[l'intervista] "Tamponi, coprifuoco, ristoranti ed Rt: cosa cambia dalla prossima settimana"
Andrea Costa, leader di Liguria Popolare e sottosegretario del governo Draghi, spiega la strategia del Governo sulla ripartenza
Andrea Costa - leader di Liguria Popolare, espressione federale ligure di “Noi con l’Italia”, il movimento di Maurizio Lupi – è il sottosegretario più inatteso del governo Draghi, ma anche quello che più si è contraddistinto su una battaglia: lui, numero due di Roberto Speranza in coppia con l’altro sottosegretario Pierpaolo Sileri al ministero della Salute, dal giorno del giuramento si è caratterizzato come “l’uomo delle riaperture” e non c’è settore, dalle RSA alla ristorazione, dal turismo allo sport in cui non parli di riaperture. Lo sentiamo dopo la visita all’Ospedale Gaslini, uno dei maggiori nosocomi pediatrici d’Italia, eccellenza se ce n’è una.
Sottosegretario Costa, innanzitutto lei chi è? Quando è uscita la lista di viceministri e sottosegretari, in tanti si chiesero: “E questo?”
“Ricordo i titoli: “Un volto sconosciuto nel governo”. E un po’ è vero; perché, vede, io sono un uomo d’altri tempi per cui la politica è passione, servizio e disponibilità e in questo modo ho fatto tutto il cursus honorum della politica dei vecchi tempi: consigliere comunale, poi sindaco del mio paese, Beverino, in provincia della Spezia, poi consigliere provinciale, poi regionale. Ecco, questa è la strada che mi ha portato a Roma”.
Però si è subito ambientato a Roma. E’ diventato un personaggio in poche settimane parlando di riaperture. Ma come si trova insieme a due uomini forti del governo come Speranza e Sileri?
“Benissimo con entrambi, gliel’assicuro”.
Vabbè che lei è un democristiano nel Dna, ma che l’uomo delle riaperture vada d’accordo con Speranza…A chi vuole raccontarla?
“Lei ha colto il punto. Proprio il mio essere democristiano nell’animo aiuta moltissimo nei rapporti con entrambi e, anzi, il mio carattere mi porta a essere spesso cuscinetto fra i due, aiutato anche dal fatto che sono l’unico nuovo nella squadra fra noi tre. Anzi, oggi, alle 17 ho un appuntamento con Roberto e in quella sede proporrò di usare nuovi parametri per valutare le aperture, non possiamo più ragionare sull’indice RT e basta”.
Ma come? Finora è stato un totem quel numerino.
“E lo è stato anche giustamente, ma ora i parametri sono diversi e non si può non considerare la massiccia campagna vaccinale in corso. Sarebbe surreale continuare a dare la stessa risposta a un problema per il quale i dati sono diversi. La mia professoressa di matematica ci boccerebbe”.
Faccio l’avvocato del diavolo e anche della professoressa: ma se i contagi aumentano come fa a riaprire?
“Il punto è vedere dove e come aumentano i contagi. Se io ho messo in sicurezza con il vaccino le categorie deboli, gli anziani, quelli che si ammalano gravemente, che finiscono in ospedale, in terapia intensiva, quelli che muoiono, se ho somministrato 24 milioni di dosi di vaccino, è chiaro che il quadro è cambiato. Risulta positivo qualche ragazzo in più? E vabbè, non c’è problema, per i ragazzi davvero è come fare l’influenza. Ecco perché l’indice RT va superato subito, perché non è più un indicatore significativo se disgiunto dai dati sui vaccini. E questo è un discorso che deve fare la politica, ora più che mai, senza delegare sempre tutto ai tecnici. La po-li-ti-ca”.
Lei che è l’uomo delle riaperture, ci dica: quali saranno le prossime?
“La prima, di cui sono orgogliosissimo perché è una battaglia che ho fatto in prima persona, anche all’interno del ministero, è quella delle RSA per anziani, che ho proposto e che oggi è finalmente realtà. Sarebbe stato assurdo il contrario con il 98 per cento degli ospiti che ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Pensare che finalmente gli anziani che vivono in residenze si possano nuovamente abbracciare con i loro cari è qualcosa che mi commuove e che mi rende orgoglioso”.
Andrea “apriamo” Costa, qual è il prossimo tassello della sua strategia di riaperture?
