[Il retroscena] Conte scavalca Fontana sulle adozioni: è guerra tra Lega e M5S
La politica sulle famiglie, i disabili e i figli da adottare segna un grave scontro tra le due forze di governo. E una dura presa di posizione del premier

La crisi covava sotto la cenere da inizio febbraio, quando il presidente del consiglio Giuseppe Conte, ha nominato i membri della Commissione per le adozioni internazionali, che poi è un ufficio di Palazzo Chigi, chiedendo soltanto un nome al ministro competente, quello per la Famiglia e per la Disabilità. Lo ha fatto in virtù del suo ruolo di presidente della Commissione, ignorando però che la delega a gestirne il funzionamento e la responsabilità siano di Lorenzo Fontana, leghista, uno dei più ascoltati consiglieri del segretario della Lega, Matteo Salvini. Considerato al punto che il vicepremier sarebbe pronto ad indicarlo come commissario europeo qualora il suo partito, come è probabile, dovesse risultare quello col gruppo parlamentare più numeroso a Bruxelles dopo le elezioni di fine maggio. Il premier non se n’è curato, così il ministro “da oltre un mese ha chiesto di formalizzare la remissione della delega relativa alle adozioni internazionali”. Lo si è scoperto però soltanto ieri, quando proprio sulle adozioni internazionali si è consumato l’ennesimo - pesante - scontro tra Lega e Cinquestelle.
L'errore di Salvini e l'attacco del M5S
Poche ore prima che iniziasse il contestatissimo Forum internazionale delle famiglie di Verona, il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora, braccio destro e consigliere principe di Luigi Di Maio, ha rilasciato due interviste per prendere le distanze da “quel medioevo” rilanciando sul tema dei diritti impegnandosi addirittura a scrivere e ad approvare una norma contro l’omofobia. “Si occupi piuttosto di rendere più veloci le adozioni: ci sono più di trentamila famiglie che attendono di adottare un bambino!”, gli ha risposto - piccato - dal palco. Ma quella provocazione non è caduta nel vuoto, anche perché il leader della Lega ha oggettivamente commesso un errore. A replicare per primo è stato proprio l’altro vicepremier, quello pentastellato: “Salvini legga bene le deleghe: Spadafora non c’entra. Quella sulle adozioni è in capo al ministro Fontana ed al presidente del Consiglio”. A mettere il carico, però, è stato anche lo stesso premier, che per la seconda volta prende chiaramente le parti del partito che lo ha indicato, il Movimento 5 stelle. “La delega in materia di adozioni è attualmente ed è sempre stata in capo al ministro della Lega Fontana. Spetta quindi a Fontana adoperarsi - come chiesto da Salvini - per rendere le adozioni più veloci”, si poteva leggere in una dura nota di Palazzo Chigi. L’ “avvocato del popolo” abbandona i toni del mediatore e mette nero su bianco quella che sembra chiaramente una ramanzina proprio al vicepremier leghista, che è spesso fuori ufficio per la campagna elettorale: “Rimane confermato che bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare nei ministeri tutti i giorni e studiare le cose prima di parlare altrimenti si fa solo confusione”. In effetti così è andata.
La guerra dichiarata
La reazione stizzita del premier si è compresa a fondo soltanto quando, a tarda sera, il titolare della Famiglia ha rivelato lo scontro avvenuto il mese scorso tra il ministro e il primo ministro, col leghista che “da oltre un mese chiesto di formalizzare la remissione della delega relativa alle adozioni internazionali a causa del fatto che il presidente Conte ha autonomamente indicato i componenti della struttura Commissione Adozioni Internazionali”. Spiegano ancora dall’entourage del leghista: “Questo ha comportato un grave problema nell'attuazione della delega, costringendo il Dipartimento Famiglia a chiedere di spostare alla segreteria generale della presidenza i capitoli di bilancio delle adozioni internazionali. Si sottolinea inoltre che la presidenza della Commissione Adozioni Internazionali è stata fin dall’inizio in capo al presidente del Consiglio, che ha scelto di non delegarla”.
L'incendio è partito: peggiorerà
Questa ricostruzione è stata smentita ancora una volta da Palazzo Chigi a tarda sera: “Le deleghe relative alle adozioni nazionali e internazionali sono sempre rimaste in capo al Ministro Fontana. Non c'è mai stata alcuna revoca”. Lo staff di Conte accusa il leghista: “La presa di posizione del Dipartimento del Ministro Fontana ha provocato una grave situazione di stasi nell’attività della Commissione Adozioni. Desta sorpresa che la non condivisione sulle nomine di alcuni componenti della Commissione adozioni, legittima prerogativa del Presidente del Consiglio, possa aver determinato un blocco delle attività amministrative in capo al Dipartimento del ministro Fontana, con conseguenti pregiudizi per le famiglie italiane. Peraltro il Presidente Conte ha invitato il ministro Fontana a indicare un proprio nominativo tra i componenti della commissione. Stiamo ancora attendendo la relativa indicazione. Queste polemiche sono davvero incomprensibili”. Lo scontro tra le due anime del governo, quella più liberal e quella più conservatrice, non accenna dunque a rientrare. Sembra anzi destinato ad incendiarsi nelle prossime settimane quando il presidente della Camera Roberto Fico organizzerà a Montecitorio “sull’evoluzione della famiglia, sulle famiglie arcobaleno e per ascoltare le esigenze di tutti” e il gruppo parlamentare pentastellato chiederà di calendarizzare un progetto di legge che prevede da sei mesi fino a 4 anni di carcere per chi commette violenza o istiga atti violenti fondati sull'omofobia o la transfobia.
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(O La ramanzina di Conte a Salvini: i ministri stiano di più al ministero e si rimbocchino le maniche, o si fa solo confusione)
Matteo Salvini attacca dal forum delle famiglie il sottosegretario pentastellato alle Pari Opportunità: “Medioevo? Pensi piuttosto alle adozioni”. Ma la delega è del leghista Lorenzo Fontana, che accusa il premier: “Ha nominato da solo i membri della Commissione adozioni internazionali, ho rimesso la delega un mese fa”. Conte fa la ramanzina ai ministri: “Stiano di più al ministero e si rimbocchino le maniche o si fa solo confusione”.