Il paradiso fiscale dei paperoni, dove vanno a vivere per pagare pochissime tasse. Ecco i nomi illustri
Corsa verso una cittadina svizzera a 260 km da Milano che ha visto arrivare i suoi abitanti a oltre 23mila

Se in Italia guadagni un reddito annuo superiore ai 75mila euro paghi un’aliquota Irpef del 43 %. A Baar, piccolo comune svizzero a 30 km da Zurigo, invece, se guadagni più di un milione di franchi paghi il 9,59 %. Voi dove andreste a vivere? Il punto è che non tutti possono scegliere. Si risiede dove si lavora, dove si ha famiglia. Ma chi può, se ne va. E come dargli torto. Sarà per questo che la cittadina svizzera a 260 km da Milano ha visto arrivare i suoi abitanti a oltre 23mila. E con una bella carrellata di nomi illustri.
Il pilota Ferrari
Kimi Raikkonen, per esempio, pilota Ferrari. Secondo quanto riportato da Angelo Minicuzzi sul suo blog del Sole 24 ore, ha comprato una villa nel 2009: una casa moderna di 3mila metri quadrati, con garage enorme, dal costo di dieci milioni di euro. Tutte tasse risparmiate, probabilmente. A Baar, una famiglia media con due figli, due redditi ha un’aliquota che, anche in caso di super stipendio, non supera il 10%. Se guadagni non oltre 150mila franchi svizzeri, sei tassato tra l’1 e il 2%. Paragonato all’Italia, dove almeno la metà di quello che guadagni sui redditi alti, se ne va in tasse, è tutt’altra storia.
Tutta la Svizzera
Ma Baar non è l’unico comune a praticare una fiscalità di tale vantaggio. Tutta la Svizzera – secondo l’analisi di Minicuzzi, che cita i giornali locali “Tages-Anzeiger” e “Bund”-, appare come un piccolo paradiso fiscale. Con il vantaggio di essere nel cuore dell’Europa, a un tiro dai confini nazionali di Italia, Francia, Germania, a un’ora e poco più di volo dalle maggiori capitali europee. Ecco perché in tanti stanno scegliendo le montagne.
Tasse non superiori al 10%
Da Baar a Zug, che tassa del 9,78% a Wollerau con il 9,83%. Secondo il blog di Minicuzzi, il paradiso del paradiso è proprio il cantone di Zug. Nella mappa dei vantaggi fiscali, infatti, ben undici delle prime quindici cittadini svizzere dove si pagano meno tasse sono in questa regione. Walchwil, per esempio, tassa al 9,91%. Forse per questo vi risiede Sergio Marchionne, amministratore delegato del Gruppo Fiat. E sempre qui ha preso casa Sebastian Vettel, altro pilota Ferrari.
Il Ticino
I comuni svizzeri più vicini all’Italia sono, com’è noto, quelli del Ticino. Qui le aliquote fiscali non sono vantaggiose come quelle di Zug. Ma si va di lusso, ancora, rispetto allo Stivale. Il 18%, massimo il 19, per comuni come Cadempino, Porza, Bioggio, Collina d’Oro, Linescio. Redditi alti tassati fino al 27 %, invece, per i cantoni francofoni. In ogni caso la metà di quanto, a parità di introiti, si pagherebbe nei paesi vicini.
Non solo poche tasse
La Svizzera, poi, non solo pratica aliquote basse. Ma consente anche dichiarazioni fiscali più agevoli, documentazioni più snelle, trattative personalizzate per concordare misure forfettarie di spese da dichiarare, accordi preventivi che agevolano i controlli, facilitano i calcoli, tranquillizzano i contribuenti. La scelta, quindi, diventa quasi obbligata. Paghi meno, paghi meglio, fai prima e stai tranquillo. Il paradiso, appunto.
Tramonta il segreto bancario
La vecchia idea, del resto, di portare i soldi in Svizzera corrisponde a un mito mai tramontato. In realtà, un tempo si pensava più a mettere valuta nelle banche elvetiche che a trasferirvi la residenza. Le norme sul segreto bancario erano di grande tutela per chi voleva occultare i propri guadagni. Poi, con una riforma, è arrivata la stretta. Una nuova convenzione – almeno tra Italia e Svizzera - limita l’esercizio del segreto. Le banche, dentro alcuni percorsi, sono obbligate a svelare i nomi dei titolari di conti e depositi. Resta però, anche sul profilo bancario, una fiscalità di vantaggio, che sta diventando la vera e nuova porta del paradiso. L’aliquota fiscale, per esempio, sugli utili è mediamente all’8.5%. In Italia è mediamente al 24,8%. Quindi, pur cadendo il velo e smettendo quel suo ruolo tradizionale di “pulitore”, con le banche, di soldi di non chiara provenienza, la Svizzera resta un paese di grande vantaggio fiscale.
Difficile ottenere il permesso
Raccontato così, quindi, la domanda viene naturale: perché non andarsene tutti? Semplice. Perché la Svizzera pratica una politica di apertura e chiusura delle porte molto rigorosa. L’immigrazione è sempre stata importante, sia dall’Italia sia dagli altri paesi confinanti. Ma l’attenzione è alta e la selezione importante. I cantoni svizzeri hanno molto da guadagnare sui residenti di lusso: si incassano meno tasse sul reddito delle persone fisiche, e così li si attira, ma con questo parterre alto e tanta disponibilità di reddito, si spostano spese sul mercato interno. I nuovi residenti super ricchi comprano, consumano, lasciano reddito nel luogo dove vivono. Fanno ancora più ricco il paradiso, insomma. Che perde qualcosa da una parte ma ne guadagna molto di più dall’altra, riuscendo peraltro – viste le dimensioni e la situazione sociale – a garantire ottimi servizi con pochi costi. Ma non tutti sono ben accetti.
Porte aperte ai ricchi
Se non sei cittadino svizzero e vuoi vivere in Svizzera hai bisogno di un permesso (il visto turistico dura al massimo tre mesi). I permessi sono di vario tipo. Se hai un lavoro in Svizzera, lo devi documentare, devi avere uno stipendio adeguato e dimostrare di avere una casa adeguata e a disposizione. Se sei un libero professionista devi essere altamente specializzato e con alto patrimonio personale. Se, infine, sei molto ricco puoi avere il permesso B in convenzione fiscale: residenza annuale, rinnovabile, paghi le tasse in Svizzera ma devi avere un capitale netto dichiarato di almeno un milione di franchi svizzeri ed un reddito annuo di almeno 150mila franchi. Porte aperte, quindi, ma ai ricchi.