“Ho seguito da vicino la partita sullo sport, con contatti sicuri per tornare a vedere le competizioni: il tennis al Foro Italico per gli Internazionali dagli ottavi, gli Europei di calcio, la finale di Coppa Italia, spero fortemente l’ultima giornata di campionato. Anche in questo caso non vedo alcuna controindicazione, se sono in sicurezza. E con il green pass spero e penso che sarà così in sempre più settori. Anzi, la sa una cosa?”.
Veramente, le domande le dovrei fare io…
“Sappiamo tutti che le caratteristiche del green pass sono tre: vaccino, aver contratto il Covid o avere un tampone negativo. Ecco, io credo che, finchè non avremo somministrati vaccini a tutti o comunque alla grande maggioranza degli italiani, sia giusto che il tampone sia gratuito. Il vaccino è gratis, chi si è ammalato è stato curato dal Servizio Sanitario e quindi anche la terza possibilità deve essere gratuita a mio parere. Pensi a una famiglia di quattro persone che per andare in vacanza deve spendere 200 euro, magari deve rinunciare a fare più giorni”.
Il coprifuoco via fra due settimane?
“In verità io, che mi confronto anche quotidianamente o quasi con la Conferenza Stato-Regioni, credo e spero che sia possibile anche già fra una settimana, subito almeno fino alle 23. E’ lo stesso discorso che ho fatto prima sulla dittatura dell’RT che va superata. Scherzando ho detto che è assurdo che chi vuole andare al cinema debba assistere al primo tempo di un film il martedì e al secondo il mercoledì”.
E quando potremo finalmente mangiare al ristorante anche al chiuso, magari quando piove?
“Anche qui il cronoprogramma originario prevede il primo giugno, ma spero davvero che si possa fare prima, è assolutamente incomprensibile, così come lo è stato agli occhi dell’opinione pubblica, giustamente, per mesi aprire solo il pranzo e non anche la cena. E credo che tante aperture convincano anche molti di coloro che sono ancora scettici sulla necessità di fare il vaccino”.
Insomma, per lei vaccini e aperture vanno di pari passo.
“Esattamente. E’ il solito discorso: più vaccini si fanno, più si riapre. Bisogna proprio capovolgere il concetto rispetto a quello che, giustamente, valeva un anno fa, quando il vaccino non c’era e quando le condizioni sanitarie erano diversissime rispetto ad oggi. Come dicevo, risposte diverse con dati diversi. Chi continua a ragionare allo stesso modo, e ce ne sono, sbaglia proprio l’approccio, è qualcosa di surreale”.
Cosa risponde a chi dice che anche con la coppia Conte-Arcuri sarebbero stati raggiunti gli stessi risultati vaccinali di Draghi-Figliuolo (e Sileri e Costa)?
“Rispondo con tre dati, perchè il nostro piano ha completamente ribaltato alcuni aspetti: il primo, quello dell’esercito dei vaccinatori: noi abbiamo autorizzato anche infermieri professionali, ostetriche, farmacisti, dentisti, medici tutti, a somministrare i vaccini. Senza questo passaggio puoi avere tutti i vaccini che vuoi, ma se nessuno li somministra non serve a nulla. Ma non è finita qui…”.
Avete trovato i vaccinatori e poi?
“Anche in questo caso abbiamo ribaltato il punto di vista. Mentre il governo e il commissario precedente pensavano a creare le primule, pensando che il problema fosse quello dello spazio per i punti vaccinali, il problema era l’esatto contrario. Se c’è una cosa che in Italia non manca sono proprio gli spazi. Oggi abbiamo 2500 punti vaccinali e anche l’idea dei vaccini in azienda è nata da questo esecutivo. Insomma, vaccinatori e spazi sono i nostri nuovi pilastri”.
E i vaccini? Dipendono solo dall’aumento delle consegne, come dicono i nostalgici di Conte-Arcuri, o c’è anche il vostro zampino? Voglio la verità, però, non propaganda.
“Guardi, le rispondo come su tutto il resto con la massima sincerità: è chiaro che i vaccini dipendono anche dalle consegne. Ma ricordo che, quando siamo arrivati, se ne somministravano 60mila al giorno e oggi ne facciamo mezzo milione, cifra su cui qualcuno ironizzava quando la diedero Draghi e Figliuolo. Ora siamo oltre i 24 milioni di somministrazioni. Parlano i numeri, la risposta sta lì”.