[L’analisi] Il Pd e l’operazione scomparsa, il tracollo di Forza Italia e Lega. E la batosta di Di Maio. Che disastro il Molise
Forza Italia perde la quasi metà dei consensi, passando dal 16,1 di un mese fa al 9,4, pure la Lega perde voti e che la grande rimonta che li ha portati a sfiorare addirittura il cinquanta per cento arrivando da un lontanissimo 29 è dovuta quasi tutta alle liste civiche e ai centristi dell’udc che hanno sorpassato in cavalleria pure i Fratelli d’Italia. Il governo arriverà per sfinimento
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Il Molise dice tante cose. Alcune le potevamo sapere già. Ma altre no. Dice che vince il centrodestra, ma in maniera molto più complessa di quel che si crede, perché se si vanno a leggere bene i numeri si vede che Forza Italia è il primo partito della coalizione, solo che perde la quasi metà dei consensi, passando dal 16,1 di un mese fa al 9,4, che pure la Lega perde voti e che la grande rimonta che li ha portati a sfiorare addirittura il cinquanta per cento arrivando da un lontanissimo 29 è dovuta quasi tutta alle liste civiche e ai centristi dell’udc che hanno sorpassato in cavalleria pure i Fratelli d’Italia. Dice che come vuole la logica il pd marcia imperterrito verso l’operazione scomparsa, appiattendosi sulla vendetta di Renzi, che serve tanto al suo spirito ferito ma molto meno al partito, evidentemente. Nell’esodo di voti in libera uscita, però questa volta gli emigranti si buttano al centro, per sostenere Berlusconi senza sporcarsi le mani. Numeri da lettino dello psicanalista: la cosa quasi incredibile è che appena cinque anni fa il pd era il primo partito della regione e se il risultato del 4 marzo sembrava già una disfatta come si potrà definire quella di ieri? Per la serie Grazie Renzi e affini, crediamo seriamente che non sia ancora l’ultima delle puntate.
Poi il Molise dice anche un’altra cosa che era stata preannunciata da un sondaggio di Pagnoncelli a cui nessuno aveva dato molto retta. Dice che il Movimento Cinque Stelle non solo non vince, ma che perde parecchio, pur restando il primo partito della Regione(dal 44 al 31, anche se il candidato Andrea Greco ha raggiunto il 38). Alla vigilia del voto, Pagnoncelli aveva segnalato che i consensi di Luigi Di Maio erano calati di sei punti, superato così dal suo strano alleato Matteo Salvini. Ma l’ultima cosa che dice è che forse bisogna stare un po’ più attenti a sottovalutare Berlusconi.
Giorgia Meloni, che era quella più arrabbiata dopo il numero di Berlusconi da regista del centrodestra in versione cabarettista, un due tre quattro e fate i bravi ragazzi, alla vigilia aveva ammonito: «Lo dicevo sei anni fa quando mollai il Pdl e lo dico adesso con ancora più forza: Berlusconi farebbe meglio a fare un passo indietro, ma non perché glielo dice Di Maio con gli assurdi suoi veti. La sua lenta agonia mi rattrista e proprio perché gli voglio bene penso che dovrebbe avere maggiore rispetto della sua stessa storia per non fare una fine indecorosa che non merita. Non voglio che lui possa essere ricordato per l’uscita sul pulire i cessi. Credo che ci sia un’età per tutto, anche per fare politica». Ma oggi, dopo il voto, ha cambiato completamente opinione: «La schiacciante vittoria del centrodestra in Molise è una indicazione chiara per il presidente Mattarella». Cioé, il contrario di quello che lei e Crosetto andavano a far capire in giro, rivelando che i Cinque Stelle stavano insistendo perchè entrassero nel governo e che loro ci avrebbero pensato.
Dopo il Molise, invece, buona parte della coalizione (esclusa la Lega) sembra chiedere il governo del centrodestra a gran voce, quello che ripeteva Berlusconi appena due giorni fa incrociando i giornalisti per strada nel suo viaggio molisano: «Questa è la speranza del Paese, un governo del centrodestra, senza assolutamente i Cinque Stelle, che considero antidemocratici e pericolosi». Oggi, il nuovo presidente del Molise, Donato Toma, 43,46 per cento dei consensi(ma quelli di lista sono molti di più), gli fa eco: «Le nostre elezioni hanno dimostrato senza ombra di dubbio che il centrodestra deve restare u-ni-to. Se non altro moralmente io credo che questo voto peserà. In Molise abbiamo dato un esempio di coesione. Si vince quando si è uniti. E spero che ne tengano conto a Roma».
In realtà, il Molise è solo il primo dei due appuntamenti scelti dai vincitori del 4 marzo per risolvere il rebus del governo. E se ieri ha dato un segnale contradditorio, quello di domenica prossima dovrà essere la camminata trionfale di Salvini, che è la cosa che conta di più, perché, nell’aggrovigliato gioco delle parti che dovrebbe condurre alla soluzione del problema, è da sempre il Friuli l’appuntamento più importante. Nella vittoria di Salvini e nei suoi numeri si cela l’accordo con i Cinque Stelle. Oggi, sull’onda del Molise, da Tolmezzo fa il paciere: «Lo dico a Di Maio, lo dico ai leader del centrodestra. Mettiamoci al tavolo e si può fare un governo già questa settimana». Lo sa benissimo che non è così. Il governo arriverà per sfinimento. Quando le elezioni saranno un po’ più lontane e meglio digerite. Cinque Stelle e Lega. Salvini deve solo convincere Berlusconi: è questa la parte più difficile.