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Ecco come il governo intende correggere il mercato di bonus edilizi, "la più grossa truffa alla Repubblica"

Tutti i dati delle relazioni di Guardia di finanza e Agenzie delle entrate. Il problema non è solo il Superbonus ma tutto l’insieme dei bonus. Maggiori controlli, limitazioni e tracciamenti. Tutto nell’interesse delle aziende oneste che vogliono laborare. Draghi: “Il nostro obiettivo è far funzionare questi meccanismi”. Fuori regola 90 cantieri su 100

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
(Ansa)
(Ansa)

Nessun vuole buttare il bambino con l’acqua sporca. Però l’acqua sporca c’è  e va isolata e fatta sparire. La storia dei bonus edilizi è quella di una buona idea realizzata però male. O meglio, doveva e può ancora essere realizzata molto meglio. Evitando non solo le truffe ma anche la tragedia di decine di morti che ormai caratterizzano il boom dei cantieri figli dei bonus edilizi. “Il governo - ha precisato Draghi nella conferenza stampa di venerdì - vuole che il meccanismo funzioni e quindi i vari correttivi a cui ha accennato il Ministro dovrebbero trovare posto in un emendamento su cui sta lavorando il Ministero dell'Economia insieme al Parlamento”.

"Una truffa clamorosa"

La denuncia di Draghi e del ministro Franco (“la truffa più clamorosa della storia della repubblica”) ha aperto una nuova tensione nella maggioranza. I 5 Stelle, che ai tempi dei governi Conte si intestarono la misura (proprio loro, alla faccia del purismo etico e pragmatico) hanno accusato premier e ministro di aver “mentito”. A loro volta, premier e ministro L’ex sottosegretario alla Presidenza nel Conte 1 Riccardo Fraccaro, persona quindi bene informata sui fatti visto che fu tra coloro che scrissero la norma, ha precisato ieri che “le truffe attribuibili al Superbonus del 110% valgono circa 180 milioni, il 3% di quei quattro miliardi calcolati dalla  Guardia di finanza in capo però a tutti i bonus edilizi messi in campo in questi anni”.
Ora però il tema è che le truffe, che comunque ci sono e sono ai danni dello Stato e dei cittadini che potrebbero beneficiare di quei soldi ad esempio per calmierare il caro energia, devono essere impedite. "Per inciso - ha puntato il dito Draghi - alcuni di quelli che più tuonano oggi sul fatto che le frodi non contano e bisogna andare avanti lo stesso, alcuni di loro sono quelli che hanno scritto questa legge e costruito un sistema senza prevedere controlli”.

Le audizioni di GdF e Agenzia delle entrate

Il dossier bonus edilizi è una di quelle matasse di cui ormai non s’intravede più né l’inizio né la fine. In due diverse audizioni al Senato, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate hanno fotografato pochi giorni fa la situazione fino al 31 dicembre 2021. Qualche anticipazione era già arrivata sulla scrivania del premier prima della “famosa” conferenza stampa di fine anno quando il premier già mostrò tutto il suo disappunto per una norma che stava diventando un clamoroso alibi per le frodi. I problemi riguardano soprattutto “la cessione dei bonus edilizi”, la  possibilità cioè di cedere i crediti fiscali relativi ai vari bonus edilizi. Nel  2020 questa possibilità è diventata pressoché illimitata: “Senza limiti nel numero dei passaggi - ha spiegato la Finanza - estesa a tutte le tipologie di lavori edilizi e senza presidi di garanzia, quali potevano essere i visti di conformità o le asseverazioni”. Questa situazione di fatto “ha trasformato i crediti di imposta in una sorta di moneta fiscale. Si è creato un mercato dei crediti fiscali non regolamentato nel quale il collegamento con i lavori edilizi su cui questi crediti nascevano è diventato via via più labile e in alcuni casi è stato del tutto assente”.

