Grillo alla battaglia finale: “Il Movimento è morto ma può resuscitare. Con il simbolo, senza Conte”
Ma l’ex premier non molla e vuole tenersi simbolo e partito mettendo Grillo alla porta. Ieri una lunga giornata di video e contro-video, dalla sera alla mattina. Sconcerto tra i parlamentari 5 Stelle. Si ripete la votazione tra il 5 e l’8 dicembre. Conte perde se non raggiunge il quorum
Che finisse così non lo avrebbe immaginato neppure il più ostinato avversario politico. E invece tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte è destino che finisca malissimo. E questo, da un punto di vistas generale, può essere un vantaggio solo per la maggioranza di destra che si mangia il pop corn nel vedere l’ex prima forza politica del paese, il Movimento 5 Stelle che nel 2018 sfiorò il 33%, paralizzata su una questione vera - partito di Conte o evoluzione e patrimonio del Movimento di Grillo che con l’ex premier non c’entra nulla - frantumata in vari rivoli e inaffidabile per la coalizione di centrosinistra.
Ieri è stata una classica giornata di guerra dei video, iniziata la mattina e terminata a sera inoltrata. In mattinata l’affondo di Grillo, “caro Conte mago di Oz fatti il tuo partito perchè nel frattempo in questi tre anni hai ucciso il mio Movimento”. In serata, dopo ben sette ore di ripensamenti, la replica di Conte: “Siamo abituati alle battaglie e a chi ci tira addosso. Spiace che questi attacchi arrivino da chi ci dovrebbe stare accanto. In ogni caso questa è una comunità orgogliosa, non andiamo a funghi e nei prossimi giorni torneremo a votare per voltare definitivamente pagina”. E’ lo scontro totale. La sensazione che la scissione sia molto vicina. E che alla fine dei giochi ne resterà veramente una solo.
La “lima” di Grillo
Quella di Grillo è “una lima” che continua a lavorare per segare gambe e cuore e testa al Movimento 5 Stelle. Che è “stramorto” come dice il comico ma che ancora può far nascere qualcosa “dalla sua decomposizione”, dal suo humus, quello originario, quello di Grillo, appunto. Risultato: un’altra votazione (dal 5 all’8), un’altra conta, sempre più stanca, sempre più sterile, confusione, nervi tesi, lacrime facili tra i parlamentari che ormai sono tutti fedelissimi dell’avvocato-professore, il Mago di Oz che è come Grillo ha ribattezzato Conte.
L’atteso video è arrivato. È andato in onda ieri mattina poco dopo le 11 con un count-down che non ha tradito le attese: l’Inno alla Gioia che accompagna l’ingresso in un giardino di un carro funebre alla cui guida c’è proprio lui, il co-fondatore e garante del Movimento che abbassa il finestrino e comincia: “Sono ottimista”. Il paradosso è, nel bene e nel male, la cifra del front man che ha guidato uno dei più numerosi movimenti di popolo dal dopoguerra a oggi portandolo ad essere una forza politica del 33%. E’ lui che “guida” il funerale del suo Movimento che il Mago di Oz avrebbe ucciso snaturandolo e facendolo diventare altro. Seguono nove minuti di accuse, affondi e critiche. E’chiaro che il co-fondatore darà battaglia chiedendo a chi segue Conte di farsi un proprio partito con un proprio nome. Che per altro esiste già visto che due anni fa in qualche elezione amministrativa è comparsa la lista “Con-te” e le cinque stelle sopra. Erano le prove generali di qualcosa che Conte non ha mai avuto il coraggio di far decollare. Troppo più comodo del resto stare lì, in quel Movimento fondato da altri e che piano piano ha trasformato nel suo partito personale.
Un video di 9 minuti
Nei nove minuti Grillo non parla esplicitamente di battaglie legali nè dice cosa intenda fare (“ve lo dirò dopo” dopo il riconteggio dei prossimi giorni). Dice però ai grillini in Parlamento di farsi un altro simbolo e un altro partito. Esordisce: “Sono ottimista riguardo al voto del 5 dicembre. Andate a votare, altrimenti andate a funghi, provate a prendere una bella decisione. Io non mi offendo, non vi conosco neanche più, però cercate di pensare che questo movimento avrà un altro decorso e meraviglioso che ci siate o no”. Fatta la premessa, il Garante parte con gli affondi: “Devo parlarvi da Garante, come confermato dallo Statuto, e quindi come custode dei grandi valori del Movimento 5 stelle che sono scomparsi in questi tre anni”. E allora, ad esempio, “vedere questo simbolo rappresentato da queste persone mi dà un certo senso di disagio. Fatevi un altro simbolo, andate avanti e fate le vostre cose. Il Movimento è stramorto ma è compostabile. L’humus che c’è dentro non è morto. Questo Movimento avrà un altro decorso che ci siate voi o no”.
