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[Il retroscena] Il Parlamento ha già sprecato 252 milioni di euro e lavorato soltanto 12 giorni

Camera e Senato lumache e sprecone, è già record: in 63 giorni hanno lavorato solo 12 ore 56 minuti. Sono chiuse fino al 7 maggio. Dalle Politiche in poi i parlamentari hanno lavorato pochissimo quanto un comune lavoratore in un giorno e mezzo. Solo sette le sedute a Montecitorio. Lo stallo sul governo dovuto ai veti incrociati costa al contribuente: i due Palazzi hanno "sprecato" in questi due mesi parecchi soldi. Ecco tutti i numeri

[Il retroscena] Il Parlamento ha già sprecato 252 milioni di euro e lavorato soltanto 12 giorni

Altro che vitalizi, altro che auto blu: le forze politiche, pure quelle che si volevano intestare la lotta agli sprechi, hanno buttato due mesi di tempo e la bellezza di 252 milioni di euro. Camera e Senato hanno chiuso i battenti mercoledì 18, riapriranno il 7 maggio, tra più di quindici giorni. Non è nemmeno detto che quel lunedì si presentino tutti i deputati: si votano soltanto le nomine dell’Autorità per l’energia, niente di decisivo. Fatto sta che a due mesi e tre giorni dalle elezioni il nuovo Parlamento dove il gruppo più numeroso è quello dei Cinquestelle, seguito a ruota da quello della Lega, ha lavorato pochissimo, già fatto segnare un record negativo. Già dall’esito del voto, infatti, la situazione si è ingarbugliata tra veti e controveti ed ha impedito al Parlamento, che pure è perfettamente operativo ed ha eletto presidenti e uffici di presidenza, nominato le Commissioni speciali che sostituiscono quelle ordinarie, di lavorare come si deve.

In due mesi hanno lavorato quanto un impiegato in un giorno e mezzo

A calcolare quanto tempo hanno lavorato effettivamente i parlamentari italiani in due mesi e rotti è stato l’ufficio studi del Senato, che stila - sistematicamente - le statistiche, che vengono poi pubblicate sul sito: dal 4 marzo  a Palazzo Madama si è lavorato per 12 ore e 56 minuti. Praticamente in 63 giorni, gli eletti hanno lavorato quanto un qualunque impiegato in un giorno e mezzo.

Ecco quanto ci costano

A Montecitorio, dove il presidente - incolpevole, per la verità - è uno dei fondatori dei Cinquestelle, dal 4 marzo ci sono state solo 7 sedute. Male. Perché, ovviamente, la non attività ha un costo. Non è che se l’Aula non funziona, se non si può votare, se persistono i veti, allora la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica non consumano elettricità e richiedono manutenzione ai pc, non pagano assistenti parlamentari e addetti alle pulizie, insomma non costano. Quanto si è sprecato - dei soldi pubblici - in questi due mesi a causa dei veti del Movimento 5 stelle su Forza Italia e della Lega sul Pd? Per scoprirlo è sufficiente studiarsi i bilanci di previsione - già approvati - per il 2018. I costi stimati per quest’anno sono di 968 milioni di euro per Montecitorio, 551 milioni di euro per Palazzo Madama, che “ospita” la metà dei dipendenti. Ecco scoperto che l’immobilismo di questo inizio di terza Repubblica è già costato al contribuente 161 milioni Montecitorio e 91 milioni Palazzo Madama. Totale? 252 milioni di euro.  “Due mesi di stipendi e di costi della politica buttati e i problemi degli italiani aspettano”, denuncia il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, già portavoce dell’ex segretario Matteo Renzi nel corso dell’ultima campagna congressuale. In una Camera come nell’altra le poche ore lavorate sono servite prevalentemente per eleggere o nominare persone in determinati ruoli, di “vita vera” ci si è occupati pochino. I soli provvedimenti discussi riguardano il programma della Difesa per l’acquisto di dieci droni, il codice internazionale per i viaggiatori aerei che è una misura contro il terrorismo e di altri provvedimenti di questo stesso tenore. Al rientro dal lunghissimo ponte del 1 maggio, la Camera si ritroverà a discutere pure di uno schema di decreto che riguarda la riproduzione dei maiali da monta, “lascito” del governo di Paolo Gentiloni a chi verrà dopo.

Paolo Emilio Russodi Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare   
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