"La legge Zan passerà così com’è, senza modifiche. Parola di Alessandro Zan"

E’ appena uscito il libro che intreccia la vita privata del deputato Pd all’iter del contestato disegno di legge contro l’omotransfobia. Due presentazioni al giorno, le mamme chiedono di portare il libro a scuola, sacerdoti si fanno avanti per presentarlo. “Battersi per i diritti individuali è la nuova forma di umanesimo”

'La legge Zan passerà così com’è, senza modifiche. Parola di Alessandro Zan'
Alessandro Zan (Ansa)

“Questa legga passerà. Così com’è, senza correzioni. Sono fiducioso e non perchè la mia legge sia la migliore o perfetta. Ma perchè c’è grande mobilitazione intorno e una spinta che viene dal basso. Perchè è una legge che garantisce diritti e nei paesi dove ci sono più diritti è dimostrato che si vive meglio, con minori disuguaglianze migliori indici economici”.

Se qualcuno si dovesse chiedere che fine ha fatto il ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia che ad un certo punto,  tra maggio e giugno scorso sembrava essere diventata l’ombelico del mondo, gli basta seguire il tour di presentazione del libro di Alessandro Zan, “Senza paura- La nostra battaglia contro l’odio”. Nelle librerie da quattro giorni con l’editore Piemme, ieri sera è stato presentato a Massa, nel bellissimo cortile del Palazzo Ducale in piazza Aranci, ospiti del presidente della Provincia Gianni Lorenzetti (in corsa per la conferma nel comune di Montignoso) e della Prefettura. “Perchè - ha tenuto a precisare la deputata del Pd Martina Nardi, collega di Zan e per l’occasione organizzatrice e testimonial dell’evento - il sindaco Persiani (centrodestra, ndr) non ha ancora risposto alla nostra richiesta di avere una piazza per discutere della legge e del libro”. 

“Ecco perchè sarà approvato in questa legislatura”

Alessandro Zan sfida scetticismo, cinismo e luoghi comuni col sorriso e le forza degli argomenti. Il rinvio del ddl da luglio a dopo le elezioni amministrative non lo preoccupa. Così come non lo preoccupa che in Parlamento ci sarà da approvare entro la fine dell’anno un ingorgo di provvedimenti legati al Pnrr e la legge di Bilancio. “Io spero che ottobre sia la finestra utile per l’approvazione definitiva - spiega Zan - ma non mi spaventa andare a gennaio, nell’ultima finestra utile prima dell’elezione del Capo dello Stato. Questo disegno di legge diventerà legge perchè troppe persone, troppi ragazze ragazzi la aspettano da tempo. Me ne sto rendendo conto proprio in questi giorni presentando il libro in giro per il Paese”. I giovani hanno capito, i genitori anche, alcune mamme hanno chiesto di poter leggere il libro in classe. La Chiesa ha capito: nonostante la lettera del cardinal Callagher che a giugno scorso avvisò il governo sulla “inopportunità” della norma soprattutto nel passaggio sulla identità di genere, molti sacerdoti seguono le presentazioni del libro, un prete curerà la presentazione in settimana a Pordenone. 

Forte pressing dal basso

“La leggi di iniziativa parlamentare oggi vanno avanti solo se c’è un forte pressing da fuori e una mobilitazione dal basso, dai cittadini. La mia legge gode di entrambi questi preziosi benefici”.

Zan non ha dubbi che la legge debba essere approvata così com’è. Così come “certo che sì che accetterei qualche riscrittura, cambiamento e condizione”. Ma non è possibile perchè “modificare qualcosa ora in seconda lettura vuol dire rimandarla alla Camera e affondarla definitivamente. Sapete - ha aggiunto - sarebbe il fallimento del sesto tentativo di fare una legge contro l’odio e contro l’omotransfobia per salvare letteralmente la vita delle persone. Questo davvero non potrei permetterlo”. 

Il disegno di legge Zan è un testo di 12 pagine e 10 articoli. E’ difficile capire perchè da parte del Pd, o almeno di un pezzo di Pd e del suo segretario Letta, ci sia questa difesa a oltranza della linea “o così o nulla”. Difficile capire perchè rischiare di essere bocciati in aula al Senato in qualche voto segreto anzichè accettare qualche “piccola” modifica. E quello che suggeriscono le destre. E quello che ha proposto Italia viva: “Cambiamo due punti (identità di genere e  giornata contro l’odio nelle scuole, ndr), accontentiamoci per ora di perseguire chi commettere crimini di odio per questioni legate al sesso e al genere. Questa è l’urgenza in nome della sicurezza e della necessità di avere questo strumento di legge” ha suggerito Ivan Scalfarotto (Iv) memore dell’imboscata finale che affondò la sua legge contro l’omotransfobia. 

