Sciopero, al corteo di Torino scontri tra antagonisti e forze dell'ordine. Bruciate le foto della premier e di alcuni ministri. Foto e video
Occupati binari a Porta Susa Circolazione dei treni bloccata per dieci minuti. I sindacati: '"desione al 70%, cortei in 43 piazze". Il leader della Cgil: "Vogliamo rivoltare il Paese come un guanto"
Al grido di "al rogo" e "dimissioni" davanti alla stazione di Torino Porta Nuova, al termine del corteo di studenti, pro Palestina e centri sociali sono stati bruciati un fantoccio di stracci con la foto del ministro Salvini e le foto della premier Meloni, del ministro Crosetto e del ceo di Leonardo, Cingolani. "Ferma condanna" da parte di Matteo Salvini "per le violenze" di Torino che hanno causato problemi anche alle Forze dell'Ordine. La Lega chiede di identificare i colpevoli: "Non sono manifestanti ma delinquenti, e i delinquenti meritano la galera", chiarisce Salvini. Così una nota della Lega.
Occupati i binari
Al termine del corteo, un gruppo di manifestanti dello spezzone studentesco e universitario utilizzando gli ingressi della metropolitana di Porta Nuova hanno raggiunto con la metro la stazione di Porta Susa e sventolando una bandiera palestinese sono scesi sui binari 1 e 2 della stazione bloccando la circolazione. L'occupazione dei binari si è conclusa dopo una decina di minuti, con i manifestanti poi tornati a sfilare nelle strade.
Scontri a Torino vicino Porta Nuova tra antagonisti e polizia
Scontri tra le forze dell'ordine e antagonisti che hanno partecipato allo "spezzone sociale" del corteo per lo sciopero generale a Torino. Sono avvenuti vicino alla stazione di Porta Nuova, in via Sacchi, in centro città, dove i manifestanti hanno cercato di entrare sfondando il cordone di polizia. Le forze dell'ordine li hanno respinti a manganellate, i manifestanti hanno sferrato calci e pugni e usato le aste delle bandiere. Scanditi dai manifestanti slogan contro Salvini e la Tav Torino-Lione.
Bruciate sagome e foto di premier e ministri
A Torino, al termine del corteo degli studenti, centri sociali e attivisti Pro Palestina, i manifestanti, alcune centinaia, hanno bruciato una sagoma di stracci raffigurante il volto del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e tre maxi foto coi i volti della premier Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto e del ceo di Leonardo, Roberto Cingolani. Il tutto è avvenuto tra grida di "Al rogo al rogo" e "dimissioni dimissioni".
Video
I pro-Pal lanciano uova e fumogeni contro le forze dell'ordine
Uova con vernice rossa e fumogeni sono stati lanciati contro le forze dell'ordine schierate davanti alla prefettura di Torino, in piazza Castello, dal lato opposto dove è appena terminato il corteo dei sindacati per lo sciopero generale. A lanciare gli oggetti, tra cui anche torce da segnalazione, sono stati gli studenti dello spezzone pro Palestina, alcune centinaia.
Landini: "Siamo 500mila, rivoltiamo le piazze come un guanto"
Al governo che lo ha criticato, dicendo che la Cgil è fondamentalista perché vuole rivoltare Paese, Landini risponde: “Mi sono permesso di usare una parola che ad alcuni esponenti del governo non è piaciuta, ci hanno detto fondamentalisti. Noi – rivendica – siamo in piazza perché vogliamo rivoltare questo Paese come un guanto, perché noi pensiamo a un Paese dove c’è zero evasione fiscale, a un Paese dove c’è zero precarietà, un Paese dove ci sono zero morti sul lavoro, noi pensiamo a Paese dove c’è zero sfruttamento, dove c’è zero lavoro nero. È essere fondamentalisti questo? Oppure essere stanchi ed esserci rotti le scatole perché paghiamo le tasse anche per chi le evade o ha i condoni di questo governo?”
Landini: "Le piazze non si precettano"
Da Bologna, dove ha guidato il corteo, il segretario della Cgil, ha dichiarato: "Le piazze non si precettano. Abbiamo già dati di adesione altissimi, è una giornata importantissima ed è la migliore risposta che ci può essere. È il segno che la maggioranza di questo Paese chiede di cambiare delle leggi balorde e che il lavoro e la dignità delle persone tornino ad essere al centro". Landini ha aggiunto che lo sciopero non si limita alla giornata odierna: "Per quello che ci riguarda, oggi inizia un percorso di mobilitazione per rivoltare come un guanto questo Paese. Basta ingiustizie, basta precarietà. La rivolta sociale significa dire che ognuno di noi non deve voltarsi dall’altra parte di fronte alle ingiustizie. Solo mettendoci insieme possiamo cambiare questa situazione".
Il segretario ha poi criticato duramente il decreto sicurezza in discussione in Parlamento: "Vogliono addirittura far diventare un reato lo sciopero, i blocchi stradali, le occupazioni delle fabbriche quando chiudono. È un tentativo serio di svolta autoritaria che mette in discussione la libertà di esistere e di scioperare". Sulle misure della manovra, Landini ha osservato: "Con questa manovra il governo aumenta le tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati, non tassa i profitti, non tassa le rendite, non combatte l’evasione fiscale. Nel 2024 l’Irpef, che è pagata al 90% da lavoratori dipendenti e pensionati, porterà 17 miliardi di entrate in più per lo Stato. Noi stiamo chiedendo che quei 17 miliardi tornino a chi ha pagato quelle tasse, investendo in sanità pubblica, assunzioni nel pubblico impiego, aumento dei salari e riduzione della precarietà".
Bombardieri: 'Migliaia di operai in 40 piazze, il governo li ascolti'
"I salari peggiori d'Italia. Siamo in piazza per i salari, la questione economica, le persone normali che vivono di stipendio, che vivono con le pensioni, arrivano con difficoltà alla fine del mese. Questo deve essere un problema centrale nel confronto con il governo". Lo ha detto il segretario nazionale della Uil Pierpaolo Bombardieri prima della partenza del corteo dello sciopero a Napoli. "Io credo che il governo - ha evideziato - se 40 piazze in Italia si riempiono come accade oggi, dovrebbe forse fare una riflessione. Non rispetto a Landini e Bombardieri, ma rispetto alle migliaia, alle decine, centinaia di migliaia di persone che oggi sono in piazza e chiedono dei cambiamenti".
Schlein a Roma: 'Difendiamo il diritto di sciopero, Pd con i lavoratori'
"Èuno sciopero generale che parte da una difficoltà di lavoratrici e lavoratori che il governo continua ad ignorare. È uno sciopero su una Manovra che taglia la sanità pubblica, che taglia la scuola, che ha mancato le promesse di aumento sulle pensioni, che non ha investimenti per il futuro, che non prevede il rinnovo di quei 5 milioni di lavoratori e lavoratrici che attendono il rinnovo contrattuale. Ed è anche un momento per difendere il diritto di sciopero che è un diritto previsto dalla Costituzione. Noi come Partito Democratico siamo e saremo al fianco di lavoratrici e lavoratori, dei loro rappresentanti, per chiedere l'ascolto che è mancato, per chiedere il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che questo governo continua a calpestare". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein al margine del corteo organizzato in occasione dello sciopero generale a Roma.