[L’inchiesta] L'impresentabile grillino che estorceva il denaro ai lavoratori. Il cuoco pagato 5 euro
Le carte dell’inchiesta sull’albergatore primo dei non eletti alle elezioni regionali con M5s. Busta paga regolare. Appena il dipendente cambiava l’assegno in banca era costretto a restituire una quota del salario nominale ai padroni dell’albergo. Questa pratica è un reato: estorsione aggravata da abuso di prestazione d’opera. Reato contestato ai due fratelli La Gaipa che sono finiti uno agli arresti domiciliari e l’altro in carcere
Due fratelli. Salvatore e Fabrizio La Gaipa. Titolari dell’«Hotel Costa Azzurra», di San Leone, località marina di Agrigento. Uno, Fabrizio, con vocazione di servitore della comunità, primo dei non eletti nella lista dei Cinque Stelle alle ultime Regionali.
Tra il 13 e il 19 gennaio scorso, intercettazione ambientale di Ivan Italia, un dipendente dell’albergo licenziato, che parla con i due fratelli La Gaipa. «Quelli che diciamo tuoi di questa busta (paga, ndr) sono 854 euro meno questo, diciamo è l’assegno che ti è stato fatto». Italia:«1.634 euro». La Gaipa: «1634 euro. Me ne dovresti tornare 780....tornameli pure il mese prossimo».
Capito? Busta paga regolare. Appena il dipendente cambiava l’assegno in banca era costretto a restituire una quota del salario nominale ai padroni dell’albergo. Questa pratica è un reato: estorsione aggravata da abuso di prestazione d’opera. Reato contestato ai due fratelli La Gaipa che sono finiti uno agli arresti domiciliari e l’altro in carcere.
E dire che il candidato a Presidente della Regione Siciliana, Fabrizio Cancelleri, era stato sarcastico nel commentare l’arresto il giorno dopo lo scrutinio dei seggi del deputato regionale dell’Udc di Messina, Cateno De Luca per frode fiscale: «È il primo impresentabile. Musumeci chieda scusa». Questa volta i Cinque Stelle fanno gli indifferenti: «Non è stato eletto - commenta il candidato premier Luigi Di Maio - e dunque non ci rappresenta».
Insomma, fatti suoi. Bel modo di ragionare. E non è finita qui. Un deputato regionale arrestato appena eletto. Un altro indagato per corruzione elettorale. Si tratta di Edy Tamajo, lista Totò Cardinale, che appoggiava il candidato del centrosinistra Micari, che per un voto offriva 25euro. E all’inizio della campagna elettorale è stato arrestato un altro candidato di Forza Italia, il sindaco di Priolo, Antonello Rizza.
Par condicio garantito per gli impresentabili, indagati, arrestati. E le sorprese siciliane potrebbero non essere finite ancora.
Torniamo ad Agrigento, alla Valle dei Templi. All’Hotel Costa Azzurra. Arriva una soffiata alla Squadra mobile della questura di Agrigento nella quale si racconta di dipendenti dell’hotel costretti ad accettare una retribuzione inferiore rispetto alla busta paga pena il licenziamento.
Due ex dipendenti confermano tutto, Ivan Italia e Gerlando Montana si spingono anche a fare i conti dell’estorsione. Dal luglio 2014 al gennaio del 2017, Ivan Italia ha dovuto restituire 5.561,86 euro, comprese tredicesime e quattordicesime. Gerlando Montana, avendo lavorato nell’albergo per un breve periodo, solo 1467,21 euro.
Il primo “secondo cuoco” secondo il contratto di categoria doveva percepire 1,050 euro al mese. Lavorava a 5euro all’ora. Mette a verbale Italia: «Sono stato licenziato perché volevo quanto mi spettava». E aggiunge: «Sul computer venivano caricati i dati delle nostre prestazioni lavorative e inoltre questo software contabilizzava le somme che effettivamente il datore di lavoro ci elargiva a prescindere dal contratto di lavoro e delle somme indicate sulla busta paga».
Il secondo cameriere anche lui conferma il racconto del primo licenziato: «Sono stato licenziato perché volevo le mie legittime spettanze. La mia busta paga si aggirava sui 1.100/1.200 euro sebbene fosse il mio un contratto part time. Lavoravo circa dieci ore al giorno, e cioè prendevo circa 50 euro al giorno».