Meloni al Finacial Times: "Infantile schierarsi con Usa o Ue. In Ucraina meglio l'art. 5 che la 'forza di rassicurazione'"
Prima intervista della premier a un giornale straniero. Che mostra prudenza sui dazi di Trump mantenendo un "profilo volutamente basso" senza prendere posizione. "Se c'è qualcosa che l'Italia può fare per evitare lo scontro lo farà", ha detto. E su Vance dice: "L'Europa si è un po' persa"

Giorgia Meloni scarta l'idea di dover scegliere tra gli Usa e l'Europa - come se l'Italia non facesse parte di quest'ultima - bollando come "infantile" e "superficiale" schierarsi con l'una o con l'altra. In un'intervista al Financial Times, la prima a un giornale straniero da quando è in carica, la presidente del Consiglio afferma di voler comunque "difendere gli interessi del suo Paese". Per la premier bisogna "superare le tensioni" nei rapporti transatlantici e evitare "reazioni un po' troppo politiche a Donald Trump" come quelle messe in campo da alcuni leader europei.
Meloni: "Sui dazi non si risponda istintivamente"
Scrivono i tre autori dell'articolo che la leader di destra non vede l'americano come "un avversario" e vorrebbe che l'Italia rimanesse "il primo alleato". "Io sono una conservatrice e Trump è un leader repubblicano. Sicuramente mi sento più vicina a lui che a molti altri. Rispetto un leader che difende i suoi interessi nazionali, perché io difendo i miei". Per Meloni, che parla poche ore dopo lo sbandierato annuncio dei dazi Usa sulle auto del 25%, le politiche di Trump non si discostano molto da quelle dei suoi predecessori.
Alle politiche Usa, Meloni dice che non vorrebbe che l'Europa rispondesse "istintivamente", ma che "riflettesse". Anche perché, per la premier, "ci sono grandi differenze tra le singole merci. Dobbiamo lavorare per trovare una una buona, comune soluzione", ha agigunto la premier.
"Importante mantenere buoni rapporti con gli Usa"
Di fronte allo stravolgimento delle alleanze internazionali, verificatosi all'indomani dell'elezione di Trump, Meloni sostiene che cercherà di mantenere buoni rapporti con il presidente Usa e che "se c’è qualcosa che l’Italia può fare per evitare uno scontro con l’Europa e per costruire ponti, lo farò – ed è nell’interesse degli europei".
Le posizioni "equidistanti" di Meloni
L'intervista sottolinea la strategia usata da Meloni per stare su "posizioni equidistanti", stringendo buone relazioni con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ma non unendosi al coro di indignazione dei maggiori leader europei alle "frecciate" di Trump. "Profilo volutamente basso" è la sua tattica, sottolineano i cronisti. E non nega di simpatizzare per il vice presidente Usa, JD Vance, quando attacca l'Europa che abbandona "il suo impegno a favore della libertà di parola e per la democrazia". Per Meloni, sotto questo aspetto, "l'Europa si è un po' persa".
Ucraina e politiche di Difesa europee
In riferimento ai rapporti tra Usa e Ue, la premier spera inoltre che l'approccio "conflittuale" del tycoon con le politiche di Difesa europee "funzioni da stimolo" perché il Continente si assuma la "propria responsabilità nella sicurezza". "Mi piace dire che le crisi sempre nascondano un'opportunità", afferma.
Riguardo l'Ucraina, scrive il Financial Times che la premier "ha fede" negli sforzi dell'amministrazione Trump di arrivare a una pace duratura nell'area. Lei che è sempre stata a favore del sostegno europeo a Kiev, nonostante altri leader di destra si siano sfilati dalle decisioni in merito, crede che lato americano si farà di tutto per arrivare a un accordo che impedisca alla Russia in futuro di ricominciare la guerra. Nonostante la distanza di alcuni che temono che le condizioni siano sfavorevoli per l'Ucraina. Meloni si è anche detta scettica nei confronti dell'iniziativa anglo-francese di una "forza di rassicurazione", che potrebbe essere accolta da Mosca "come una minaccia". Al contrario crede che l'estensione dell'art. 5 del Trattato della Nato all'Ucraina possa essere "più facile e più efficace" di altre proposte.
Ai tentativi di Stati come la Gran Bretagna o la Francia di trovare soluzioni e stimolare gli alleati lei risponde di non voler stare "nel mezzo" e dire "sono io la protagonista". Almeno "non ora". E spiega: "La posta in gioco è troppo alta", ha spiegato confermando di volersi mantenere un po' ai margini.
Sull'adozione di piani di riarmo di vasta portata, nel presupposto che la Russia sia una potenziale nemica, Meloni, osserva il giornale finanziario, si mantiene su una posizione più "equivoca", meno decisa. Ad esempio quando dice "credo che (la Russia) possia essere" una minaccia nel lungo periodo. "Ma comunque io credo che dobbiamo essere pronti a difenderci da ogni minaccia", è la sua precisazione.