Hamas: "Pronti al cessate il fuoco immediato senza chiedere nuove condizioni". La risposta di Netanyahu
Si va verso l'accordo? Intanto arriva la denuncia dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Il premier israeliano: "Ha respinto l'accordo e ucciso gli ostaggi'"
"La nostra delegazione negoziale, guidata da Khalil Al-Hayya, si è incontrata a Doha con il primo ministro del Qatar e il capo dell'intelligence egiziana. Affermiamo la continua positività e flessibilità del movimento per raggiungere un accordo di cessate il fuoco e il ritiro dell'esercito dall'intera Striscia di Gaza. Confermiamo che non presenteremo nuove richieste e non rifiuteremo alcuna nuova condizione sull'accordo da parte di nessuna delle parti". Lo ha affermato Hamas in una nota citata da Al Jazeera.
La spiegazione di questo cambio di passo da parte dell'organizzazione terroristica potrebbe risiedere nelle condizioni in cui versa Hamas a Gaza. Mercoledì 11 settembre, il ministro della Difesa israliano Yoav Gallant ha reso pubblica una lettera che, stando a quanto dichiarato, sarebbe stata scritta dal comandante della brigata di Khan Younis Rafa’a Salameh, ucciso dalle Idf a luglio, e indirizzata al leader del gruppo Yahya Sinwar e al fratello Muhammad. Nella missiva, il defunto alto ufficiale islamista avrebbe chiesto al suo leader di "cosiderare questo: conserviamo quanto rimane del nostro equipaggiamento, ma abbiamo perso il 90-95% delle nostre capacità missilistiche; abbiamo perso il 60% delle nostre armi personali; abbiamo perso il 65-70% dei nostri lanciatori anticarro e dei razzi".
La replica di Netanyahu
"Il governo israeliano ha accettato la proposta finale di mediazione" degli Stati Uniti del 16 agosto 2024, "mentre Hamas l'ha respinta e ha persino ucciso sei ostaggi". Lo ha dichiarato l'ufficio del primo ministro israeliano rispondendo alla dichiarazione di Hamas riguardo ai negoziati per un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi prigionieri a Gaza.
La segreteria del premier ha accusato Hamas di nascondere la sua continua opposizione all'accordo. "La comunità internazionale deve chiedere il rilascio immediato degli ostaggi", ha aggiunto l'ufficio di Netanyahu.
Raid Israele su Golan uccide 2 miliziani vicini a Hezbollah
Due combattenti siriani vicini agli Hezbollah libanesi, alleati dell'Iran e di Hamas, sono stati uccisi sulle Alture siriane del Golan da un raid missilistico israeliano, secondo quanto riferito dall'Osservatorio per i diritti umani in Siria.
La fonte riferisce che l'attacco è avvenuto nella regione di Qunaytra, a ridosso della Linea dell'armistizio tra Siria e Israele firmato nel 1974 dopo la guerra di Ottobre dell'anno precedente. Sul lato orientale del Golan, quello controllato dal governo di Damasco, opera una milizia locale, cooptata dagli Hezbollah e nota come "Resistenza islamica per la liberazione del Golan".