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[L'intervista] Orfini: "Salvini chiude i porti a capriccio e costruisce le sue fortune sulla paura. Basta guerre interne nel Pd"

Il presidente del PD attacca: "Colpisce l'analfabetismo costituzionale di questo governo. Non c'è un vero presidente del Consiglio, ma c'è uno dei suoi vice che agisce come un sovrano"

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo, editorialista   
[L'intervista] Orfini: 'Salvini chiude i porti a capriccio e costruisce le sue fortune sulla paura...

Matteo Orfini, c’è una involuzione pericolosa del quadro democratico nel nostro Paese?

"La democrazia nel nostro Paese è solida. Ma certamente colpisce l'analfabetismo costituzionale di questo governo. Non c'è un vero presidente del Consiglio, ma c'è uno dei suoi vice che agisce come un sovrano legibus solutus: non risponde dei reati commessi dal suo partito, vorrebbe decidere personalmente chi arrestare e chi no, apre e chiude i porti a capriccio, senza peraltro averne formalmente il potere. E poi c'è un altro vice premier che pur avendo preso il doppio dei voti del primo, ha scelto di concedergli la leadership della maggioranza".

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, per essere espliciti, si muove dentro i confini della Carta Costituzionale o nel suo agire quotidiano va oltre il suo mandato?

"Nelle dichiarazioni - perché di questo parliamo, atti di governo non ne esistono - nelle quotidiane sparate è fuori da ogni principio e regola. Usa il suo ruolo non per risolvere i problemi, ma per costruire nemici e additarli alla rabbia popolare. Abbiamo un ministro dell'interno che non fa nulla per garantire sicurezza al Paese, perché è sulla paura che costruisce le sue fortune. Ed ha bisogno che paure e rabbia crescano".

Roberto Speranza, coordinatore di Articolo1-Mdp, ha denunciato il segretario della Lega per istigazione all’odio razziale, per le sue affermazioni sui Rom. E lei, che è il presidente del Pd, che giudizio dà.

"È uno degli esempi che raccontano questo primo mese di governo: si sceglie un obiettivo facile, in questo caso i rom, li si mostrifica incanalando lì la rabbia popolare. Ovviamente (e per fortuna) non seguono atti concreti, perché a Salvini basta poter indicare ogni giorno un nuovo nemico. È una grande strategia di propaganda che non si ferma mai".

Un mese e oltre di governo, e la nuova maggioranza non ha prodotto ancora una legge. Salvini sembra essere il vero presidente del Consiglio. Una parte della sinistra aveva sperato di impedire l’abbraccio mortale tra Lega e Cinque Stelle, aprendo un dialogo con l’ala dialogante dei grillini, con i vari Roberto Fico. Da presidente del Pd, lei ha contrastato questa posizione. Oggi è pentito?

"Tutt'altro, sono sempre più convinto di quella scelta. Di Maio e Salvini hanno solo certificato con il contratto di governo una cosa che a me è sempre persa evidente: l'assoluta omogeneità politica del loro blocco elettorale di riferimento. Per questo trovo surreale che qualcuno pensi ancora che nel futuro del Pd ci possa essere un'alleanza strutturale col M5s. Di Maio sta coprendo ogni scelta e ogni dichiarazione di Salvini. Non lo fa perché deve,non lo fa perché gli conviene. Lo fa perché le condivide. Noi dobbiamo sfidarli, non inseguirli nè tantomeno provare ad allearci".

Come uscire da questa crisi. La sinistra nelle sue diverse declinazioni sembra bloccata all’angolo. Come può ripartire?

"Innanzitutto facendo l'opposizione. Lo dico ai miei compagni di partito che in queste ore dedicano impegno ed energia alla polemica interna. Se impegnassimo le stesse forze a combattere i nostri avversari e non a farci la guerra tra noi, forse quella parte del Paese che non si riconosce in questo governo tornerebbe a guardare al Pd con attenzione. Iniziamo da qui e i risultati arriveranno prima del previsto".

Il suo partito, il Pd, è sul punto di una crisi drammatica. Non è il tempo di rifondare le ragioni dello stare insieme? I valori e i programmi del partito sonoramente sconfitto alle elezioni? Il rischio è la scissione?

"Abbiamo perso le elezioni. È stata una sconfitta durissima. Ma evitiamo gli psicodrammi e le soluzioni semplicistiche. Non si scioglie un partito con un tweet e non si risolve tutto con una domenica al gazebo. La nostra è stata una sconfitta politica e culturale. Più del Salvini che sta al governo, mi preoccupa il Salvini che è in noi. Su alcuni temi siamo stati subalterni a un racconto di destra del Paese. A volte non abbiamo avuto il coraggio di metterci controvento e fare le battaglie difficili. L'esito è che ci siamo risvegliati in un Paese cupo e rabbioso. Che guarda al futuro con paura. Se non incidiamo su questo non torneremo mai alla vittoria. Per farlo servono idee e strumenti nuovi. E serve una mano. Oggi contano le idee, dobbiamo pensare quello che fin qui non è stato ancora pensato. Chi ha voglia di dare una mano deve trovare il Pd pronto ad accoglierlo e ascoltarlo".

 

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo, editorialista   
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