Giù le mani dall’identità di genere

Alla difesa del concetto di identità di genere nella legge, Zan dedica alcune delle pagine più belle del libro. “C’è una cosa che dobbiamo sempre ricordare: parliamo della vita delle persone, una parola in più o in meno dentro una legge può significare  una discriminazione in più o in meno sulla pelle di queste persone. Difendere fino all’ultimo il concetto di identità di genere nella legge non è un vezzo o la richiesta assurda di un movimento radicale, di una lobby. Addirittura la sua dottrina”. Ci sono ben due sentenze della Corte Costituzionale che difendono la legittimità del concetto di identità di genere.  “Levarla dal testo di legge - scrive Zan - vuol dire quindi violare la Costituzione ed escludere dalla protezione persone transgender che sono oggi le maggiori vittime, quelle che hanno più bisogno di tutela, i più discriminati tra i discriminati. Sono queste le bussole che ci orientano quando si tratta di scegliere tra avanguardia e riformismo: sui diritti non si media”. Principi per cui Italia viva, pur convinta che portare comunque a casa una buona legge sia sempre meglio che il nulla,  ha già assicurato il proprio voto a favore qualora il ddl andasse in aula per l’approvazione definitiva.  Non è un caso che la legge inizi proprio con la definizione di “sesso”, “identità di genere”, “orientamento sessuale”: definizioni che sono le fondamenta stessa della legge. 

Il Pd ha discusso molto e alla fine sarà compatto

Poi un atto di fede rispetto al Pd:  “Sono convinto - ha detto Zan - che il mio partito sia coeso su questa battaglia. Credo che non arretrerà di un centimetro, anche nel voto segreto, perchè tutte queste discussioni erano già emerse tra di noi parlamentari quando abbiamo scritto il testo approvato alla Camera nel novembre 2020. Il ddl Zan è già frutto di un grande e lungo lavoro di mediazione alla Camera. Tutte queste domande noi ce le siamo già fatte prima e il testo approvato contiene già le risposte”. Perchè vedete - ha detto Zan strappando gli applausi del pubblico seduto nel cortile del Palazzo Ducale con i marmi della grotta di Nettuno illuminati - “ancora oggi nel nostro paese vieni insultato, se ti va bene, se tieni il tuo compagno mano nella mano. Se ti va male, vieni mandato in ospedale con la mandibola fracassata. Questo è il crimine d’odio, oggi tenersi mano nella mano con qualcuno del tuo stesso sesso è un gesto politico proprio perché pericoloso”. 

Il dono della leggerezza e dell’ironia

 Il libro corre via veloce e leggero sul doppio binario del racconto personale e della cronaca politica di un disegno di legge. Ha il pregio di non essere autoreferenziale - rischio frequente in questo tipologia di libri - di saper usare la chiave dell’ironia per dribblare noia e pesantezza. E’ toccante nelle pagine dedicate alla famiglia, “un porto sicuro o una montagna da scalare” e al babbo Lamberto, leghista doc del profondo veneto, che poi è divenuto il suo principale tifoso. Ed elettore. “Mio padre era figlio di un barbiere. Se ne è andato e ha fatto la sua vita, diventando un commerciante di successo e un leghista. Temevo, quando ho fatto il coming out, di essere rifiutato. Succedeva allora e succede ancora a molti ragazzi. Mi andò bene.Poi capì che la destra che discriminava me sbagliava, mi aiutò nella mia prima campagna elettorale e divenne un elettore del Pd”. 

Il patriarcato e altri concetti illuminanti

Introduce, il libro, tre concetti illuminanti. Il primo è legato al “patriarcato” che “attribuisce in modo rigido a ciascuno un ruolo nella società” per cui “aspettative, ruoli e prerogative sono ancora dentro quella sceneggiatura diventata ormai un ostacolo alla cittadinanza, un problema democratico”. Il secondo riguarda “la falsata autopercezione nazionale”, ovverosia l’angolatura di una grande e collettiva ipocrisia. “Il paese è cresciuto in sintonia con quello che accade in altri paesi europei eppure qui il patriarcato è ancora forte. Ne è dimostrazione il fatto che la destra italiana non è liberale ma sovranista, flirta con Visegrad e con Orban, sta con con chi chiede una società che discrimina. C’è un tasso di ipocrisia fortissimo, ci sono leader che mostrano il rosario e hanno due o tre famiglie, che si vaccinano e poi esaltano i no vax”. E a proposito di ipocrisia: “La lettera del cardinale Paul Richard Gallagher è stata un boomerang. La Chiesa mantiene un alto tasso d’odio. È inaccettabile che la Chiesa discrimini chi non accetta la visione patriarcale della società, trovo tutto questo molto poco cristiano e quindi molto ipocrita”.  Il ddl Zan è una legge fortemente cristiana.

Il terzo concetto è quasi rivoluzionario e da solo merita il libro:  “Battersi per il rispetto assoluto della soggettività non è un nuovo individualismo è, al contrario, un lavoro di comunità ed è una forma di nuovo umanesimo nel quale le persone e la loro soggettività sono finalmente al centro della vita sociale”. 

Salvini ha ripreso a dire, ogni giorno, che finchè la Lega è al governo “il ddl Zan non sarà mai approvato”. Già molto diverso rispetto a giugno quando invece prometteva: “Facciamo qualche piccola modifica in 5 minuti e lo approviamo tutti”. Si vedrà. Deciderà il Parlamento.