L'inizio di settimana nero di Giorgia Meloni tra l'affaire Consulta e una nuova tassa sulla casa
Le parole di Giancarlo Giorgetti sul catasto scatenano il caos. Prima ancora della stesura della manovra di bilancia la maggioranza è in crisi di nervi.

Non si aspettava un inizio di settimana così, Giorgia Meloni. Pensava di poter gestire meglio la partita della Consulta ma soprattutto non avrebbe mai immaginato di finire sui giornali perché «metto le mani alle tasche degli italiani». Insomma, sono state ore complicate dalle parti di Palazzo Chigi visto che non è riuscita a piazzare Francesco Saverio Marini alla Consulta, come si diceva sopra, ha dovuto leggere i giudizi non proprio lusinghieri sui conti pubblici italiani da parte di Bankitalia, e a quanto pare non sarebbe stata invitata al vertice a quattro Biden-Macron-Scholz-Starmer di Berlino.
Eppure c’è una cosa che più di tutti ha fatto infuriare l’inquilina di Palazzo Chigi.
Le parole di Giorgetti e la reazione della premier
La notizia che l’esecutivo starebbe pensando di rivedere i valori catastali degli immobili migliorati con fondi pubblici grazie al super bonus. Una notizia che sarebbe stata scolpita in audizione dal ministro Giancarlo Giorgetti e che di fatto ha aperto un fronte all’interno della maggioranza. Ma chi più di tutti si è infastidita e sfogata con i suoi fedelissimi è stata la presidente del Consiglio. Ecco perché a un certo punto della lunghissima giornata la war room di Palazzo Chigi decide di intervenire. Meloni di tutta fretta convoca i collaboratori più fidati. Non può permettersi all’indomani della sconfitta sulla Consulta di veicolare all’esterno un messaggio di un governo che aumenta le tasse. «Ma stiamo scherzando? Ci manca solo questo…», si lascia scappare con i più fidati collaboratori. Su queste note concorda la diffusione di un video che diventa l’apertura di tutti i siti di informazione in cui mette in chiaro un concetto: «Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse che gravano sui cittadini: è falso. Questo lo facevano i governi di sinistra, noi le tasse le abbassiamo, come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva. Allora voglio essere chiara ancora una volta, la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e sostenere le imprese, non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini». Punto e accapo. Meloni prova a mettere una pezza. Ed è costretta a farlo perché fin dal mattino il telefono ribolle. «Stai vedendo Matteo?». Matteo è, va da sé, Salvini, e ha convocato d’urgenza di buon mattino un consiglio federale della Lega negli uffici dei gruppi parlamentare. Ordine del giorno: no tasse. Alle 9.49 l’Ansa diffonde un’agenzia: «Il consiglio federale della Lega si è aperto con il ringraziamento di Matteo Salvini per il successo di Pontida e con le parole di Giancarlo Giorgetti sul catasto. Sulla casa, è stato ribadito, non ci sarà alcuna stangata. Lo fa sapere la Lega in una nota». Dispaccio che arriva sul tavolo di Palazzo Chigi e che di fatto irrita ancor più l’inquilina di piazza Colonna. Bisogna correre ai ripari.
L'opposizione all'attacco
Nel frattempo l’opposizione cavalca la questione. La senatrice renziana, Raffaella Paita, è durissima con la maggioranza: «Il ceto medio è la vera categoria a rischio in questo paese, il pericolo è che tante persone precipitino nella sostanziale povertà. Questo piano strutturale di bilancio aggredisce, penalizza e mette fuori gioco il ceto medio italiano, e lo fa immaginando un aumento della tassazione dalla casa alla sanità alle piccole e medie imprese, mentre le previsioni fantasmagoriche del governo sulla crescita sono state ridimensionate». In scia Angelo Bonelli, uno dei leader di Alleanza Verdi e Sinistra: «Il governo si accinge a tassare la casa di 15 milioni di persone, colpevoli di aver rispettato le leggi ed essere virtuosi nel tutelare l'ambiente. Dal 1998, anno della sua istituzione da parte del primo governo Prodi, ad oggi, almeno 19 milioni di contribuenti hanno fatto ricorso ai bonus edilizi. È certo che almeno 15 milioni di persone saranno interessate dalla tassa sulla casa introdotta dal governo Meloni». L’opposizione sembra essere tornata compatta. Esce in batteria anche il partito di Carlo Calenda, Azione, con l’ex ministra Elena Bonetti: «Anche sulle case la maggioranza è in una confusione evidente e contraddice se stessa: il centrodestra ha fatto una battaglia sostenendo che mai ci sarebbero state tasse sulle case degli italiani. Proprio chi, sulla parola 'catasto' ha fatto cadere Draghi, adesso parla di 'revisione catastale'. Il Ministro dell'Economia sostiene che si chiederanno sacrifici sui ricavi, sui profitti, e lo ribadisce in Parlamento, mentre Forza Italia e la Meloni dicono 'mai tasse in più'. Intanto il Paese non avrà crescita fino al 2029 come scrivono nel Piano e come ha denunciato Banca d'Italia, il pil non crescerà e non sarà fatto nulla per aumentare la crescita e la produttività delle imprese». Urge intervenire, allora, mettere una pezza a una situazione che sembra sfuggita di mano. Confida un meloniano in Transatlantico: «Rischiamo di essere percepiti come il governo delle tasse».
Meloni assicura: "Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani"
Prima ancora della stesura della manovra di bilancia la maggioranza è in crisi di nervi. Da qualche parte dovrà prendere le risorse per coprire una serie di misure messe a bilancio. Meloni, a metà pomeriggio, prova a frenare l’onda. In cuor suo la presidente del Consiglio vorrebbe che finisse al più questa giornata «nera». Il video viene diffuso a metà pomeriggio. Non bastano le parole scolpite dalle premier. La valanga è partita ed è difficile fermarla. Elly Schlein accusa la premier di mentire. Interviene anche il Codacons: «In Italia una giungla tasse». Ecco anche Giuseppe Conte: «Meloni ha una bella faccia tosta, dice che non ha aumentato le tasse. E cos'è il raddoppio dell'Iva sui pannolini? Cosa sono i tagli alla sanità e alle pensioni? E i tagli delle agevolazioni fiscali per l'acquisto della prima casa a parte dei giovani? E ancora l'intervento sulle accise che, addirittura, comporterà un aumento del carrello della spesa. Ecco questi sono tagli, sono nuove tasse». Insomma, tutto da rifare. Meglio che si conclude al più presto questa giornata, dicono a Palazzo Chigi. Avanti la prossima.