Cent’anni fa la marcia su Roma. Quella ricorrenza che oggi fa tremare la politica. E la nuova maggioranza
Striscioni in varie parti di Roma, “cent’anni dopo, ancora in marcia”. Subito rimossi dai vigili urbani. Le parole di Liliana Segre. Quelle di Giorgia Meloni. Letta (Pd) renderà omaggio alla lapide di Matteotti. Il ministro Sangiuliano andrà nella casa museo di Croce. Manifestazioni a Roma e Milano. Continuiamo a non fare i conti con quelle pagine della nostra storia
Ieri sera, tre le 22 e le 23, due striscioni, pro e contro la Marcia su Roma, sono comparsi sulla pedana pedonale che attraversa via Annibaldi, cuore di Roma, la terrazza sul Colosseo. Uno dei luoghi più amati dai turisti e più visibili della Città eterna. Nel primo c’era scritto: “28-X-2022 sappiamo come va a finire" con la foto di Benito Mussolini a testa in giù a ricordare piazzale Loreto. Poco dopo, sopra quello stesso striscione, qualcuno ne ha messo un altro di segno opposto: “100 anni dopo, la Marcia continua” e il logo del Movimento Nazionale, gruppo di estrema destra che fa riferimento a Giustino D’Uva. Per tutto il giorno, ieri e nei prossimi giorni non sarà diverso, sono comparsi striscioni nostalgici dell’anniversario e rincuorati, ma non certo incentivati, dalla coincidenza dell’insediamento in queste ore del primo governo di destra nella storia della Repubblica. Via via, in altre parti della Capitale e in varie città, ne sono apparsi altri di segno contrario. Altri ne appariranno nei prossimi giorni.
Solo una coincidenza. Perversa.
E’ solo una coincidenza, perversa, quella per cui il centenario della Marcia su Roma che aprì la strada all’avvento del regime fascista che avrebbe retto l’Italia fino al 25 luglio 1943 capita negli stessi giorni in cui Giorgia Meloni, leader della destra, ottiene la fiducia pieni e si insedia a palazzo Chigi alla guida di un governo di destra-centro. Se non ci fosse questa coincidenza probabilmente pochi avrebbero cerchiato in rosso queste giornate. Sarebbero passate via come molte altre ricorrenze buie della nostra storia. I fatti, le date, le coincidenze invece si sovrappongono. Possono sembrare provocazioni e diventare scintille di manifestazioni sbagliate. Oppure possono essere occasione di chiarimento. Gli indizi guidano più verso la prima ipotesi. Ma staremo a vedere. Soprattutto c’è attesa di capire se o cosa oggi potrebbe dire Giorgia Meloni. Nulla se non succederà nulla (o poco). Ha già detto molto nel discorso per la fiducia: “Non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici, per nessun regime, fascismo compreso, esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre”. Non ritiene di doverci tornare più sopra. Gli estremisti e i nostalgici che credevano di aver finalmente un governo amico, saranno rimasti delusi. La premier dovrà invece prendere posizione - e non potrà che essere di condanna - se la situazione nei prossimi giorni dovesse scappare di mano. In un senso o nell’altro.
La marcia su Roma
Detto in due parole, la marcia su Roma fu una manifestazione armata eversiva[1] organizzata dal Partito nazionale fascista (Pnf), un vero e proprio colpo di stato con l'obiettivo di favorire l'ascesa di Benito Mussolini alla guida del governo italiano. Furono decine di migliaia i fascisti che, mossi dei più diversi motivi a cominciare dal disagio sociale ed economico, si diressero sulla capitale minacciando la presa del potere con la violenza. La manifestazione terminò il 30 ottobre, quando il re Vittorio Emanuele III incaricò Mussolini di formare un nuovo governo. Fu considerata “il prologo” della rivoluzione fascista e l’anno zero dell’era fascista il cui conteggio iniziò per l’appunto in quel momento. Ogni anno qualche sparuto gruppo di nostalgici tenta di organizzare manifestazioni destinate a fare flop. Quest’anno la ricorrenza ha tutti gli occhi puntati addosso per il rischio che qualche cerimonia dell’insediamento del governo potesse coincidere con i quattro giorni della Marcia. Nessuno lo ammetterà mai, ma siamo sicuri che tutti i protagonisti della scena politica hanno fatto in modo di evitare spiacevoli sovrapposizioni.
