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Mattarella mette in guardia dallo strapotere degli oligarchi dello spazio e del web: “Mina le nostre libertà”

Un discorso di alta politica per il tradizionale saluto alle cariche dello Stato, delle istituzioni e della società civile. Sotto attacco il “modello Musk”

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   

Osannato alla festa di Atreju, freddato nel salone dei Corazzieri del Quirinale: la parabola italiana di Elon Musk è breve e inesorabile. Ci pensa il più senior delle istituzioni ma anche il più smart, a quanto pare,  a riportare nella giusta dimensione  quel signore sudafricano - e il suo modello - con passaporto americano per cui sembrano aver perso la testa a palazzo Chigi dove il miliardario è ormai di casa e se non fosse stato per Zucherberg gli avrebbe prestato anche il Colosseo per la sfida con le arti marziali. Da brivido.

La vecchia politica contro la nuova, se ha senso parlarne così

Sergio Mattarella, dunque. Salone dei Corazzieri, palazzo del Quirinale, l’occasione è la cerimonia dello scambio degli auguri di fine anno del Presidente della Repubblica, con i rappresentanti delle Istituzioni, delle forze politiche e della società civile. Il Capo dello Stato conferma la cerimonia nonostante i numerosi casi di influenza (assenti per questo la premier Meloni e il Presidente della Camera) e di Covid. Riduce al minimo la sua presenza nel salone affollato. Il tempo del discorso poi neppure il brindisi.

Nessun riferimento alla riforma

Un quarto d’ora. In cui tutti si aspettano che possa arrivare almeno un accenno alla riforma costituzionale. Specie dopo che il giorno prima la seconda carica dello Stato lo ha liquidato dicendo che in questi anni il Presidente della Repubblica ha allargato, in modo legittimo ma a dismisura, i propri poteri per colpa di una politica debole. Quando ci sarà un premier eletto dal popolo che sta in carica cinque anni, il Capo dello Stato tornerà inesorabilmente ai poteri previsti dalla Carta costituzionale. La Russa, insomma, ha confessato quello che nessuno, tra la maggioranza e il governo, ha avuto sinora il coraggio di dire: il premierato porta con sè un Capo dello Stato ridimensionato e meno presente sulla scena politica.

Invece nulla. Come se l’argomento non lo riguardasse. Mattarella ha invece spiazzato tutti parlando di intelligenza artificiale, dei rischi - soprattutto - e dei vantaggi, ha messo in guardia dai suoi usi impropri che certo possono riguardare anche la politica e le democrazie. Ha puntato il dito contro i tycoon del web e delle nuove tecnologie, i nuovi oligarchi che sfruttano i nuovi mondi come lo spazio e l’etere e le nuove tecnologie per controllare il mondo al di fuori di ogni controllo. 

Intelligenza artificiale e oligarchi del web

Non è stato, sia chiaro, un discorso luddista o passatista come qualche facile e superficiale ascoltatore ha potuto sospettare. E’ stato invece il discorso di un politico alto, “giovane", con grande visione e gli strumenti per vedere nel futuro che è giù presente.  Un discorso che parla di libertà e di difesa della democrazia.

Un discorso di dieci minuti. Forse uno dei più interessanti e potenti pronunciati dal Capo dello Stato. “Voglio giusto darvi qualche spunto di riflessione - ha esordito - affinché l’augurio per le imminenti festività e per il nostro futuro non si esaurisca in mera ritualità”. E le riflessioni sono state bordate. Certo, bisogna capirle e saperle intendere. Qualcuno lo ha fatto. Mario Draghi, attentissimo ad ogni parola, ad esempio. Altri, presente tutto il governo dal sottosegretario Mantovano (che ha inteso messaggio e meta messaggio) alla squadra dei ministri, i capi gruppo di maggioranza e opposizione, erano forse troppo impegnati a ragionare sulla legge di bilancio e il patto di Stabilità in arrivo dopo poco, per soffermarsi su un pericolo giudicato “immateriale” come quello dell’IA e degli oligarchi del web e ora anche dello spazio. 

Prima il “contesto”

Mattarella parte dal “contesto” del nostro quotidiano: guerra, il post pandemia, il mutamento climatico, le disuguaglianze e i diversi sociali che aumentano. Non può prescindere da questo. “Se questo è lo scenario in cui siamo immersi - si chiede - su quali presupposti possiamo guardare insieme al domani senza cedere all’angoscia ma anzi recuperando un sentimento di fiducia nel futuro?”  E’ in corso “una rivoluzione enormemente più profonda, più veloce e globale di quella industriale” dell'ottocento e un “contropotere” si espande nel pianeta mettendo a rischio la nostra libertà. “Il modello culturale dell’Occidente è sotto sfida” e, contemporaneamente, l’intelligenza artificiale e le multinazionali dei social network pongono nuovi angoscianti interrogativi: “Bisogna evitare che pochi gruppi possano condizionare la democrazia”. Anche perchè - e questo è stato l’unico passaggio polemico sulla stretta attualità politica - è urgente riaffermare la centralità delle Camere nel nostro sistema: “Dal rispetto della libertà di ciascuno discendono le democratiche istituzioni, l’equilibrio fra i poteri, il ruolo fondamentale del Parlamento”.

