndr) la chiudiamo. Il Foglio? Gli tagliamo i finanziamenti, Rai1 state molto attenti. LA7 e Canale Cinque non avvicinatevi».
Provocazioni di un comico che parla? Ma che succederà alla Rai? E visto che si avvicina il “cambio di stagione”, le nuove nomine, come si spartiranno le poltrone i Cinque Stelle e la Lega? Proprio oggi i partiti dovranno indicare la Rosa dei nomi per la Commissione parlamentare di Vigilanza. Poi arriverà l’impegnativa elezione del CdA e del Direttore generale. E in autunno dovrebbero essere nominati i nuovi direttori di rete e dei telegiornali.
Beppe Grillo ha sempre avuto il pregio di chiamare le cose con il proprio nome: «Molti giornalisti della Rai - è il suo pensiero - dovranno rendere conto della loro omertà, dei loro attacchi telecomandati, dei loro silenzi».
Era il giugno del 2013 quando il portavoce del Movimento se la prendeva con i giornalisti. Oggi che sono al governo, come si muoveranno i grillini? Il loro atteggiamento censorio e minatorio oggi rischia di trasformarsi in un una politica antidemocratica.
Il problema è che con le nuove regole, i nuovi direttori dei telegiornali dovranno essere scelti tra i giornalisti dipendenti della Rai. I nomi del Presidente e del Direttore generale della Rai, potranno invece essere scelti anche all’esterno della Rai. E già si fanno i nomi della giornalista Milena Gabanelli per la presidenza Rai e degli editorialisti del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli per la direzione generale. E dunque come pensano di “punire” i giornalisti “scomodi”? Chi sceglieranno come direttori delle testate giornalistiche per sentirsi rappresentati?
Nel settembre scorso Beppe Grillo si rivolse così ai giornalisti: «Non vi vergognate? Vi mangerei per il solo gusto di vomitarvi». Erano solo esagerazioni di un attore comico? Resta il fatto che in queste settimane il clima nei confronti della informazione sta diventando sempre più teso. Le esternazioni dei vari Salvini hanno legittimato “teste calde” a contrastare sul web le posizioni “buoniste”, per esempio sulla immigrazione, costruendo anche falsi clamorosi. Come la campagna denigratoria contro i presunti annegamenti di neonati.
Sono arrivati a sostenere che i tre neonati morti raccolti dai soccorritori in mare erano dei bambolotti. Colpisce il livello di cinismo e di inquinamento della realtà. E preoccupa perché è come se fosse in corso una campagna di disinformazione mirata, sostenuta oggettivamente da forze che sostengono il nuovo governo. Ecco perché in questo clima che sta diventando giorno dopo giorno sempre più irrespirabile, all’informazione e agli operatori della informazione deve essere garantita piena agibilità. È in gioco la verità, e cioè la democrazia.