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Lollobrigida parla di "sostituzione etnica", Schlein gli dà del "suprematista bianco": scontro sui migranti

Il ministro dell'Agricoltura fa infuriare la sinistra con le sue dichiarazioni: "Meglio puntare sulla natalità". E Meloni rincara: "La soluzione è il lavoro femminile e il Made in Italy". Ma da Bruxelles arrivano buone notizie a Roma

Ettore Maria Colombodi Ettore Maria Colombo   
Lollobrigida parla di 'sostituzione etnica', Schlein gli dà del 'suprematista bianco': scontro sui...
A sinistra Lollobrigida, a destra Schlein

Mentre slitta a domani l'esame in Aula al Senato del decreto Cutro che prepara la stretta sulla 'protezione speciale', non si fermano le polemiche sul tema dei migranti. Ad alimentare lo scontro tra maggioranza e opposizione sono le parole del ministro FdI Francesco Lollobrigida sul "no alla sostituzione etnica". Dichiarazioni che arrivano poco dopo quelle della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che sulla mancanza di manodopera nelle aziende spiega: "Il problema non si risolve con i migranti, ma alzando i livelli di occupazione femminile e incentivando le nascite. Questo è quello su cui il governo lavora".

Meloni parla al suo arrivo a Rho Fiera Milano per il taglio del nastro dell'edizione numero 61 del Salone del Mobile. "In questo salone c'è un elemento fondamentale che è nella nostra economia: il marchio, l'eccellenza. Il marchio è la cosa più preziosa che abbiamo a patto di essere in grado di difenderlo e valorizzarlo", sottolinea Meloni, annunciando l'arrivo nelle prossime settimane in Cdm di un collegato alla manovra "che ha come obiettivo proprio la valorizzazione del marchio". L'azione del governo, rimarca il capo dell'esecutivo, è volta a favorire il lavoro, perché "non mi rassegno - sottolinea - a un modello di società basato sul reddito di cittadinanza".

In questa direzione va anche il liceo del Made in Italy "che è in dirittura d'arrivo" e nell'idea della premier punta ad "allineare il rapporto tra domanda e offerta di lavoro" operando una "rivoluzione culturale sul ruolo del sapere artigiano". Per risolvere il problema della mancanza di manodopera, infatti, secondo Meloni prima di ricorrere ai migranti occorre "lavorare ad esempio sulla possibilità di coinvolgere molte più donne nel nostro mercato del lavoro. E poi - aggiunge - c'è il tema di incentivare la natalità".

Dichiarazioni shock di Lollobrigida

A provocare la reazione delle opposizioni sono però le dichiarazioni del ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare, Lollobrigida, che pensando all'Italia del "dopodomani" - dal congresso nazionale della Cisal - si spinge a dichiarare: "Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque, di lavorare e avere una famiglia" perché "non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica". Duro il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein, che parla di affermazioni "disgustose, inaccettabili e da suprematista bianco" e chiede alla stessa Meloni di prendere le distanze "con forza da queste parole dette, peraltro, nel giorno in cui il presidente Mattarella è in visita ad Auschwitz".

All'attacco anche il leader di Azione, Carlo Calenda, per il quale "riesumare il vecchio refrain della 'sostituzione etnica' riporta il Governo ad una postura incompatibile con una presenza autorevole in Europa". Da +Europa Benedetto Della Vedova chiede a Lollobrigida di scusarsi per aver usato un "linguaggio da cospirazionista, inaccettabile da parte di chi sta al Governo". Ma in un video pubblicato su Facebook, Lollobrigida risponde alle critiche e va al contrattacco: "La sinistra evidentemente in difficoltà, priva di argomenti - ribatte il ministro - solleva il solito polverone su una mia dichiarazione durante un'assemblea sindacale in cui spiegavo che per contrastare la denatalità in Italia, che rischia di far scomparire il popolo italiano, bisogna provare ad aiutare chi intende farlo a mettere su famiglia con figli, con agevolazioni e un sistema di welfare che lo sostenga, che dia la possibilità di acquistare una casa, di coniugare il lavoro e la famiglia. "E la sinistra - rimarca ancora Lollobrigida - invece solleva il polverone, parla di razzismo, di suprematismo, dice cose che non hanno alcun senso".

Decreto Cutro in Aula

Sul decreto Cutro contenente le disposizioni urgenti in materia di flussi, intanto, la commissione Affari Costituzionali del Senato, ha preso atto dell'impossibilità di completare l'esame degli emendamenti, anche per l'ostruzionismo delle opposizioni. Il provvedimento approderà quindi solo oggi a Palazzo Madama senza mandato al relatore, per poi passare alla Camera nella prima settimana di maggio per la conversione in legge entro il 9 dello stesso mese. Sul testo la maggioranza non porrà la questione di fiducia: "Il centrodestra - assicura il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Lucio Malan - è compatto, supereremo la protezione speciale”. 
 
Sul decreto Cutro, dunque, l'ordine di scuderia è quello di mostrare compattezza, sempre e comunque. Persino quando la tensione è su un tema - come quello dei migranti - su cui Fratelli d'Italia e Lega si sono costruiti negli anni buona parte del loro capitale politico. E così da palazzo Chigi è arrivato l'input di trovare a tutti i costi un accordo sul cosiddetto dl Cutro, su cui il Carroccio in commissione non ha rinunciato a presentare 21 emendamenti con lo scopo di ripristinare di fatto i decreti sicurezza di salviniana memoria, nonostante nella maggioranza si fosse arrivati a un faticoso compromesso sul tema centrale della cancellazione della protezione speciale. Norma sulla quale sin dall'inizio sono stati puntati i riflettori del Quirinale.