Le parole di Liliana Segre
Per capire il senso profondo di questa coincidenza basta riprendere le parole pronunciate da Liliana Segre il 13 ottobre quando, in qualità di senatrice più anziana, ha dovuto presiedere la prima seduta della XIX legislatura e tenere a battesimo l’investitura del nuovo presidente Ignazio La Russa. “Oggi - disse quel giorno - sono particolarmente emozionata per il ruolo che la sorte mi riserva. In queste mese di ottobre nella quale cade il centenario della Marcia su Roma che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio a una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica. Ed il valore simbolico - continuò - di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente. Ai miei tempi la scuola iniziava ad ottobre ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando come quella stessa bambina che in un giorno come questo fu costretta dalle leggi razziste, sconsolata e smarrita, a lasciare i banchi di scuola oggi si ritrova nel banco più prestigioso del Parlamento”. Applausi e standing ovation. Da sinistra e dal centro. Dopo un po’ anche da destra. Fu anche, quel discorso, uno spassionato atto di difesa preventiva della Costituzione.
Giorni di celebrazioni, da nord a sud e di segno opposto Il centenario dimostra come il fascismo sia ben lontano da essere stato superato e quindi risolto. Siamo ancora lontani dall’averci fatto i conti. E questo è un grosso limite per una democrazia e la sua coscienza. Per la ricorrenza sono state organizzate manifestazioni di segno opposto da Nord a Sud, con ex partigiani, militanti antifascisti e nostalgici in campo. Fu “uno dei giorni più bui della storia e della politica italiana. Lo ricorderemo davanti alla lapide per Giacomo Matteotti” ha twittato il segretario dem, Enrico Letta che stamani alle 9 sarà in Lungotevere Arnaldo da Brescia. Il neo-ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano visiterà la casa di Benedetto Croce, a Napoli, ricordando che il filosofo “fu l'autore del manifesto degli intellettuali antifascisti”. Manifesti inneggianti al fascismo sono comparsi a Roma e a Napoli. Nella capitale, sul lungotevere Flaminio, sono state affisse locandine con la foto delle camicie nere e di Mussolini con un grande “In Marcia!” Scritto sopra con caratteri runici e la citazione della frase del Duce “Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle!”. I manifesti sono stati subito rimossi dal Campidoglio. A Napoli altre decine di manifesti nel quartiere Poggioreale con il fascio littorio, gli slogan “O Roma o Morte!” e “A Napoli ci piove, andiamo a Roma!” con la didascalia “100 anni ancora in Marcia!”. Tutto il fine settimana è pieno di eventi che commemorano la Marcia su Roma. Domani i “Presidi antifascisti” saranno a Roma in piazza Venezia. A Milano, un corteo partirà da Piazzale Loreto. La piattaforma della manifestazione rivendica “un secolo di lotte antifasciste” e “contesta” il revisionismo storico mostrato in passato dalla nuova maggioranza di governo.
La tre giorni di Predappio
Una tre giorni di manifestazioni contrapposte e ad alto rischio attende Predappio, il paese del forlivese dove nacque Mussolini. Oggi si ricorderà, anche, il 78mo della liberazione del paese dal nazifascismo con un corteo dell'Anp a cui il sindaco Roberto Canali (il primo di centrodestra dal dopoguerra) ha negato il patrocinio. La commemorazione della Marcia su Roma, come d'abitudine, è stata spostata alla domenica con un corteo che si concluderà nel cimitero che, dal 1957, accoglie in una cripta il corpo del Duce. In paese alberghi e ristoranti sono tutti prenotati da tempo e si attendono molti arrivi. A Perugia oggi ci sarà un presidio Anpi davanti all'Hotel Brufagni dove cent’anni fa i fascisti si dettero appuntamento per poi Marciare su Roma. Gli stessi fascisti che diciotto mesi dopo assassinarono Giacomo Matteotti.