M5s e assemblea costituente, la doccia fredda di Grillo: "Le regole non cambiano". E Conte gli risponde: “Non decide lui”
Il fondatore ribadisce la sua posizione sul simbolo e sulla regola dei due mandati. Gli attivisti reagiscono con la proposta di un "garante a tempo"
Beppe Grillo vuole blindare i "pilastri non negoziabili" del M5s: "simbolo, nome e regola del secondo mandato". E Giuseppe Conte gli risponde aprendo ufficialmente il processo costitutivo del partito e chiarendo che si potrà "discutere di tutto": non saranno "alcuni" a decidere "arbitrariamente e preventivamente" su cosa gli iscritti - tra i 160 e i 170 mila - potranno discutere e deliberare. È un nuovo atto dello scontro fra fondatore e leader, e non si possono escludere altre evoluzioni da qui a "fine ottobre", quando si terrà l'assemblea costituente: annunciata a giugno dopo la debacle alle Europee, sarà la fase finale dell'iter, dopo quella di ascolto della base e una seconda di indirizzamento delle priorità, in cui, ha spiegato l'ex premier, "300 iscritti selezionati casualmente verranno invitati in più giornate a confrontarsi, a discutere, per trovare delle soluzioni con la logica del problem solving".
La doccia fredda di Beppe Grillo
"Il nostro DNA", è il titolo del post lanciato da Grillo sul proprio blog, in un martedì di agosto che coincide con il quinto anniversario della caduta del primo governo Conte. Una esortazione ad "attivisti, portavoce e sostenitori" del Movimento da lui fondato 15 anni fa con Gianroberto Casaleggio, a non mettere in discussione "tre pilastri", rivendicando ancora una volta il ruolo di "garante e custode dei valori fondamentali dell'azione politica MoVimento 5 Stelle". La sua tesi è che "in questo momento cruciale" non si può "smarrire la nostra rotta".
A partire dal limite dei due mandati per gli eletti, "un argine contro la degenerazione del potere". Inamovibile Grillo è anche su simbolo e nome: "Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato".
Un approccio tassativo indigesto a quei pentastellati che considerano necessario qualche nuovo adattamento, senza paura di veder cadere nuovi tabù, come già successo tre anni fa con l'apertura al finanziamento tramite le donazioni del 2 per mille. Parlamentari vicini a Conte leggono questo post come "un nuovo segno di debolezza", dopo la lettera in cui il garante si rammaricava di non essere stato coinvolto nella scelta di indire l'assemblea, essendo stata ignorata la sua richiesta di "incontri con un gruppo ristretto dei nostri, per discutere dei temi su cui rilanciare il Movimento".
La replica di Conte
Come in quello scambio epistolare da lui stesso reso noto il 27 giugno, Conte in un video girato a Villa Borghese, ha risposto al post rivendicando che i protagonisti della Costituente saranno gli iscritti. Saranno loro, ha assicurato, a indicare soluzioni e a votarle: "In questo processo non ci sono gerarchie, io stesso mi metto da parte, insieme ci mettiamo da parte con l'attuale gruppo dirigente". "In passato - ha sottolineato - il simbolo è stato cambiato più volte, è stata cambiata anche la regola del doppio mandato: ricordate la regola del mandato zero? Non possiamo ammettere che quando queste decisioni sono prese da due, tre, quattro, cinque persone va tutto bene e non va bene quando invece è la comunità degli iscritti, nell'ambito di un processo costituente così coinvolgente e coraggioso e rivoluzionario". Per l'ex presidente del Consiglio si apre "un grande processo rifondativo, che serve a riossigenarci, a rilanciare la nostra proposta politica". Nelle scorse settimane ha chiarito che la costituente potrà mettere in discussione anche la sua leadership (da tempo circolano i nomi di Chiara Appendino e Roberto Fico per scenari alternativi), ma anche le strategie politiche e il collocamento del Movimento rispetto alle altre forze politiche.
E Gasparri ironizza: “Nati rivoluzionari ora abbarbicati a scranni”
"Grillo non molla e intima ai suoi, un tempo, seguaci che deve rimanere la regola del tetto massimo di due mandati. Molti grillini quindi devono rassegnarsi a sloggiare. Erano partiti come rivoluzionari entusiasti, adesso sono abbarbicati ai loro scranni”. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, coglie l’occasione per sferrare un attacco al movimento: “Chi ha dovuto cedere il passo in Parlamento ha cercato di farsi dare una consulenza dai gruppi parlamentari. Penso che così avvenga per molti degli ex parlamentari 5 Stelle, che vediamo aggirarsi dentro e attorno ai palazzi certamente non a titolo gratuito. Probabilmente se i grillini vogliono strappare da Grillo la possibilità di proseguire oltre il secondo mandato, tradendo l'impegno che loro hanno preso seguendo una logica francamente assurda, dovranno forse raddoppiare i compensi a Grillo. Anche Grillo, infatti, predica bene, ma razzola male. Prende 300mila euro l'anno da fondi pubblici del Movimento 5 Stelle. Forse, per convincerlo a concedere un terzo e un quarto mandato, dovrebbero dargli 600mila euro l'anno, anziché 300mila. È una mia idea, un semplice suggerimento. Visto che ormai Grillo nei teatri arranca e non attira più il pubblico, noioso e ripetitivo come è diventato, forse è il tempo di un compromesso: più soldi a Grillo, più mandati ai grillini, farebbe finire in letizia questa vicenda. Con champagne e cotillons per tutti, facendo continuare la festa degli improvvisati nemici del Palazzo, oggi incollati alle poltrone del Palazzo".