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C’è la guerra ma il Parlamento italiano non se ne accorge e litiga

Continua ed anzi è ripresa la mobilità parlamentare, che si era nuovamente intensificata immediatamente prima e immediatamente dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Parlamento
Parlamento (Foto Ansa)

Esiste il Mondo ed esiste il Palazzo. Nel Palazzo il massimo del dibattito è sul catasto; nel Mondo, sulla guerra. E in questi giorni il Mondo è raccontato dal Palazzo: tutti concordi, o quasi, sulla politica estera e sulla scelta a difesa della democrazia, che l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini ha raccontato nel più bello dei suoi discorsi parlamentari. Ma è proprio su quel “quasi” che vale la pena di soffermarsi: se le truppe di Fratelli d’Italia, persino al di là del discorso di Giorgia Meloni che passerà alla storia parlamentare meno di quello di Casini, hanno giustamente votato con la maggioranza, con grande senso nazionale, rimbombano i “no”, con sfumature diverse, degli ex pentastellati di Alternativa, degli altri ex pentastellati (più un ex leghista) di Italexit per l’Italia di Paragone.

La posizione dei gruppi parlamentari

E poi il più rumoroso, quello del presidente della Commissione Esteri del Senato di Palazzo Madama Vito Petrocelli, tuttora esponente del MoVimento, e quindi quelli dei nuovi gruppi appena costituiti e tornati dalla finestra in Parlamento, non essendoci tornati dal portone principale delle elezioni, anche in questo caso grazie soprattutto agli ex del MoVimento: parliamo di Rifondazione comunista-Sinistra Europea, appena costituitasi in componente a Montecitorio, con quattro deputate ex grilline, sotto le insegne di “ManifestA” e insieme a Potere al Popolo. Insomma, il discorso di Yana Chiara Ehm, la deputata più affascinante della legislatura, è stato un viaggio nel pacifismo d’antan e, del resto, lei di lavoro fa l’”analista politica”, specializzata fra l’altro nell’Asia centrale, che comprende tanta ex Urss. E poi ci sono i Verdi, anzi i due gruppi ambientalisti: quelli del Sole che ride di Europa Verde, che hanno affidato il loro discorso a un ex dei Cinque Stelle e di Liberi e Uguali come Devis Dori contro l’invio di armi a sostegno della lotta degli Ucraini, mentre quelli di Facciamo Eco, che fanno capo all’ex ministro pentastellato dell’Università nel Conte bis Lorenzo Fioramonti, alleati con i socialisti e con il Movimento associativo italiani all’estero, sono a favore.
Insomma, in una parola, il Parlamento italiano.

Continua la mobilità parlamentare

E, in questo quadro, anche in questi giorni, continua ed anzi è ripresa la mobilità parlamentare, che si era nuovamente intensificata immediatamente prima e immediatamente dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Detto del ritorno dei Verdi del Sole che ride e di Rifondazione comunista in Parlamento, che fa tornare in mente i tempi di Fausto Bertinotti, di “svolta o rottura” e dintorni, il mondo come sempre più effervescente è quello del centro. In attesa di Matteo Renzi e, chissà, magari anche di Carlo Calenda che ha aperto all’appoggio di Azione a Marco Bucci, sindaco di Genova espressione del centrodestra civico, a muoversi sono tutti gli altri. E, più di tutti, si muovono il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il suo compagno di IDEA Gaetano Quagliariello e il sindaco di Benevento Clemente Mastella, che schiera in Senato sua moglie Sandra Lonardo che hanno portato ufficialmente “Italia al centro” sugli atti parlamentari.

Una nuova denominazione di componente

Ad annunciarlo, un giorno in aula, è stato proprio Quagliariello in una dichiarazione di voto, ma l’ufficialità nero su bianco è arrivata solo qualche giorno dopo con un laconico titolino nell’allegato B ai resoconti, un posto periferico che è passione di chi mangia pane e atti: “Gruppi parlamentari, nuova denominazione di componente” recita il titolino e più sotto l’informazione: “La Presidente del Gruppo Misto (Loredana De Petris, ndr), con lettera in data 22 febbraio 2022, ha comunicato che la componente "IDEA-CAMBIAMO!-EUROPEISTI-NOI DI CENTRO (Noi Campani)" cambia la propria denominazione in "ITALIA AL CENTRO (IDEA-CAMBIAMO!, EUROPEISTI, NOI DI CENTRO (Noi Campani))" con una moltiplicazione di nomi che, fatti salvi punti esclamativi e parentesi, presenta undici parole nel nome del gruppo, a fronte di nove senatori aderenti, un po’ come succedeva nella scorsa legislatura in “Grandi Autonomie e Libertà”, il gruppo che ha cambiato più volte nome e che ha avuto più sigle nella storia del Parlamento.

La nascita ufficiale di Italia al Centro

Però, per l’appunto, è la nascita ufficiale di Italia al Centro e rischia di essere una notizia rivoluzionaria per la politica italiana. E alle undici parole del nome di questo gruppo al Senato, se ne aggiungono altre due, per un totale di tredici, nel nome alla Camera, che è “Coraggio Italia” e ha un proprio gruppo autonomo di 22 deputati, sopravvissuto a tutti i gufi che lo davano per moribondo a ridosso delle elezioni del Capo dello Stato e, anzi, dopo alcune perdite, tornato addirittura a crescere. L’ultimo caso è avvenuto qualche giorno fa quando il vicepresidente meloniano della Camera, sotto il titolo “Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto” ha annunciato: ”Comunico che, con lettera pervenuta in data 24 febbraio 2022, il deputato Antonio Lombardo, già iscritto alla componente politica “MAIE-PSI-Facciamoeco” del gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di dimettersi da tale componente, restando iscritto al gruppo parlamentare Misto”. Tempo qualche ora e cambio di titolino e di paradigma: “Modifica nella composizione di gruppi parlamentari”.

Gli ex pentastellati diventati totiani

E, stavolta, è toccato direttamente al presidente di Montecitorio Roberto Fico annunciare il successivo passaggio: “Comunico che, con lettera pervenuta in data 1° marzo 2022, il deputato Antonio Lombardo, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Coraggio Italia. La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto tale richiesta” Lombardo è l’ennesimo ex pentastellato a subire il fascino politico di Toti e Brugnaro ed è un fatto molto significativo, che racconta che c’è un mondo non rappresentato, anche al centro, che può pescare – come la destra e forse più della sinistra – in quello che è stato il primo partito italiano con il 33 per cento dei voti. Fra i totiani sono ex del MoVimento Emilio Carelli, Marco Rizzone, Fabio Berardini, Fabiola Bologna, Carlo Ugo De Girolamo, per l’appunto Antonio Lombardo, Martina Parisse e Lucia Scanu a Montecitorio (e se ne sono andati Gianluca Rospi e Matteo Dall’Osso eletti pure loro fra i Cinque Stelle) e a Palazzo Madama Marinella Pacifico. Cioè nove su 31, cioè tantissimi. Cioè quello di “Italia al Centro” è un progetto politico da tenere d’occhio. Intanto, oggi, verrà annunciato il passaggio di Angela Ianaro dai Cinque Stelle al Pd, quinta parlamentare a passare dal MoVimento all’ex “partito di Bibbiano”. Intanto, fuori, c’è la guerra.

 

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
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