Le parole shock di Morra sulla salute di Bucci. Ma è quello che in tanti pensano
"Bucci come Santelli è malato oncologico Gli elettori liguri devono essere consapevoli che stanno votando una persona malata che potrebbe non terminare il mandato. Lo ha detto lui: ha un tumore metastatico, con il quale non si scherza. Anche se lo vedo tonico in questa campagna elettorale”

Parlando con “Il Foglio”, l’ex presidente della commissione Antimafia e del gruppo del MoVimento Cinque Stelle al Senato Nicola Morra in qualche modo ci ricasca, esattamente come capitò quando parlò di Jole Santelli, la presidente della Regione Calabria malata di tumore che poi morì durante il suo mandato. Morra è candidato presidente di Regione Liguria per “Uniti per la Costituzione”, il gruppo che riunisce soprattutto ex pentastellati che esordì proprio a Palazzo Madama con il nome di C.A.L. - Costituzione Ambiente Lavoro - e che ha riscontrato un grosso successo candidandosi alle comunali con l’ex presidente del gruppo Mattia Crucioli che ha superato il 3,5 per cento, risultato straordinario rispetto al 4,4 per cento del MoVimento “ufficiale”. Le parole di Morra - peraltro poi precisate successivamente, con tanto di telefonata rimasta senza risposta e messaggino a Marco Bucci - sono state shock: "Bucci come Santelli è malato oncologico Gli elettori liguri devono essere consapevoli che stanno votando una persona malata che potrebbe non terminare il mandato. Lo ha detto lui: ha un tumore metastatico, con il quale non si scherza. Anche se lo vedo tonico in questa campagna elettorale”.
E, sinceramente, occorre dire che l’ex presidente dell’Antimafia ha detto, sgradevolmente, urlando, quello che tanti a sinistra (e a destra finché Bucci è stato indicato ufficialmente come presidente) pensano e dicono (pensavano e dicevano) sottovoce.
Tutto questo è stato necessario e sufficiente a scatenare le reazioni del centrodestra, a partire dall’assessore del Municipio Ponente di Genova Lorella Fontana, leghista, che ha ricordato con un post toccante i suoi lutti familiari, e stima moltissimo Bucci. E poi le reazioni si sono moltiplicate, a partire dal capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia ed ex vicesindaco di Genova Stefano Balleari: "È avvilente vedere un ex senatore della Repubblica cercare visibilità lucrando su una malattia. Mentre Bucci è il leone che sta rispondendo bene alle cure, Morra è la iena che giurava sui due mandati elettorali, e adesso ne cerca un terzo nella casa degli scontenti dal partito di Conte. Una brutta caduta di stile". E si fa sentire anche l’ex sottosegretaria agli Interni e all’Economia con Maroni e Tremonti nel governo Berlusconi, Sonia Viale, leghista: “Il mondo che ho in mente io è un mondo dove la malattia non si nasconde. Dove la forza di chi ha ruoli pubblici diventa un esempio. Perché di Marco Bucci o di principesse del Galles, che ogni giorno affrontano impegni familiari o lavorativi, è pieno il mondo. Per fortuna certa sinistra, rappresentata dal candidato Morra in Liguria, che oggi ci ricorda la malattia degli altri come monito per scegliere chi votare, tornerà da dove è venuta. Senza il nostro voto”.
Insomma, il fattore malattia entra prepotentemente nella campagna elettorale per le elezioni liguri.
E a raccontarlo, a TiscaliNews e a Tgn Today, dove ho avuto l’opportunità di intervistarlo per Telenord insieme a Matteo Cantile, Maurizio Michieli, Stefano Rissetto, Gilberto Volpara e Carlotta Nicoletti, è proprio lo stesso Marco Bucci.
Il sindaco di Genova e candidato alla presidenza della Regione Liguria non si nasconde: "Io ora sto bene e sono amareggiato che le condizioni di salute possano diventare argomento di campagna elettorale, ma devo dire che ciò che mi dà ancora più fastidio e mi dà il voltastomaco sono le bugie raccontate da avversari che raccontano falsità su quello che abbiamo fatto e stiamo facendo per la Liguria e per Genova”.
Marco Bucci racconta in particolare che gli fanno male alcuni commenti social, che si commentano da soli, che gli augurano la morte, ma non vuole passare da eroe, quando gli ricordiamo che la sua situazione potrebbe essere un aiuto, uno sprone e un monito per tutti i malati oncologici, come un segno che dalla malattia si può guarire: “Mi fa piacere se la mia esperienza può essere di esempio ad altri, ma le assicuro che non mi sono ammalato per vincere le elezioni”.
Ma, per l’appunto, al di là di una narrazione del centrodestra a tratti un po’ compassionevole – con esponenti di Noi Moderati e di Fratelli d’Italia, locali e plenipotenziari sulla Liguria che si sono opposti alla sua candidatura e a quella sostenuta da lui del suo vice Pietro Piciocchi, un fuoriclasse, pensando ad altri nomi che avrebbero garantito maggiore continuità con Toti, salvo poi non fiatare più quando è stata la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni a firmare la sua investitura ufficiale – è lo stesso Bucci a raccontare: “Quando Giorgia mi ha chiamato mi ha detto che avrei dovuto accettare per senso di responsabilità e per il bene della Liguria, che amo moltissimo. Allo stesso modo, però, mi ha detto: “Invece, sulla tua salute ovviamente decidi tu e se deciderai di declinare io capirò, quella è una tua decisione assolutamente personale”.
Ora, chiunque conosce, anche superficialmente, Marco Bucci sa che le difficoltà lo esaltano anziché deprimerlo e infatti lui ha fatto due passaggi decisivi, prima di dire sì a Giorgia.
Il primo è stato una cena in famiglia con sua moglie Laura Sansebastiano e i suoi ragazzi, dove il no alla candidatura ha prevalso. Motivo necessario e sufficiente per accettare la candidatura e la sfida.
Il secondo, ovviamente, è stato un consulto con i suoi medici curanti che gli hanno posto alcuni limiti, “ma – dice Bucci e qui gli occhi gli si illuminano – mi hanno anche spiegato che l’adrenalina di questa sfida è in qualche modo positiva per il decorso della malattia”.
E, in una bella intervista a Marco Imarisio del “Corriere della Sera”, il sindaco di Genova e candidato alla presidenza della Regione Liguria ha spiegato: “Capisco i dubbi sulle mie condizioni di salute, sono legittimi. Ma ho detto che me la sento. Se mi rimangono tre anni di vita, li spenderò così. Se ne ho cinque, riesco a fare il presidente fino al termine del mandato. Se poi me ne restano altri dieci, me li faccio tutti in barca a vela".
E ancora: "Ho appena cominciato con l’immunoterapia. Iniezioni di anticorpi monoclonali per i cosiddetti tumori sensibili, una ogni ventuno giorni. Ho mandato alcune mie cellule a un laboratorio in Germania per vedere come reagiscono al farmaco: pare che siano recettive. Insomma, funziona".
E infine: “La mia candidatura è un segno di speranza, comunque la si guardi”.
Ecco, così.