Mattarella firma la legge Morandi: è discriminatoria. Ecco quali sono i punti critici e cosa va cambiato
La firma è stata accompagnata da una lettera indirizzata ai Presidenti di Camera e Senato e alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella quale il Capo dello Stato ha evidenziato criticità costituzionali legate al testo

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la cosiddetta "Legge Morandi", ovvero la legge per il riconoscimento di benefici alle vittime di crolli totali o parziali di infrastrutture stradali e autostradali di rilievo nazionale. La firma è stata accompagnata da una lettera indirizzata ai Presidenti di Camera e Senato e alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella quale il Capo dello Stato ha evidenziato criticità costituzionali legate al testo.
I punti critici della legge Morandi secondo Mattarella
Approvata definitivamente il 20 marzo 2025, la legge intende offrire sostegno economico alle vittime di disastri infrastrutturali, come quello del Ponte Morandi di Genova, da cui prende il nome. Tuttavia, Mattarella sottolinea che alcuni aspetti del provvedimento risultano discriminatori e in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione, che sancisce il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Ecco i principali rilievi:
1. Ambito troppo limitato di applicazione
-
I benefici si applicano esclusivamente a vittime di cedimenti di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale.
-
Non è chiaro cosa si intenda per "rilievo nazionale", con margini di interpretazione ambigui.
-
Si escludono crolli di infrastrutture diverse come scuole, ospedali, stadi o teatri, già in passato teatro di gravi tragedie.
2. Disparità nei diritti dei beneficiari
-
La legge non equipara completamente figli naturali, figli da unioni civili o conviventi ai figli di coniugi, creando discriminazioni sulla base dello stato civile dei genitori.
-
Le persone stabilmente conviventi o in unione civile vengono collocate in posizione subordinata rispetto al coniuge e ai figli nella priorità di accesso ai benefici, contravvenendo a quanto stabilito dalla giurisprudenza costituzionale (sentenze n. 8/1996, n. 140/2009, n. 213/2016, n. 148/2024).
3. Eccessiva discrezionalità normativa
-
L’articolo 4 della legge demanda a norme secondarie l'individuazione di eventi e beneficiari futuri, senza definizioni precise nella legge stessa.
-
Questo approccio, secondo la Corte Costituzionale, lede il principio di legalità e crea incertezze interpretative.
Mattarella invita Parlamento e Governo a rivedere la legge
"Pur comprendendo lo spirito solidale della legge, è mio dovere segnalare profili di incostituzionalità e discriminazione che necessitano di correzione", scrive il Presidente Mattarella. L'invito rivolto al Parlamento e al Governo è chiaro: intervenire con modifiche correttive per allineare il testo della legge ai principi costituzionali di eguaglianza, certezza normativa e non discriminazione.
Risorse finanziarie limitate
La legge è finanziata con un fondo di:
-
7,1 milioni di euro per il 2025
-
1,6 milioni di euro annui dal 2026 in poi
Tali risorse limitate aumentano, secondo il Quirinale, la criticità nella gestione equa e trasparente dei benefici previsti.