[L'inchiesta] La mafia si candida alle elezioni insieme a indagati e condannati. Ecco chi sono gli impresentabili
Venti candidati indagati, processati, condannati per reati che vanno dalla truffa, dal falso alla corruzione elettorale. Alcuni casi eclatanti. La denuncia di Claudio Fava per le elezioni in Sicilia
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Poche ore ancora. E i partiti, i movimenti, le cordate, le potenti lobby che investono in politica, gli indicibili, tireranno un sospiro di sollievo. Da oggi si depositeranno le liste per le elezioni dell’Assemblea regionale siciliana. Anche questa volta si discuterà degli Impresentabili. Dei candidati sotto inchiesta, sotto processo, con parenti condannati. Con la crisi della politica, dei partiti, sono loro a rappresentare l‘unica risorsa per chi spera di raccogliere voti e governare cinque milioni e passa di siciliani.
Favorito il candidato del centrodestra Musumeci
Gli ultimi sondaggi della Tecnè confermano che dovrebbe vincere il candidato del centrodestra, Nello Musumeci, con il 36/38%. Il grillino Cancelleri è distaccato di sei punti (30/32%). Il rettore di Palermo Micari, candidato del Pd, di Leoluca Orlando e Alfano e Cardinale, è sotto di venti punti (14/16%) mentre Claudio Fava, che raccoglie un fronte variegato di sinistra è al 10/12%. Sondaggi che indicano una tendenza, perché il gioco vero inizia adesso, con le liste dei cani da dati. Saranno loro a fare la differenza.
La commissione Antimafia esaminerà le liste elettorali
E la corsa elettorale inizia con due notizie che vanno in una unica direzione. La commissione parlamentare Antimafia arriverà a Palermo, per esaminare le liste elettorali con il suo presidente, Rosy Bindi che stamani in un convegno ha voluto ricordare: "Le mafie condizionano in modo trasversale tutte le forze politiche". E il candidato alla presidenza della Regione siciliana della Sinistra, Claudio Fava che ieri ha tenuto una conferenza stampa: "La mafia punta ad avere i propri referenti in questa campagna elettorale e nelle istituzioni regionali".
La candidatura a Catania di Riccardo Pellegrino
Il riferimento in particolare è alla candidatura a Catania di Riccardo Pellegrino, fratello di Gaetano, imputato di associazione mafiosa ritenuto legato al clan dei Carcagnusi. "Io sono il figlio dei signori Mazzei di cui parlate sul giornale, del latitante...". Ė il 30 aprile del 2014, manca un mese alle Europee e a parlare è Carmelo, figlio del boss Nuccio Mazzei, in quel momento il più importante ricercato della Sicilia orientale. Si presenta in redazione accompagnando Riccardo Pellegrino, capogruppo di Forza Italia al consiglio comunale, fratello di Gaetano detto "u funciutu" e oggi candidato di punta nella lista di Forza Italia a Catania, a sostegno di Nello Musumeci. In conferenza stampa, Claudio Fava ha ricordato che dall’intercettazione ambientale su quell’incontro tra Pellegrino, il figlio del boss Mazzei e il giornalista, "si apprende che Riccardo Pellegrino è 'orgoglioso' di vivere nel quartiere catanese di San Cristoforo, ma si lamenta perché adesso ci sarebbe solo la piccola criminalità mentre 'se in campo ci fossero stati mafiosi di spessore - i Santapaola, i Mazzei, i Cappello - guarda che tutto questo manicomio non c’era...'".
Sponsor mafioso per un candidato del Partito democratico
Claudio Fava ha citato anche la vicenda di uno sponsor mafioso per un candidato del Pd. Lorenzo Leone, presidente della municipalità Librino–San Giorgio - fratello di Gaetano, condannato definitivamente per associazione mafiosa e per un numero significativo di estorsioni - oggi sta conducendo la campagna elettorale per il candidato Luca Sammartino del Pd, nello stesso territorio in cui, secondo la magistratura, è stata accertata l'appartenenza territoriale del fratello Gaetano al Clan Santapaola. Questo è l’sms con cui Leone chiama a raccolta gli amici in vista del voto del 5 novembre. "Vi aspetto nella sede di Zia Lisa seconda (dove Leone ha un patronato n.d.r.), in vista delle elezioni regionali. Il nostro candidato è Luca Sammartino…". Dunque Claudio Fava ha voluto giocare d’anticipo, denunciando due casi di collusione, interessi di clan mafiosi a sostenere certi candidati.
Venti candidati indagati, processati e condannati
Ma l’elenco degli “impresentabili” che Tiscali.it ha già accennato in articoli precedenti, è lungo e solo domani potremo farne un bilancio compiuto. Si tratta di circa venti candidati indagati, processati, condannati per reati che vanno dalla truffa, dal falso alla corruzione elettorale. Alcuni casi eclatanti. Come quello del sindaco di Priolo, Antonello Rizza, candidato con Forza Italia. Detiene il record di 22 capi d’imputazione, dalla associazione a delinquere alla corruzione elettorale. Luigi, il figlio di Francantonio Genovese, l’ex Pd passato a Forza Italia, condannato in primo grado a 11 anni per truffa e riciclaggio. Anche Luigi sarà candidato a Messina con Forza Italia. L’Udc candida l’ex sindaco di Fiumedinisi, Cateno De aluca, sotto processo per il sacco edilizio.