Tiscali.it
SEGUICI

Il voto del 21 giugno sull’Ucraina non fa più paura. Ecco come sarà disinnescato pezzo dopo pezzo

Salvini e Conte: “L’azione del governo arriverà fino in fondo”. Chiedono un “cambio in politica estera”. Giochi di parole per far cantare vittoria ai due

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
Salvini e Conte: il lato 'no' del governo, sempre più critici verso Draghi (montaggio da foto Shutterstock)
Salvini e Conte: il lato "no" del governo, sempre più critici verso Draghi (montaggio da foto Shutterstock)

Il 21 giugno non è più una data segnata in rosso nel calendario del governo e della maggioranza. Stanno provvedendo i diretti interessati a picconarla, smontarla,  in definitiva  disarmarla. Invio di armi in Ucraina e rischio escalation militare non sembrano già oggi essere più un problema. Matteo Salvini, davanti alla stampa estera, ieri pomeriggio prometteva che “non sarà certo la Lega a far cadere il governo. Noi siamo in questa maggioranza in modo responsabile mettendo costantemente il Paese prima degli interessi di parte. Il governo Draghi, per quello che ci riguarda arriverà fino in fondo”. Zucchero e miele per i governatori, da Zaia a Fontana, che proprio oggi saranno a palazzo Chigi a firmare il protocollo cardine del Pnrr, quello con i progetti bandiera, quando per la prima volta i cittadini potranno capire con i loro occhi cosa vuol dire il Piano nazionale di resilienza e ripresa. Dunque Salvini ha cambiato rotta dopo l’errore di sottovalutazione compiuto intavolando trattative direttamente con Mosca.

Come cambiano le pretese

Anche Giuseppe Conte ha scalato le marce dalle pretese: “Nessuna intenzione di mettere in difficoltà il governo - ha promesso ieri in una tappa del suo tour elettorale - quello che serve è invece un cambio di rotta  nella politica estera. Credo che l'Ucraina sia stata sostenuta a sufficienza, anche in termini di aiuti militari. L'Italia quella che doveva fare l'ha fatto. Adesso dobbiamo concentrarci sulla capacità di dialogare”. Anche per il leader 5 Stelle, “no alle armi” e “pace first” stanno perdendo valore di fronte ad un governo che inizia oggi un Grand Tour nelle capitali europee e del Mediterraneo in cerca del cessate il fuoco e di un tavolo di mediazione. Conte poi è anche alle prese con il Tribunale civile di Napoli che dovrà decidere circa la legittimità della sua nomina. Ieri mattina il giudice si è riservato. E’ chiaro che se per la seconda volta in un anno solare un giudice dovesse invalidare la leadership dell’avvocato del popolo, nel Movimento dovrebbero farsi qualche domanda e cercare  in fretta le necessarie risposte. 

Un solo documento con precisi paletti

L'accordo tra le forze parlamentari che sostengono il governo è che si proverà a fare un lavoro di maggioranza senza fughe in avanti sulla risoluzione in vista delle comunicazioni del premier Draghi il 21 giugno. Nel governo si ribadisce quali sono i paletti ad un documento che non può non essere una conferma degli impegni già presi con la Nato e in sede Ue. Le trattative per evitare una spaccatura entreranno nel vivo solo dopo le amministrative e - si spera - senza più le scorie della campagna elettorale. Alla fine prevarrà una “formula generica”a cui i capigruppo e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico d’Incà (M5s) cominceranno a lavorare  subito dopo le amministrative. Anche Salvini parla di “documento da scrivere, comune, che non divida e non faccia litigare”. Un esame importante per lo stesso D’Incà chiamato ad una prova di mediazione e ascolto per cui non sempre è stato all’altezza.

Nella risoluzione si punterà sulla necessità di spingere sul dialogo tra le parti per una soluzione diplomatica affinchè l'Italia abbia un ruolo di primo piano sui negoziati. Nel Grand Tour di Draghi nella costruzione della mediazione sono comprese anche le tappe del G7 in Germania e del vertice Nato a Madrid dove è probabile che arrivi una nuova richiesta di inviare armi. “Nella ricerca della pace è necessario anche che in Ucraina ci sia una linea militare che possa non soggiacere alla Russia” ribadisce il sottosegretario Mule'.

Ci crede anche il dem Letta

Anche Il segretario del Pd Enrico Letta sembra fiducioso. “Sono convinto - diceva ieri con toni rassicuranti - che il 21 arriveremo in Parlamento, prima al Senato e poi alla Camera, con la maggioranza che si ricompatterà su un testo che condivideremo con il governo”.

