[Il commento] Manovra, raffica di assunzioni nei ministeri ma Sud in ginocchio per i tagli agli sgravi

M5s e Lega hanno criticato il ministero dell’Economia per i ritardi nel bollinare la Manovra, che, però, prevede di assumere altri venti dirigenti in quell’ufficio. La Legge di Bilancio, dopo anni di blocco, autorizza migliaia di assunzioni: il ministero della Giustizia e dei Beni Culturali i più “fortunati”. Danilo Toninelli rivendica nuove assunzioni per l’Agenzia ferroviaria e 50 lavoratori per la Motorizzazione civile. Ma la cancellazione degli sgravi per i lavoratori al Sud rischia di diminuire posti nel settore privato.

Il ministro dell'Economia Tria (Ansa)
Il ministro dell'Economia Tria (Ansa)

Se la sono ripetutamente presa coi “tecnici” del Ministero dell’Economia: i  capigruppo di M5s e Lega sono intervenuti in Aula al Senato accusando la Ragioneria dello Stato di “ritardi” e “lentezze” nella cosiddetta bollinatura della - pur complicatissima - legge di Bilancio. “Si vede che non erano abituati a Manovre che non sono scritte a Bruxelles”, la battuta velenosa. Vero o no, questa stessa manovra farà arrivare i “rinforzi” proprio al dicastero di via XX settembre, dal quale dipendono tutti gli organi contabili previsti da Costituzione e leggi ordinarie, dove oggi siede Giovanni Tria. Il contestatissimo maxi emendamento approvato alle tre di sabato notte e che sarà discusso alla Camera il 27 dicembre ha infatti disposto uno stanziamento di 2 milioni e 700 mila euro per l’assunzione di 20 dirigenti al Ministero dell’Economia e delle finanze.

Questa infornata  era già stata proposta dai relatori gialloverdi nel corso della prima discussione a Montecitorio quando era stata archiviata come emendamento numero 28.031. L’obiettivo dichiarato delle assunzioni è quello di “sostenere le attività in materia di programmazione degli investimenti pubblici, nonché in materia di valutazione della fattibilità e della rilevanza economico-finanziaria dei provvedimenti normativi (...) in materia di finanza pubblica”. Per capirci, i venti nuovi dirigenti andranno proprio a rafforzare l’organico dell’ “odiato” Mef con incarichi di “consulenza, studio e ricerca”. I prossimi lavoratori al ministero che era stato di Giulio Tremonti e Pier Carlo Padoan non sono però i soli assunti grazie alla “Manovra del cambiamento”. Anzi. Dopo anni di blocco del turn over per diminuire i costi della Pubblica amministrazione la Legge di Bilancio 2019 autorizza infatti migliaia di nuovi reclutamenti di lavoratori - per lo più intellettuali - di alto livello. Per quelli “normali”, invece, il ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno ha dovuto accettare di rinviare al 15 novembre 2019 le altre assunzioni, di modo da ridurre i costi a bilancio per il prossimo anno come avevano chiesto le autorità di Bruxelles come condizione necessaria per evitare la procedura d’infrazione.

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha ottenuto dalla Manovra quasi tutto quello che aveva chiesto per rendere “più efficiente” il sistema giudiziario: 600 nuovi magistrati, duecento all’anno per i prossimi tre anni, tanto per iniziare. A Bilancio ci sono 75 milioni perché è prevista l’assunzione - tramite concorso - di ulteriori tremila lavoratori con qualifica da “personale amministrativo non dirigenziale” presso il dipartimento dell’Amministrazione giudiziaria. Sono i cosiddetti cancellieri, figure professionali preziosissime per oliare la macchina giudiziaria, che è tra le più lente d’Europa. La Finanziaria 2019 targata M5s e Lega autorizza l’assunzione di 85 dipendenti di livello non dirigenziale presso l’Avvocatura dello Stato,  26 diverse figure professionali per  il Tar e per il Consiglio di Stato, 7  - più costosi- dirigenti per il Dipartimento per la giustizia minorile, che ha sempre più processi da istruire dal momento che sono aumentate le condotte delinquenziali degli adolescenti. Un altro che si dice soddisfatto è il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti: “Abbiamo stabilito di fare 371 nuove assunzioni in due anni per la neonata Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali”, ha comunicato ieri Danilo Toninelli. Sempre con la Manovra del cambiamento è riuscito a portare a casa “l’assunzione nel 2019 di 50 unità di personale al Mit per le attività della Motorizzazione civile, tramite concorso”. Questo risultato lo rivendica su Twitter il sottosegretario Michele Dell’Orco: “Grazie alla Manovra Del Popolo provvediamo ad altre 50 assunzioni per le Motorizzazioni. Lavoriamo per garantire ai cittadini servizi migliori”. Altre assunzioni questo stesso ministero era riuscito a farsele autorizzare dal Parlamento al momento del voto del Decreto Genova per la ricostruzione del Ponte Morandi.

Nel maxi emendamento, nonostante i tagli e la necessità di risparmiare, sono autorizzate pure 20 assunzioni per l’Agenzia italiana della cooperazione, due all’Accademia della Crusca e la stabilizzazione di alcuni precari all’Accademia nazionale dei Lincei. Rivendica come un successo le mille e cento assunzioni finanziate dalla Manovra anche il ministro dei Beni Culturali. Alberto Bonisoli con un lungo post su Facebook ha spiegato che sono stati creati “1000 nuovi posti di lavoro extra turnover entro il 2021 e altri 100 a scorrimento di una vecchia graduatoria”. Anche nel settore dei Beni culturali, come in tutti gli altri, il blocco del turn over impediva da anni di rimpiazzare gli statali andati in pensione per raggiunti limiti di età. Quando la legge di Bilancio sarà approvata in via definitiva, questo blocco sarà aggirato. “Un prossimo decreto, invece, provvederà ad altre  assunzioni in regime di turnover, cioè in sostituzione di personale in pensione”, anticipa il ministro, in quota M5s. L’operazione è quotata nella legge di Bilancio a 37 milioni, una cifra simile a quella stanziata per un migliaio di assunzioni che sono state autorizzate al ministero dell’Ambiente oggi occupato dal generale Sergio Costa. Chissà se basteranno per compensare la diminuzione di posti di lavoro nel privato che potrebbe discendere dalla scelta del governo di abolire il credito d'imposta relativo alle deduzioni fiscali per l’Irap. “Abbiamo fatto delle scelte”. ha ammesso Matteo Salvini. Spariranno infatti gli sgravi fiscali per le imprese che assumono a tempo indeterminato nelle Regioni considerate “svantaggiate”, cioè dove il livello di disoccupazione è più elevato: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia). Spariranno le  deduzioni pari a circa 15mila euro l’anno, che potevano arrivare fino a 21mila euro per le lavoratrici e per i giovani under 35. Che sarà di loro?