Le accuse dirette a Conte
E’ durissimo con Conte e per una volta anche molto serio. Il Mago di Oz con la sua “tattica di non farsi mai trovare”, ha disintegrato il Movimento nella sua identità trasformandolo “in un partitino progressista” con “giochini e giochetti” sulle alleanze “che neanche la Democrazia Cristiana di vent’anni fa”. La verità è che in quanto Garante “e gran custode di tutto” Grillo ha fatto proposte politiche, lanciato ammonimenti e ha chiesto di avere controllo sulle cose. Però gli è stato impedito. anzi, non ha mai avuto risposta. “Questa è stata la carta vincente di Conte per disintegrare il Movimento nella sua identità”. Va dritto al cuore del problema: “La votazione (quella del 22-23-24 novembre e che ora Grillo ha chiesto di ripetere, ndr) aveva 20 domande per coprirne in realtà le uniche tre che veramente contano: mandare via me, fare tre e anche quattro mandati parlamentari, i pieni poteri del presidente. Tutti punti su cui in questi anni ho detto più volte a Conte di tutelare perchè fondanti, la nostra cifra. E poi hanno votato poco più della metà degli iscritti, se permettete qualche dubbio me lo pongo”.
Nove minuti che sono una lima che lavora fissa e costante sulle gambe e sulla testa del partito di Conte. “Ho già perso, lo so – ammette toccando i tasti dell’orgoglio e della malinconia - ma sono ottimista perché questo Movimento aveva un’identità straordinaria”. Che da qualche parte cova sotto le ceneri e salterà fuori, è la promessa del comico genovese, ormai 76enne, stanco, e quasi convincente nel ruolo della vittima di un parricidio.
Nervosismo tra i parlamentari 5 stelle
Alle 11 e 10 è tutto finito e alla Camera il nervosismo è palpabile tra i 5 Stelle. In fondo Grillo ha ragione, fatevi un vostro partito, avete soldi e know how, si prova a ragionare. Ma è fuggi-fuggi generale. C’è chi gira un proprio video come il vicepresidente Ricciardi che spiega “come dal 2019 Grillo non abbia fatto né proposto nulla, ho solo sabotato”. Un volto mediatico come quello della senatrice Maiorino liquida tutto con una sentenza: “Quella di Grillo è una narrazione tossica, la sua è una visione miope e padronale”. Un altro replica: “Grillo chi? Ma ci faccia il piacere. Dove era in questi sette anni mentre noi ci facevamo il culo contro la Casta? Ci ha lasciato da soli e basta”. Nervosi. Molto nervosi. L’onorevole Baldino viene spedita in radio e tv: “Noi non faremo mai alleane con nessuno, mai più con la destra e con il campo progressista vedremo di volta in volta”. Dalle parte del Pd si mettono le mani nei capelli: “Siamo ancora a questo punto…”.
Sono passati tre anni da quando Conte è stato dismesso da premier. E dobbiamo sentire sempre gli stessi discorsi. Che l’ex premier ripete in serata prima in un video e poi nell’aula dei gruppi dove incontrerà i parlamentari che lo aspettano tra applausi e abbracci. Ma le nuove parole di Grillo “arrivano” sin qua, nell’aula dei gruppi, in fondo è pur sempre casa sua, è lui che ce li ha portati e non ha restituito le chiavi. “Se vince Conte finirà a carte bollate - aggiunge il garante - perché di certo non lascio il simbolo a chi non rappresenta più la comunità. Meglio allora che stia in una teca”. Se invece il voto dovesse andare male per Conte, non fosse cioè raggiunto il quorum necessario (metà più uno degli aventi diritto, circa 80 mila persone, ndr) "è chiaro che sarà Conte a dover lasciare”.
Due questioni centrali
Sono due le questioni centrali: il numero dei votanti tra il 5 e l’8 sulla piattaforma Skyvote; la proprietà del simbolo. Grillo sostiene che sia suo in quanto “fondatore e garante”. Conte sostiene il contrario perchè il simbolo è stato la moneta di scambio della manleva legale per lo stesso Grillo: ovvero il Movimento si sarebbe fatto carica di tutte le spese legali in cambio della titolarità del simbolo. Saranno gli avvocati a decidere. Sono competenti tanto quelli di Grillo che lo stesso Conte. La domanda che il fondatore mette sul tavolo è questa: visto che siete diventati altro dall’originale, perchè volete tenere un simbolo che racconta di un’altra stagione politica che non è più la vostra? La domanda è legittima.
Lunedì, forse domenica sera, sapremo i risultati. Intanto il Pd osserva in silenzio. Tutto questo non fa bene al centrosinistra. Ma una cosa è chiara nella testa di Elly Schlein: comunque vada, i 5 stelle non saranno mai un alleato affidabile.