Alla fine, viene spiegato, l'idea a cui si lavora prevede che la Lega mantenga alcuni emendamenti-bandiera che però dovrebbero essere o sottoscritti dagli altri partiti o presentati con testo identico dagli alleati. In questo modo il provvedimento dovrebbe superare l'esame dell'aula del Senato, dove approderà oggi senza relatore, senza che il governo debba mettere la fiducia: un passaggio che probabilmente sarà invece necessario alla Camera ma che, si sottolinea, Meloni ha voluto evitare nella prima lettura perché non si accusasse l'esecutivo di forzature istituzionali. Se però la priorità resta dare l'idea di un governo che procede con unità d'intenti, certamente non meno importante viene considerata dalla presidente del Consiglio la necessità di battere su alcuni punti identitari per Fratelli d'Italia. E quello dei migranti è certamente uno di questi.

Meloni, raccontano, ha chiesto al suo partito di intervenire nei dibattiti, di essere presenti sempre sul tema, insomma di non lasciarlo alla mercé della Lega. Soprattutto non adesso che la presidente del Consiglio ha anche la necessità di contemperare nelle scelte di governo le trattative con l'Europa e la costante attenzione su certi passaggi del Colle. Ed ecco l'uno due di oggi, della stessa premier e di uno dei suoi ministri più rappresentativi, il cognato Lollobrigida. Entrambi cominciano discettando di come affrontare il tema della denatalità e finiscono a parlare di migranti. In visita al Salone del Mobile di Milano, Meloni afferma infatti che il problema demografico dell'Italia e le sue ripercussioni sul Pil si risolvono "non con i migranti" ma incentivando la natalità e aumentando il tasso di occupazione femminile.

Più o meno lo stesso concetto che esprime, con toni decisamente più tranchant, il ministro dell'Agricoltura che, ospite del congresso della Cisal, sostiene che "vanno incentivate le nascite. Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque di lavorare e avere una famiglia. Non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica". Parole che vengono stigmatizzate da tutta l'opposizione, a cominciare dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, secondo cui si tratta di "linguaggio da suprematismo bianco". Ma c'è anche chi tra gli alleati insinua il dubbio che il polverone suscitato daLollobrigida non sia affatto casuale: "Fateci caso - fa notare un parlamentare - ogni volta che la maggioranza è in difficoltà c'è qualcuno che distoglie l'attenzione con una polemica". 

Fondi dall'Ue per l'emergenza migranti

Intanto, per Roma, arrivano buone notizie da Bruxelles. L'Ue valuta di dare più fondi all'Italia per l'emergenza migranti. Nel pieno della crisi flussi e 24 ore dopo l'intervento del presidente Sergio Mattarella sulla necessità di superare regole "preistoriche" sul dossier migrazione, Bruxelles certifica una nuova apertura all'Italia per placare quella che, lo stesso commissario Johannes Hahn, ha definito "un'emergenza". L'intervento dell'esecutivo europeo, di fatto, ha costituito l'unica vera novità emersa da un dibattito sulle migrazioni e sull'Italia all'Eurocamera che, per il resto, ha visto soprattutto riproporsi lo scontro tra S&d e Ppe dopo l'apertura di Manfred Weber alla destra. In Aula semivuota Hahn ha tuttavia fatto un intervento che pare andare incontro alle richieste del governo Meloni.

Il commissario ha prima spiegato che l'Ue vuole più ricollocamenti di migranti dall'Italia e ha quindi sottolineato che sono in corso discussioni con Roma per aumentare i fondi europei per affrontare l'emergenza sbarchi. "Dobbiamo trattare tutti con dignità e umanità" ma anche con "solidarietà anche per chi gestisce le frontiere di sbarco, come l'Italia", sono state le parole di Hahn, che ha confermato il viaggio in Tunisia di fine mese della titolare per gli Affari Interni Ylva Johansson. La missione punta a rilanciare il partenariato con Tunisi in un momento tuttavia particolarmente delicato per la crisi politica in atto nel Paese nordafricano. Il dossier migranti, nonostante le tensioni costanti tra centro-destra e centro-sinistra anche in Europa, prosegue faticosamente il suo iter e la riforma del Patto di migrazione e asilo è arrivata oggi sul tavolo del trilogo, ovvero dei negoziati tra le istituzioni europee.

Mercoledì, tuttavia, lo scontro rischia di infiammarsi sull'emendamento annunciato dal Ppe alla revisione del bilancio europeo: l'obiettivo dei Popolari è consentire che fondi comunitari finanzino i muri anti migranti. "Se passa l'emendamento è a rischio il nostro voto sulla riforma", ha avvertito la capogruppo di S&d Iratxe Garcia Perez. "Weber è sconcertante, sembra che il loro modello sia Erdogan e Orban", ha protestato il capodelegazione del Pd Brando Benifei in Aula. "Lo scopo di Meloni è sfruttare a scopo elettorale" il dossier, "è populismo di estrema destra", ha incalzato il socialista spagnolo Juan Fernando Lopez Aguilar, presidente della commissione Libe. "All'Europa chiediamo una linea di realismo e solidarietà", ha ribattuto il capodelegazione di Fdi Carlo Fidanza, trovando subito la sponda della Lega. "Quanto è solidale Parigi che respinge migranti a Ventimiglia", è la domanda che ha posto all'Aula Silvia Sardone in un dibattito nato come iniziativa del Ppe ma il cui titolo era stato modificato con un blitz di S&d e dei Verdi. Un dibattito che sembra essere solo la prima tappa di uno scontro che rischia di prolungarsi fino alle Europee. 

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