Pier Silvio Berlusconi: "Nessuna intenzione di scendere in politica. Il taglio al canone Rai? Propaganda"
L'Ad di Mediaset, nel corso di una conferenza stampa a Cologno Monzese, spazza via ogni ipotesi di una sua discesa in campo. Anche perché, dice, "c'è un governo che sta facendo bene"
"Non ho nessuna intenzione di scendere in politica, punto". Pier Silvio Berlusconi è tranchant: nessuna intenzione di scendere in politica. Anche perché "c'è un governo stabile e c'è un governo che sta facendo bene". L'occasione è quella della conferenza stampa negli studi televisivi di Cologno Monzese in cui l'ad di Mfe-Mediaset parla dell'attività nell'azienda ereditata dal padre ma anche di fatti politici, con al centro proprio la sua figura come futuribile candidato. I motivi che enumera per allontanare da sé l'ipotesi di una discesa in campo sono almeno tre. "Primo, voglio continuare a fare il mio mestiere, io amo Mediaset e penso che il mio lavoro non sia finito, anzi", ha detto il dirigente. "Secondo, perché anche mai fosse, e non è, non ritengo serio improvvisarsi dall'oggi al domani, dovrei avere dei bei tempi di preparazione e fare una bella gavetta".
Il terzo motivo è l'elogio al governo di Giorgia Meloni. E resta sul punto: "Al di là del fatto che io non ho nessuna intenzione, che cosa potrei fare io non lo so, ma l'Italia a oggi ha un governo stabile e secondo me soprattutto guardandosi intorno, pensiamo a quello che sta succedendo in Francia e in Germania, sta facendo bene in un momento molto complicato, provando a fare il meglio possibile". E poi c'è Mediaset, l'azienda creata dal padre, della quale dice che "siamo in un momento bello dal punto di vista dei risultati soprattutto in Italia, ma molto complicato e cruciale dal punto di vista dello sviluppo. Io rimango qua e amo questa azienda e tutte le persone che ci lavorano", ha sottolineato.
"Sanremo? Spero che rimanga in Rai"
Sanremo potrebbe approdare in casa Mediaset dopo la sentenza del Tar della Liguria che ha giudicato illegittimo l'affidamento diretto alla Rai e per cui il Festival dovrà essere messo a gara a partirre dal 2026, dice "vedremo". Poi spiega: "Io penso che Sanremo sia un pezzo di Rai, ma allo stesso tempo che la Rai sia il vero motore e la vera forza del Festival di Sanremo. Quindi da italiano mi auguro che Sanremo rimanga in Rai, punto. Quello che succederà vedremo". "Mi sembra che la situazione sia davvero ancora troppo fumosa per poter esprimere un giudizio", aggiunge Berlusconi.
Alla domanda se l'idea di avere il Festival a Mediaset lo divertisse, Pier Silvio risponde: "Non mi pongo la domanda: penso che riguardo a certi ambiti sia necessario essere rispettosi". "Per me - continua - Sanremo oggi è un pezzo di Rai per cui non mi pongo la domanda. Se mai un domani dovesse essere sul mercato veramente un oggetto da considerare in ottica commerciale, lo valuteremo con l'atteggiamento giusto che è quello di un'azienda commerciale che valuta costi e ricavi. Ma a oggi non mi pongo nemmeno la domanda: per me è un pezzo di Rai importantissimo".
"Taglio al canone? Propaganda"
Tra le domande, anche una sulla proposta leghista di tagliare il canone Rai, portantolo da 90 a 70 euro. "Penso che la proposta di diminuire il canone sia una mossa di propaganda", ha detto. "Lo dico sorridendo - ha aggiunto - perché ho un ottimo rapporto personale con Salvini".
Secondo Berlusconi "se togli 20 euro dal canone, togli 430 milioni dalla fiscalità generale: togli da una tasca prendi dall'altra, non cambia un granché. Tra l'altro la fiscalità generale finanzia voci importanti come la sanità e le pensioni. Mi sembra anche meno chiaro e trasparente nei confronti degli italiani". "Penso di poter dire di avere un buon rapporto con lui", ha sottolineato l'ad Mediaset riferendosi al vicepremier Matteo Salvini. "Ma la politica è la politica, ci sta anche fare propaganda. Il canone è qualcosa che per il cittadino può essere antipatico, ma tutte le tasse lo sono. Però svolgono una funzione importante", ha sottolineato.
"La Rai è strategica serve un occhio di riguardo"
"Penso che veramente la politica italiana dovrebbe mettere un occhio di riguardo nei confronti della Rai e del sistema dell'audiovisivo. L'Italia è il Paese in cui si investe di meno pro capite a livello europeo, c'è tanta confusione, è un settore importante. La Rai da questo punto di vista è al centro di tutto. Una Rai forte, una Rai che rappresenta l'Italia è troppo importante", ha continuato Berlusconi.
Ma sulle performance di Mediaset, il secondogenito dell'ex premier e fondatore di Forza Italia esulta proprio per il confronto con la tv pubblica. "Chiudiamo la seconda stagione, anzi il secondo anno solare, avendo raggiunto risultati di ascolto del servizio pubblico: l'anno scorso abbiamo superato risultati 24 ore della Rai, oggi siamo a un soffio", dice dopo che nei giorni scorsi era emerso che Mediaset, con dati Auditel aggiornati a inizio novembre, avesse superato di poco la Rai dall'inizio del 2024. "Questo è un dato di fatto. Comunque per noi essere uguali alla Rai o raggiungere o superare i risultati della Rai conta veramente poco, non è nei nostri obiettivi: siamo una televisione commerciale, lavoriamo per generare contatti pubblicitari e lì andiamo molto bene".