Nencini: "Su Mani Pulite occorre chiarezza. Subito una commissione di inchiesta su Tangentopoli"
Il viceministro alle Infrastrutture e segretario del Partito Socialista, Riccardo Nencini, prende spunto dalla recente autocritica di Antonio di Pietro, ex magistrato del pool milanese che decapitò un'intera classe politica

Dopo 25 anni è arrivato finalmente il momento di far luce sui fatti che tra il '92 e il '93 travolsero un'intera classe politica in Italia. La pensa così il viceministro delle infrastrutture, il socialista Riccardo Nencini, che dopo la recente autocritica di Antonio di Pietro sulla stagione di "Mani Pulite" ora chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare su Tangentopoli.
Alcune settimane fa l'ex magistrato del pool milanese aveva detto, ospite a “L’aria che tira” che l'inchiesta Mani Pulite aveva "costruito consenso sulla paura delle manette" e che "dalla fine della Prima Repubblica sarebbero dovute emergere nuove idee e persone che le portassero avanti. Invece da quell’inchiesta è nato un grande vuoto e sono comparsi personaggi rimasti sulla scena politica più per se stessi che per altro, a cominciare da me”. Dichiarazioni che non sono sfuggite a Nencini, attuale segretario del Psi, il partito che più di tutti ha pagato il prezzo di quella stagione.
Perchè secondo lei quello che dice Di Pietro è grave? E perché bisogna istituire una commissione d'inchiesta su Tangentopoli?
"Quella di Di Pietro è un'ammissione di responsabilità straordinaria ed insieme un'importante operazione-verità. Che un ex magistrato, riferendosi al periodo in cui era in attività dichiari di aver raggiunto il consenso grazie alla paura dà l'immagine di uno stato inquisitorio, non di uno stato di diritto e democratico. Per questo quella di di Pietro è un'ammissione di verità assoluta che non può passare sotto silenzio. E proprio perchè sono trascorsi 25 anni da allora ripristinare la verità è non soltanto un dovere morale ma un dovere delle istituzioni".
Tuttavia l'inchiesta Mani Pulite, pur con tutti i suoi eccessi, ebbe il merito di far emergere un sistema distorto.
"Io non sto negando questo fatto: sto commentando la dichiarazione del magistrato più rappresentativo di quel pool milanese il quale 25 anni dopo dall'inizio di Tangentopoli dichiara, parole sue, che il consenso è stato ottenuto 'grazie alla paura delle manette'. La traduzione di quesrto è un binomio terribile per la democrazia: la somma di binomio e consenso. Perchè la magistratura non dovrebbe occuparsi del consenso e non dovrebbe utilizzare la paura delle manette per ottenere i suoi obbiettivi di giustizia.
Siamo a fine legislatura, ci sono i tempi per portare in Parlamento questa proposta?
"Intanto dovrebbe essere calendarizzata la discussione di questa proposta. Poi Camera e Senato verificheranno se esistono i tempi. Se la calendarizzazione non dovesse avvenire ci rivolgeremmo direttamente al Ministro Orlando per sapere se una dichiarazione del genere può essere archiviata senza nemmeno la minima valutazione".
Ha fatto una ricognizione sulle disponibilità da parte dei suoi colleghi della maggioranza ad appoggiare la commissione d'inchiesta?
"La presentiamo oggi, vedremo cosa diranno i capigruppo. Ritengo comunque che in uno stato di diritto la domanda che noi facciamo dovrebbe essere condivisa pacificamente da tutti, o quasi.