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Meloni da Vespa: "Dal Tribunale di Bologna un volantino propagandistico". E su Elkann dice: "Mancanza di rispetto"

La premier ha detto che "per la prima volta è stata minacciata dagli scafisti". Contro i sindacati: "Da Cgil e Uil un leggero pregiudizio"

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Meloni da Vespa (Ansa)
Meloni da Vespa (Ansa)

"Le argomentazioni con cui il Tribunale di Bologna chiede alla Corte di giustizia europea l'autorizzazione a disapplicare l'ennesima legge italiana da molti è stata vista come un'argomentazione più vicina a un volantino propagandistico che a un atto da tribunale. L'argomento della Germania nazista è efficace sul piano della propaganda, sul piano giuridico è più debole". A dirlo è la premier Giorgia Meloni intervistata da Bruno Vespa nella puntata di Porta a Porta, in onda mercoledì sera su Rai 1. Molti gli argomenti trattati, tra cui i rapporti con Stellantis. 

"Albania chiave di volta delle immigrazioni irregolari"

"Qualche giorno fa c'è stato un surreale pronunciamento del Consiglio d'Europa che diceva che la polizia italiana è razzista quindi" altri giudici "potrebbe tranquillamente sostenere che nemmeno l'Italia di oggi è un paese sicuro. Per carità. Potrebbe risolvere qualche problema" ma così "la faccio io tra un po' l'istanza perché anche in Italia abbiamo qualche problema in qualche territorio circoscritto, seguendo questi ragionamenti" che dicono che per indicare un Paese come sicuro "è necessario che tutto il suo territorio nazionale sia perfettamente sicuro". Così la presidente del Consiglio  "Quando si dice che il Bangladesh non è un paese sicuro parliamo di 180 milioni di abitanti" a cui "stiamo dicendo venite in Italia", in Egitto "104 milioni di abitanti cui potenzialmente stiamo dicendo venite tranquillamente in Italia: quale governo lo regge" un impatto simile "se parliamo di stato di diritto? Penso che per alcuni l'obiettivo sia impedire di fermare l'immigrazione irregolare".

"Sono convinta che la ragione per cui si sta facendo qualsiasi cosa possibile per bloccare il protocollo con l'Albania, è che tutti capiscono che è la chiave di volta per bloccare le migrazioni irregolari". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella puntata di 'Porta a porta', in onda questa sera su Rai1. "Se lo scafista si ritrova fuori dai confini europei - ha aggiunto -, è il più grande deterrente che puoi mettere in campo. È la prima volta che i trafficanti di esseri umani mi hanno minacciato di morte".

"Con Stellantis parliamo senza sudditanze"

"Oggettivamente è un dialogo che continueremo a fare come lo facciamo con tutti, senza sudditanze e senza condizionamenti. Ciò non toglie che sarebbe stato più che sensato andare in Parlamento ad ascoltare che cosa il Parlamento della Repubblica italiana, nazione che a quella che oggi è Stellantis ha dato moltissimo, avesse da dire all'azienda", ha detto poi la premier. 

"Elkann non ha detto solo di no, ha detto no perché aspetto il tavolo del governo: temo che a John Elkann sfuggano dei fondamentali della Repubblica italiana" perché "sono due cose completamente diverse, una non esclude affatto l'altra, siamo una repubblica parlamentare, questa mancanza di rispetto verso il parlamento me la sarei evitata", ha aggiunto Meloni.

"Dai sindacati un leggero pregiudizio"

"Direi che c'è un piccolissimo pregiudizio da parte di Cgil e Uil...", ha poi sottolineato la presidente del Consiglio in un intervento precedente nella puntata di "Cinque minuti", in onda anch'essa mercoledì sera Rai1, sottolineando che lo sciopero generale "è stato convocato qualche giorno prima della convocazione del governo sulla legge di bilancio". "I sindacati confederali volevano la riduzione del precariato, ed è diminuito. Volevano l'aumento dei salari, abbiamo tagliato il cuneo e messo più soldi sui redditi più bassi - ha aggiunto -. Volevano l'aumento dell'occupazione ed è aumentata. Volevano l'aumento dell'occupazione femminile, ed è aumentata. Volevano che pagassimo i provvedimenti della legge di bilancio prendendo i soldi dalle banche e lo abbiamo fatto con 3,6 miliardi. Se confermano lo sciopero nonostante questo non siamo nel merito, siamo a un approccio...".

 

 

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