Monti attacca Meloni: "Musk eretto a protettorato morale del Paese". Lei: "Non prendo ordini da nessuno". I video
E' andata in scena la serie di accuse per i rapporti con il miliardario sudafricano e l'argentino Milei. Battibecco anche con i 5Stelle e il Pd. I video dall'Aula
E' andato in onda vero e proprio show al Senato, con accuse dai banchi dell'opposizione e difesa da quello del governo. Uno dei tanti ai quali la premier, Giorgia Meloni, ha abituato l'emiciclo nei suoi due anni di governo. Uno spettacolo che a tratti sembrava replicare il suo intervento di Atreju, almeno nei toni, quelli che sovente la accompagnano e con cui si è difesa dalle critiche di Mario Monti, poi del M5S ma anche dal Pd. Nel mirino delle opposizioni il rapporto tanto sbandierato tra la premier e Elon Musk, il magnate sudafricano vicinissimo a Donald Trump.
"Se si dà l'impressione di erigere un signore privato come Elon Musk a una forma di protettorato morale del nostro Paese, c'è una perdita di dignità dello Stato", ha detto Mario Monti nel suoi intervento al Senato. Il senatore a vita ha ricordato in Aula "la privatizzazione del potere" cui ha fatto riferimento il Capo dello Stato, che martedì, durante la cerimonia per lo scambio degli auguri con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile, ha espresso i suoi timori a danno della democrazia per la "concentrazione in pochissime mani di capitali enormi e del potere tecnologico, così come il controllo accentrato dei dati che determinano una condizione di grave rischio", sottolineando che "grandi società che dettano le loro condizioni ai mercati e - al di sopra dei confini e della autorità degli Stati e Organizzazioni internazionali - tendono a sottrarsi a qualsiasi regolamentazione, a cominciare dagli obblighi fiscali".
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La premier: "Parlo con tutti ma non prendo ordini da nessuno"
La presidente del Consiglio non lesina risposte, non è nel suo stile. E infatti, in un crescendo di irritazione risponde allo stesso Monti, agli attacchi che arrivano da Matteo Renzi, che "si metteva il cappotto uguale a Obama". Non dimentica i Cinquestelle che la chiamano "serva delle lobby delle banche" e ne ha pure per il Pd che, tra le altre cose, lei dice, ha "tenuto in ostaggio" la nomina di Raffaele Fitto per "difendere il commissario spagnolo". Ma "c'è una differenza fra noi e voi", traccia una linea la premier, perché "io parlo con tutti ma non prendo ordini da nessuno".
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L'altra aderenza controversa e discussa è quella che la vede vicina al premier ultraliberista argentino, Javier Milei - ospite della kermesse di Atreju - "la persona giusta per l'Argentina", dice Meloni, ma non per questo "mi faccio crescere le basette come lui", è la battuta. E facendo riferimento alle parole dell'ex premier, Monti, ribadisce che si può parlare con tutti ma "io non prendo ordini da nessuno". Né, aggiunge rivolgendosi stavolta al Pd, "consento ingerenze a nessuno, guardo solo all'interesse nazionale". Ma, ironizza, "sono felice, vedo che siete sovranisti, difendete la sovranità nazionale dalle ingerenze straniere: la considero una grandissima impresa di Elon Musk, anche più di essere arrivato sulla luna".
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