[L’intervista] Pirozzi l’irriducibile che ha fatto infuriare Berlusconi. “C’è un patto segreto di poltrone”
In quest’ultimo giorno di campagna elettorale intervistiamo Sergio Pirozzi, il candidato outsider che ha fatto infuriare Berlusconi e Parisi spaccando il fronte del centro destra nel Lazio. Ora, con una quotazione non banale ( fra il 6 e l’8 per cento secondo gli ultimi sondaggi disponibili) la sua “Lista dello Scarpone” rischia di facilitare la vittoria di Zingaretti
Parisi ha fatto un appello ai suoi elettori invitandoli a non disperdere il voto: se votate Pirozzi, vince Zingaretti. Lei gli ha risposto con una parodia su Facebook ribaltando l’appello agli elettori del centro-destra e rivelando un retroscena scomodo sul candidato di Energie per l’Italia.
Da fonti bene informate mi dicono questo: Parisi non vincerà, ma ha già la garanzia che andrà a fare il Direttore Generale della Rai. Dico di più: vincerà Zingaretti, perché fra centro-destra e centro-sinistra c’è sotto un accordo: se il Segretario del partito gli ha permesso di fare un accordo nel Lazio con Leu e in Lombardia no, si capisce tutto. Si sono spartiti anche quello: a te Milano, a noi Roma.
Il messaggio è diffidare del voto utile?
Poi lui il voto utile lo intende per continuare a fare la spartizione del Lazio è il loro interesse, l’hanno capito tutti Per un segno di discontinuità diverso dalla logica di spartizione 70/30 c’è solo un voto utile. Purchè venga da e donne uomini liberi. Chi non è liberoè meglio che voti altri candidati.
In questi ultimi giorni c’è stata più di una scintilla anche con Berlusconi, che descrivendo al capogruppo del PPE Weber il quadro della competizione elettorale italiana ha detto “vedremo di farlo ragionare, ai calci in c…ricorreremo successivamente”.
Penso che l’ex premier abbia fatto uno scivolone grave a livello istituzionale, perché non si dice ad un sindaco che rappresenta le istituzioni che prende 660 euro al mese, che da 23 anni fa l’amministratore pubblico per passione “lo prenderemo a calci in c..”. Si tratta di uno scivolone che non rende giustizia anche della sua generosità. Io penso che sia frutto del nervosismo, perché evidentemente le quotazioni della Lista dello Scarpone sono ben più alte di quell’8% di cui parla lui”.
E’ vero però che correndo divisi c’è il rischio concreto di perdere. Ha sbagliato lei a candidarsi contro l’establishment o hanno sbagliato loro a non appoggiarla? E le Primarie, perché non sono state fatte?
“Io sono soddisfatto di tanti incontri con la gente. Il 5 marzo per me non è la fine, è il punto di partenza. Invece sarà la fine di alcuni partiti tradizionali così come abbiamo visti negli ultimi anni. Insomma, se a Ostia vota il 31 % della popolazione, se lì vanno tutti quanti i leader e la candidata del centro-destra non vince, qualche domanda se la dovranno pur fare. Io invece pesco anche in quella quota dell’elettorato che non andava a votare più.
Il rischio di frammentazione del voto non esiste, dato che Zingaretti e Parisi stanno d’accordo già a prescindere. Ma un presidente di una squadra di calcio sceglie l’allenatore alla vigilia di coppa dei campioni o lo fa prima? Hanno detto che io non ero controllabile, ed è il complimento più bello che mi potessero fare. Vivaddio io rispondo alla gente, non alle logiche di cordata, non ai partiti. La vedo così la politicsa credo nella correttezza istituzionale nella forza delle proposte e non nei giochi di potere. Per questo ho proposto che i dg delle Asl non vengano più nominati dai Presidenti e non mi ha risposto nessuno, immagino perché le logiche di governo oggi sono dominate dalle correnti dagli apparati e dalle spartizioni e 3 organismi esterni di specchiata levatura nazionale dessero le indicazioni sulle nomine poi io do l’indirizzo politico di decentramento rispetto alla visione romanocentrica. Io orgoglioso di non essere controllabile e gestibile dagli altri partiti.
Fra le proposte: 400 mila micro imprese presenti nel lazio che possono essere aiutate con una detassazione totale, zero oneri previdenziali e sgravi contributivi fino a tre assunti. Ma le coperture dove si trovano?
Le coperture le troviamo con la rinegoziazione dei mutui. Faremo 15 contee defiscalizzate con dei parametri che sono quelli del Mise. Le imprese dovranno dimostrare una diminuzione del fatturato negli ultimi 3 anni per poter accedere agli sgravi, come previsto dalla legge. E’ una cosa rivoluzionaria, ed è fattibile perché noi l’abbiamo realizzata ad Amatrice. Perché non ci ha mai pensato nessuno? perché nessuno pensa agli ultimi. Gli altri candidati non studiano, non approfondiscono i problemi, mischiano i temi nazionali con quelli regionali: ad esempio sull’immigrazione. E’ una campagna priva di contenuti, gli fa comodo così.
Per lei l’avventura non finisce col 4 marzo: la lista dello Scarpone sta già preparando gli Stati Generali del raggruppamento
Si, assolutamente. Mai io ho la sensazione che anche il 4 marzo avremo delle belle sorprese. Sentiamo il sostegno che arriva dai territori, il 4 marzo sarà comunque un risultato straordinario per un movimento che è stato messo in piedi senza soldi, senza apparato, solo con il volontariato. E ci stiamo organizzando per essere in campo per le amministrative di maggio, non solo nel Lazio. I cittadini ormai si rivolgono ad un nuovo modo di far politica, lontana dai partiti tradizionali che hanno abbandonato il rapporto coi territori. E’ il nostro momento.
Lei era dato per vicino a Fratelli d’Italia. Adesso i suoi rapporti con Giorgia Meloni come sono?
Io non li ho più sentiti. Ho preso atto che son state fatte altre scelte, ma non me ne dolgo, anzi: meglio così perché se dovevo stare lì per poi rispondere alle logiche dell’apparato è stato giusto non puntare su di me. Io ho un altro modo di intendere l’impegno in politica, e penso di averlo dimostrato con le mie scelte: potevo andare in Parlamento, mi avevano offerto di tutto. Avrei potuto sfruttare in quel senso la vicenda del terremoto. Invece siccome l’ente che incide sulla vita dei cittadini, anche sule aree terremotate, è la Regione: è lì che viene gestito l’ufficio speciale ricostruzione, le gare per la rimozione delle macerie, la gestione degli sms. E io lì mi voglio impegnare.
Com’è la situazione ad Amatrice con la grande ondata di freddo?
Io a suo tempo ho denunciato che non era plausibile che non fosse la stessa ditta che montava le casette a fare le opere di urbanizzazione, perché poi in caso di problemi non si sapeva manco a chi rivolgersi. Anche lì, il comune non aveva neanche le copie dei progetti delle opere di urbanizzazione. Io proposi che i sub commissari alla ricostruzione dovevano essere i sindaci. Una cosa di buon senso, ma anche quella non è passata.