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[Il retroscena] Imbarazzi, paure e l’addio a calcio. Ecco la prima volta di Galliani in politica: “Non so nulla, dovete insegnarmi tutto”

L’ex dirigente delle aziende del Biscione è parso in grande difficoltà anche quando sono stati spiegate - a lui, come agli altri - le tante buone ragioni per le quali è bene che i candidati sappiano usare i social network, specie Facebook e Twitter. Il neo-candidato non aveva profili. Galliani, che correrà nel collegio di Varese, Como, Lecco, dove gli azzurri sono molto forti e si scontrerà direttamente con Umberto Bossi, capolista pure lui ma della Lega, era stato messo in guardia sul rischio che la sua connotazione-Milan potesse diventare un autogol in zone sulle quali insiste tra l’altro la Pinetina di Appiano Gentile, dove si allena l’Inter.

Adriano Galliani
Adriano Galliani

“E’ dal primo novembre 1979 che convivo con Silvio Berlusconi e vi assicuro che è stato come fare un master a Yale, Boston o Stanford…”. Sono queste le parole con le quali Adriano Galliani, candidato di Forza Italia per il Senato, ha aperto ufficialmente la caccia ai voti che lo porteranno - con assoluta certezza - a diventare un membro del Parlamento della diciottesima legislatura. Classe 1944, fotografato centinaia e centinaia di volte assieme al Cavaliere, che aveva affidato alle sue cure il “gioiello” Milan, ha dovuto affrontare “con umiltà” il passaggio da omaggiatissimo vertice di una grande azienda al ruolo di capolista (tra tanti) di un partito politico. E’ stato giovedì scorso che, chiuse le liste e sopite le polemiche per i tanti esclusi, il manager prossimo senatore ha fatto un bagno di realtà.

Il primo approccio con quel mondo così contiguo a quello dal quale proviene, eppure così diverso è stato nel corso di una riunione a porte chiuse che si è tenuta a Milano. La coordinatrice lombarda degli azzurri, l’ex ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, aveva raccolto nella sede del partito tutti i (tanti) candidati della principale Regione italiana sotto lo stesso tetto per impartire alcune istruzioni e farli conoscere tra di loro. Tra candidati alla Camera e al Senato nei collegi uninominali e nei listini proporzionali erano un piccolo esercito. C’erano per esempio Michela Vittoria Brambilla e Alessandro Cattaneo, Giusy Versace e Paolo Romani. A quel punto qualcuno ha domandato: “Adriano, chi è il tuo mandatario?”. Gelo e imbarazzo, il manager ignorava cosa fosse e a cosa servisse. Ciascun candidato invece deve nominare una persona di sua fiducia che si occupa di rendicontare le spese della campagna elettorale, di raccogliere eventuali finanziamenti ed è una figura importante che finisce citata anche sui manifesti.  “Dovete insegnarmi tutto…”, ha risposto il manager. Tutti i presenti dicono di averlo trovato non soltanto “umilissimo”, ma anche “particolarmente spiritoso e divertito” dal nuovo ruolo di candidato di un partito politico.

Non ha avuto bisogno di consigli contenuti nel Kit del candidato che è prossimo alla distribuzione perché conosce da prima e meglio degli altri le idiosincrasie del Cavaliere per la barba, l’alitosi e gli scravattati, mentre ha ricevuto pure lui - che pure Berlusconi  lo frequenta da una vita - l’ “orazione” che il leader di Forza Italia ha fatto scrivere al professore Giovanni Orsina e che vuole che venga letta e recitata da tutti i suoi candidati per il Parlamento. L’ex dirigente delle aziende del Biscione è parso in grande difficoltà anche quando sono stati spiegate - a lui, come agli altri - le tante buone ragioni per le quali è bene che i candidati sappiano usare i social network, specie Facebook e Twitter. Il neo-candidato non aveva profili.   Galliani, che correrà nel collegio di Varese, Como, Lecco, dove gli azzurri sono molto forti e si scontrerà direttamente con Umberto Bossi, capolista pure lui ma della Lega, era stato messo in guardia sul rischio che la sua connotazione-Milan potesse diventare un autogol in zone sulle quali insiste tra l’altro la Pinetina di Appiano Gentile, dove si allena l’Inter. Ecco perché ieri sera, alla sua prima uscita pubblica, si è raccontato diversamente: “Tutti mi conoscono per il Milan, ma la mia vita è stata molto di più”, ha esordito nel corso della sua prima conferenza stampa politica, affiancato dagli altri candidati lombardi di Forza Italia al Parlamento, ieri sera. “Dopo trentanni a Milanello finisco l’avventura l’anno scorso e per motivi romantici ho detto no a tutte le squadre europee che mi hanno cercato”, ricorda. “Penso che chi ha avuto tanto dalla vita debba restituirlo. Cercherò di farlo”, la sua spiegazione, stilisticamente molto berlusconiana. 

Ma perché quel collegio e non uno a Milano, per esempio? “La mia origine è brianzola purosangue da cinque generazioni”, ha rivendicato. La Brianza è quella terra a cavallo tra le tre Province, che cinge le Prealpi fino a Milano, nei decenni considerata emblema della produttività italiana, culla della microimpresa, che anche l’ex premier considera la “sua” origine. Soltanto alcuni mesi fa, prima della campagna elettorale, era andato in elicottero con la figlia a Oltrona San Mamete, il piccolo Comune della Provincia di Como dove aveva vissuto molti anni da sfollato durante la guerra. Il manager ha raccontato dei suoi esordi, della “Elettronica industriale”, che aveva aperto a Lissone, “motivo per cui ho conosciuto Silvio Berlusconi, che mi  ha chiesto se poteva creare tre reti televisive nazionali”. Alla mia risposta che, secondo me,  era in grado, il Cavaliere gli ha chiesto il prezzo di metà dell'azienda. “Feci un prezzo che era meno del valore del magazzino; l’Elettronica Industriale è arrivata a 1.600 dipendenti”. Anche Galliani, insomma, si gioca la carta dell’imprenditore prestato alla politica, come l’ “amico Silvio”, che, stavolta, non sarà a Palazzo Madama ad aspettarlo e non è nemmeno in lista perché incandidabile. Di sicuro l’ex premier andrà a dargli una mano nel collegio, anche se forse nemmeno serve. Ieri pomeriggio, mentre l’ex direttore del Milan scendeva in campo (politico), anzi, il suo “principale” già brindava alla futura vittoria con i dipendenti di Forza Italia, dentro la (piccola) sede del partito che ha fondato nel 1994.

Paolo Emilio Russodi Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare   
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