Multe salatissime e carcere contro chi imbratta monumenti: cosa prevede il ddl contro gli ecoattivisti
Approvato in via definitiva, il testo prevede sanzioni che vanno da 20 a 60mila euro direttamente comminabili dal prefetto. Sangiuliano soddisfatto, le opposizioni votano contro e attaccano: "I giovani che protestano sul clima sono un valore"

Alla fine la stretta voluta dal governo è diventata legge: il Ddl contro le ecoproteste varato in via definitiva alla Camera e già approvato l'11 luglio in Senato è passato con il plauso del ministro Sangiuliano. Nella norma pene severe che prevedono il carcere fino a 5 anni e multe salatissime per chi danneggia o imbratta beni culturali e paesaggistici. Nel mirino del governo ci sono i giovani di Ultima generazione, un movimento ecologista composto da giovani e giovanissimi che imbrattano monumenti e opere d'arte con vernici lavabili, si incollano le mani all'asfalto e occupano il suolo pubblico per richiamare l'attenzione sulle responsabilità dell'utilizzo delle fonti fossili nei cambiamenti climatici.
Le immagini dell'acqua della fontana di Trevi colorata di nero (carbone vegetale) o dei canali di Venezia diventati verdi per qualche ora, degli attivisti con lo striscione davanti alla "Primavera" del Botticelli agli Uffizi rischiano di tramutarsi in condanne al carcere o a multe salatissime. Proprio su questo il ministro punta l'attenzione. "Chi deturpa o imbratta un monumento paga di tasca propria, questo principio è legge dello Stato", ha detto ringraziando chi lo ha sostenuto in quella che lui definisce "battaglia di civiltà" non senza critiche da parte delle opposizioni.
Le maxi sanzioni pecuniarie emanate dal Prefetto
Nel testo si legge che chiunque distrugga, disperda, deteriori, renda in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici è punito con una sanzione che va dai 20.000 ai 60.000 euro. Nel caso in cui si arrivasse a “un uso pregiudizievole per la conservazione o integrità” di questi beni o ad un loro “uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico” la sanzione può andare dai 10.000 ai 40.000 euro. L’autorità che la legge individua come competente ad occuparsi della materia è il Prefetto e la notifica all’interessato deve avvenire entro 120 giorni dalla commissione del fatto.

I proventi delle sanzioni andranno al ministero della Cultura per il ripristino dello stato delle opere danneggiate e se saranno pagate entro 30 giorni dalla notifica sarà ridotta, ma solo una volta ogni cinque anni: cioè chi si sia già avvalso del beneficio non potrà usufruirne ancora.
Quando è previsto il carcere
E' previsto anche il rischio di finire in carcere con la modifica degli articoli 635 e il 639 del Codice penale. La stretta repressiva prevede in questo caso il carcere da 1 a 5 anni per chiunque distrugga disperda, deteriori o renda in tutto o in parte inservibili beni mobili o immobili durante manifestazioni pubbliche. A questo dìsi aggiunge il pagamento di una multa da 10mila euro. Se invece il danneggiamento avviene dentro musei pinacoteche gallerie d'artela reclusione potrà essere da 1 a 6 mesi e la multa da 300 a mille euro.
Sangiuliano: "Gli ecovandali risponderanno con il loro patrimonio"
Il Ddl è passato con 138 voti favorevoli, 92 contrari e 10 astenuti. Tutta la maggioranza ha votato a favore, le opposizioni (Pd, M5S e Sinistra italiana) contro, mentre Italia Viva e Azione si sono astenute. Sangiuliano, da cui è partita l'iniziativa, ha esultato, sottolineando che per le azioni sopra esposte si risponderà "direttamente in prima persona dal punto di vista patrimoniale". "Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali. È bene poi ricordare, ancora una volta - ha detto il ministro -, che colpire l’arte significa danneggiare anche la natura, perché in virtù dell’antropizzazione del paesaggio alcuni luoghi o monumenti sono diventati parte integrante delle nostre città. Compito dello Stato, come sancisce l’articolo 9 della Costituzione, è quello di preservare questa risorsa unica e preziosa che abbiamo il dovere di proteggere e custodire per le future generazioni”.
Le opposizioni: i giovani che protestano sono un valore
L'ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha puntato il dito contro la sproporzione delle pene rispetto al reato. "La forma di criminalizzazione del dissenso che voi state mettendo in campo in più settori io credo sia sbagliata e, alla fine, si ritorcerà contro - ha spiegato l'esponente del Pd nel suo intervento in Aula citando Beccaria - e produrrà degli effetti esattamente contrari a quelli che voi pensate di produrre con questo tipo di interventi. Che ci siano giovani, anche sbagliando, che si preoccupano di ciò che avviene nel pianeta dovrebbe essere un elemento che viene riconosciuto da tutti come un valore, non il presupposto della criminalizzazione", ha detto il deputato.
Anche Laura Boldrini parla di "ennesima mossa securitaria di questa maggioranza con misure che possiamo definire ad personam, vecchio vizio della destra italiana". Per la deputata Dem e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, "dopo i ragazzi dei rave party, le Ong che salvano vite umane in mare questa volta, nel mirino delle destre, ci sono le ragazze e i ragazzi di Ultima Generazione, accusati di 'violenza' per i blocchi stradali e di danneggiare i beni culturali quando, in realtà, nessun monumento è stato oggetto di danni permanenti".