Video

Il modello Musk

Fatto questo inciso - ma ogni parola del Capo dello Stato potrebbe essere un capitolo a parte tanto è scelta con cura e densa di riferimenti - il tema è stato appunto l’intelligenza artificiale e i suoi rischi, lo strapotere dei social e quello che viene normalmente definito “modello Musk” il tycoon nato in Sudafrica (e per questo non sarà mai cangiabile alla Casa Bianca) ma con passaporto americano che ha unito il potere dei satelliti nello spazio a quello del web e dei social. Il tutto condito con decine e decine di miliardi. Social a cui Musk ha dato totale libertà di parola, della serie che uno su X , l’ex twitter, può scrivere quello che gli pare  in tutti i sensi, e per cui adesso l’Europa ha aperto una procedura e previsto la sanzione. 

La politica, ha detto Mattarella che non ha mai nominato Musk, deve preoccuparsi per questo potente “modello di condizionamento” e le proporzioni gigantesche che di fatto ne impediscono ogni tentativo di regolamentazione. Anzi, sottolinea il presidente, questi modelli “manifestano la presunzione di divenire loro i protagonisti che dettano le regole, anziché essere destinatari di regolamentazione”.

Il tempo degli oligarchi

La pericolosità del “modello Musk”, nuova icona della destra italiana dopo la sua applauditissima esibizione alla festa di Fratelli d'Italia ad Atreju, emerge bene dalle parole di Mattarella: “Oligarchi di diversa estrazione si sfidano nell'esplorazione sottomarina, in nuove missioni spaziali, nella messa a punto di costosissimi sistemi satellitari (con implicazioni militari) e nel controllo di piattaforme di comunicazione social, agendo, sempre più spesso, come veri e propri contropoteri”. Impossibile non pensare al sistema satellitare Starlink di proprietà di Musk, e che, giusto per dare un esempio, potrebbe decidere di fatto l’esito della guerra in Ucraina. “Contrastare quello che può insidiare le nostre libertà è l'impegno prioritario che si pone davanti a noi”, anzi deve essere il compito primario della politica. Il capo dello Stato cita George Orwell per rendere chiara la minaccia che sembra avanzare nel mondo senza trovare alcuna resistenza da parte delle democrazie, penetrate senza averne coscienza. “Immaginiamo solo per un momento, applicando lo scenario descritto nel libro "1984", cosa avrebbe potuto significare una distorsione nell'uso di queste tecnologie al servizio di una dittatura del novecento. Ecco, qui sono in gioco i presupposti della sovranità dei cittadini”.

Un discorso spiazzante, denso di suggestioni per vedere in tempo un futuro dove, tra spazio e web, si può perdere o conquistare il controllo dei popoli senza sparare nei fatti un colpo di arma da fuoco. Le guerra ormai si combattono in altri “dove” e con altri “come” ma il risultato non cambia: assoggettare, privare della libertà.

Subito contromisure

Per questo Mattarella plaude alle prime iniziative sull'Intelligenza artificiale avviate da Bruxelles che “vanno nella giusta direzione. Ponendosi il decisivo problema della tutela della privacy e della libertà dei cittadini”.

Oligarchi che, oltre ad avere un potere smisurato ed essere per questo sempre più ricchi, neppure pagano le tasse. Ed ecco l’altro atto di accusa: “Chi elude le tasse disconosce il ruolo dello Stato”. Vale per tutti, anche per l’Italia. Anche se questa volta nel mirino ci sono le multinazionali, il “contropotere” che sta diventando potere. “Molti tra i detentori di grandi capitali del pianeta, persone e aziende, riescono a eludere quasi integralmente gli obblighi fiscali, soprattutto nei servizi all’informazione. Si tratta di una questione che riguarda direttamente l’espressione della sovranità dei cittadini, ai quali viene chiesto di concorrere al finanziamento delle attività statuali in quanto titolari di diritti; mentre c’è chi ritiene di potersi sottrarre a quel dovere”.

Il discorso per ogni giorno

Il Presidente ha “fiducia nell’Italia. Che ha le risorse per affrontare il tempo nuovo”. Ma sia anche chiaro a tutti che l’umanità ha davanti a sè un nuovo “tornante della storia” dove è in gioco “il confine tra bene e male, tra giustizia e ingiustizia, tra vero e falso”. Tutto dipende “dalle nostre scelte. Dalla nostra capacità di leggere il cambiamento in atto per orientarlo. E farlo con la guida dei principi irrinunciabili della nostra civiltà”. Guai a dare qualcosa “per scontato. La pace innanzitutto. Ma anche la democrazia, i valori su cui si fonda. A cominciare dall’idea di libertà”. Il Capo dello Stato ne ha voluto scandire, nella solennità del salone dei Corazzieri e davanti a tutta la classe politica, le declinazioni principali: “Libertà di essere. Libertà di pensare e parlare. Libertà di accedere a fonti di informazione indipendenti, non manipolate. Il pluralismo non è confronto tra propagande. Libertà di concorrere alle decisioni. Libertà di agire. Libertà di muoversi. Libertà di dire no a ogni sopraffazione per contrastare ogni forma di violenza”. Parole e concetti antichi, a loro modo rivoluzionari, eppure attualissimi. Principi che sono invece in pericolo e non dobbiamo dare per scontati.

Suggerimento: stampare il discorso e appenderlo in luoghi dove ogni mattina, più o meno, si può dare un’occhiata e fare un veloce ripasso. Dalle scuole alla case. Grazie Presidente.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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