Dalle parti del Pd, per l’occasione, va di moda evocare antichi modi di dire, evergreen che non passano mai di moda, e anche rifarsi ad illustri citazioni manzoniane. 

Lo “spirito di Santa Dorotea”, ad esempio, si “sarebbe impossessato degli sherpa parlamentari che hanno iniziato a lavorare sul dossier del 21 giugno”. Il loro mantra, “come fossero tanti conti zii, è sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire…” e per questo “si abbeverano all’antica lingua dei dorotei”, corrente democristiana i cui leader erano soliti non dire nulla neanche durante le crisi più delicate.

Come salvare la faccia

La risoluzione del 21 giugno si svilupperà attorno a due parole magiche: diplomazia e pace. Tanto basterebbe a Conte e a Salvini per cantare vittoria e sbandierare una marcia indietro del governo. In modo particolare il leader del M5S, stretto com’è tra la posizione netta di Di Maio e le nuove lusinghe di Letta, deve trovare il modo di non rompere e di salvare comunque la faccia di fronte ai suoi militanti.

“L’avvocato del popolo si accontenterà di un piatto di lenticchie” prevede un senior senatore Pd “ricorrendo ad un antico adagio napoletano, dirà ai suoi facite ammuina, così otterremo un beneficio”.

Ma ci sarà la parola armi

Il passaggio più spinoso resta quello sulle armi. I mediatori stanno cercando di capire se sarà possibile non fare alcun riferimento al sostegno militare all’Ucraina. Il governo ricorda che subito dopo il Consiglio europeo, ci sarà il G7 in Baviera (25-26-27 giugno) ed il Consiglio Nato a Madrid (28-29-30 giugno) e sarebbe sconveniente se l’Italia si presentasse agli alleati con una risoluzione ambigua.

“Io credo che Conte abbia ben capito il messaggio che gli ha mandato Letta - confidava ieri un deputato dem- una rottura sul tema della guerra metterebbe a rischio la costruzione dell’alleanza e darebbe nuova linfa agli oppositori interni del segretario Pd che vedono molto male l’intesa con il M5S.  Con l’avvicinarsi delle elezioni, i due leader devono iniziare a costruire, il salario minimo è il nuovo ddl Zan  e la Sicilia sarà il nuovo laboratorio.

L’avvocato del popolo sa che deve evitare uno scazzo plateale sulle armi”. Ecco che quindi urgono in soccorso i silenzi operosi di Santa Dorotea e l’attendismo del Conte-zio dei Promessi Sposi: “Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire”.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   

I più recenti

Mes, Santanchè: Meloni troverà quadra anche stavolta
Mes, Santanchè: Meloni troverà quadra anche stavolta
Assemblea M5s al voto, verso Appendino nuova vicepresidente
Assemblea M5s al voto, verso Appendino nuova vicepresidente
Zan, ringrazio la trasmissione Report per l'inchiesta su di me
Zan, ringrazio la trasmissione Report per l'inchiesta su di me
Casellati, il premio di maggioranza? Aspettiamo il Parlamento
Casellati, il premio di maggioranza? Aspettiamo il Parlamento

Le Rubriche

Alberto Flores d'Arcais

Giornalista. Nato a Roma l’11 Febbraio 1951, laureato in filosofia, ha iniziato...

Alessandro Spaventa

Accanto alla carriera da consulente e dirigente d’azienda ha sempre coltivato l...

Claudia Fusani

Vivo a Roma ma il cuore resta a Firenze dove sono nata, cresciuta e mi sono...

Carlo Di Cicco

Giornalista e scrittore, è stato vice direttore dell'Osservatore Romano sino al...

Claudio Cordova

31 anni, è fondatore e direttore del quotidiano online di Reggio Calabria Il...

Massimiliano Lussana

Nato a Bergamo 49 anni fa, studia e si laurea in diritto parlamentare a Milano...

Stefano Loffredo

Cagliaritano, laureato in Economia e commercio con Dottorato di ricerca in...

Antonella A. G. Loi

Giornalista per passione e professione. Comincio presto con tante collaborazioni...

Lidia Ginestra Giuffrida

Lidia Ginestra Giuffrida giornalista freelance, sono laureata in cooperazione...

Carlo Ferraioli

Mi sono sempre speso nella scrittura e nell'organizzazione di comunicati stampa...

Alice Bellante

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla LUISS Guido Carli...

Giuseppe Alberto Falci

Caltanissetta 1983, scrivo di politica per il Corriere della Sera e per il...

Michael Pontrelli

Giornalista professionista ha iniziato a lavorare nei nuovi media digitali nel...