Lagarde e il finanziamento illecito all'imprenditore amico di Sarkozy. Le ombre sulla nuova leader della Bce
Ritenuta responsabile di "negligenza" per non aver impedito la sovvenzione di 403 milioni, ora rischia i contraccolpi di una sentenza del Tribunale di Parigi che arriverà a giorni

L'ascesa di Christine Lagarde non sembra avere ostacoli. Dopo il Fondo monetario internazionale la giurista diventerà la prima donna di formazione non economica a ricoprire il delicato ruolo di presidente della Banca centrale europea, succedendo al banchiere Mario Draghi. Lagarde si porta dietro un curriculum di tutto rispetto, sia per l'attività svolta nel Fmi che come ministra delle Finanze dei governi francesi Chirac e Sarkozy. Ma è molto apprezzata anche da Macron che infatti l'ha voluta con forza in Europa. Non c'è dubbio che Lagarde sia una personalità di altro lignaggio in grado di mediare e mettere d'accordo il gruppo dei 26 superesperti di politica monetaria e di economia che compongono la Bce.
C'è un "ma" che rischia di frapporsi tra Lagarde e la nomina alla guida della Bce. Cioè una sentenza su un caso di fondi pubblici finiti nelle casse di un noto finanziere a seguito di un arbitrato voluto da Lagarde. I francesi lo conoscono come "il caso Tapie" e il prossimo 9 luglio arriverà la sentenza dei giudici di Parigi sulla conferma della condanna a tre anni - metà pena sospesa - di Stephane Richard, amministratore delegato del colosso delle Tlc francesi Orange. Ma Richard era soprattutto il capo di gabinetto di Lagarde, ministra delle Finanze con Sarkozy. L'arbitrato voluto dalla ministra destinò 404 milioni di euro di soldi pubblici al controverso finanziere Tapie, già condannato a 5 anni.
Chi è Tapie, l'uomo del crack
Bernard Tapie - a ricostruire gli eventi è Il Fatto quotidiano - è da sempre legato alla politica. Prima socialista con Mitterrand poi simpatizzante di destra con Sarkozy, all'attivo ha una condanna a 8 mesi per aver "comprato" una partita quando era presidente dell'Olympique Marsiglia. Negli anni '90 Tapie compra l'80 per cento di Adidas anche grazie ai fondi forniti dal Crédit Lyonnais. Impossibilitato a pagare i debiti, dopo la vendita della casa di abbigliamento sportivo tedesca fatta dall'istituto di credito, ma successivamente contestata da Tapie, fallisce. La svolta arriva con il governo Sarkozy, quando Lagarde è ministra delle Finanze.
Il finanziamento illecito
La futura presidente della Bce crea una commissione arbitrale "indipendente" che stabilì - così certificò Lagarde - un risarcimento pubblico tra i 40 e i 50 milioni di euro per Tapie, perché nel frattempo il Crédit Lyonnais è scomparso. Poi si scoprirà che all'imprenditore-finanziere nel 2010 sarebbero andati in realtà 403 milioni di cui una quarantina per "danni morali". L'indagine porta Tapie in carcere con l'accusa di "truffa in associazione a delinquere" e si scopre che acuni membri del collegio arbitrale erano legati a lui doppio filo. Lagarde viene ascoltata come "testimone assistita" e nega ogni coinvolgimento. Sostiene che alcune sue firme neglia tti siano state falsificate ma spunta un papello nel quale scrive a Sarkozy: "Nicolas", "usami come vuoi".
La sua ascesa al Fmi (2011) non blocca il processo contro Tapie che viene condannato a risarcire i 404 milioni (correva l'anno 2015). Nel frattempo Lagarde veniva riconfermata alla guida del Fmi e l'anno successivo riconosciuta colpevole di "negliegenza" dal tribunale di Parigi per "non aver impedito il finanziamento" illecito. La pena a un anno di carcere e 15 mila euro di multa viene però sospesa. La Cassazione ha detto in via definitiva che Tapie deve rimborsare i 403 milioni mentre la sentenza per lo scandalo Adidas che vede imputati ancora Tapie e Richard arriverà a giorni. L'ombra, inevitabilmente, si proietterà sulla nuova presidente della Bce.