I numeri

Qualche numero: al 31 dicembre scorso, le cessioni di credito relative alla totalità di bonus edilizi comunicati all'Agenzia delle Entrate erano 4,8 milioni, per un controvalore di circa 38 miliardi di euro. “Un giro di soldi enorme, per lo più dello Stato, nei fatti senza strumenti di verifica” ha osservato l’Agenzia delle entrate che ha generato “false certificazioni fiscali”.  Cosa che ha fatto sì che “questa moneta potesse circolare molto facilmente e altrettanto facilmente potesse essere falsificata”. Le cessioni di bonus edilizi intercettate dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza come sospette ammontano a oltre 4 miliardi; di questi, 2,3 miliardi sono già stati oggetto di sequestro giudiziario. Una quota significativa di questi 2,3 miliardi, circa un miliardo e mezzo, è già stata incassata. : Ci sono indagini in corso delle Procure di Roma, Napoli, Rimini, Treviso, Foggia, Perugia e Brescia. In queste città le indagini sono molto avanti, ci sono stati sequestri e i lavori sono fermi. Sappiamo che ci sono altre indagini: una volta scoperto il meccanismo, la Guardia di finanza interviene a colpo sicuro.
Per essere precisi, va detto che i numeri - destinati a crescere - di questa mega truffa riguardano tutti i bonus: il 46 per cento il bonus facciate; il 34% per l’ecobonus; per l’8% il bonus locazioni/botteghe e ancora per l’8% il sisma bonus. Il Superbonus è coinvolto al momento per una fetta minore pari al 3%. E’ questa generalizzazione che ha fatto arrabbiare i 5 Stelle. Lacrime di coccodrillo visto che tutta la politica dei bonus edili ha avuto tra i primi sponsor proprio il partito della legalità.

I correttivi del governo

Il governo Draghi giura a metà febbraio 2021. La prima emergenza è la pandemia. Quando c’è tempo di respirare e mettere le mani e la testa su altro, è ormai estate. A quel punto il Mef comincia a cercare di capire cosa fare. A novembre i primi interventi con l’obiettivo di riportare tutto il contesto ad una normalità e trasparenza. La somma delle due cose - inchieste della magistratura e più controlli - a  ha prodotto lo stop di molti cantieri e, di conseguenza, di centinaia di imprese e operai. Da qui il rischio di “crisi”  anche sul settore edilizio che nel 2021 ha contribuito per l’1 per cento alla crescita del 6,5%.

“I primi di novembre - ha spiegato il ministro Franco venerdì in conferenza stampa - abbiamo introdotto il visto di conformità e la asseverazione della congruità dei prezzi anche per i bonus diversi dal 110%. Sempre a novembre abbiamo dato all'Agenzia delle Entrate dei poteri di controllo ex ante: l'Agenzia ha 5 giorni per verificare la “bontà” della segnalazione che riceve. Con il decreto n. 4 di quest'anno siamo intervenuti sul numero delle cessioni, perché la cosa che è emersa anche delle indagini è che il susseguirsi di cessioni, in cui i crediti fiscali vengono impacchettati/spacchettati, fa sì che col passare delle cessioni si perde qualsiasi possibilità di ricostruire sul momento la situazione. Quindi siamo intervenuti limitando il numero delle cessioni”. Sono allo studio altre misure, ad esempio “tracciare meglio le singole operazioni attribuendo un codice ad ogni operazione”: si pala di una sorta di bollino antitruffa per risalire alla prima cessione del credito. . Tutto questo, hanno ribadito premier e ministro, “per far ripartire il mercato in sicurezza  e con le necessarie certezze per tutti gli operatori”.
Il nuovo correttivo sulla cessione dei crediti - che dovrebbe tornare multipla ma sarà “perimetrata” come ha chiesto esplicitamente in audizione anche la Guardia di Finanza, per “minimizzare il rischio frodi” e “rafforzare la tutela delle imprese oneste” - potrebbe arrivare come emendamento già al decreto Milleproroghe.

E poi la sicurezza

In questa terra di nessuno dove ciascuno può fare quello che gli pare che sono stati, almeno finora, i bonus edilizi c’è da aggiungere un altro aspetto di cui si parla poco e che non è stato oggetto delle rimostranze dei partiti preoccupati di far ripartire in fretta i cantieri. Solo per gli Ecobonus sono irregolari 90 cantieri su cento. Chiunque può diventare impresa edile, anche se non ha mai fatto questo mestiere: basta registrare il numero di Partita Iva (nuovo o già esistente), depositare la firma digitale e il codice Ateco corretto e si diventa imprenditori edili. Il tutto richiede circa un’ora di tempo, ha costi vivi che vanno da zero a 35 euro, e si è subito operativi e pronti ad entrare nel ricco mercato dei bonus edilizi. Non serve avere un numero minimo di dipendenti (spesso le nuove aziende ne hanno zero) e neppure una sorta di curriculum delle opere svolte. Grazie a questa sburocratizzazione, da giugno 2021 sono nate 64 nuove imprese edili al giorno. Spesso però il personale, gli operai, vengono presi a cottimo, anche loro senza esperienza. Il risultato è che nel ultimi quattro mesi gli incidenti nei cantiere edili sul lavoro sono aumentati del 30%. Sulla qualità dei lavori, è ancora presto per dirlo.

Governo al lavoro contro caro bollette e aiuti

A Palazzo Chigi e al Mef è un week end di lavoro. Gli occhi sono tutti puntati sulla crisi Ucraina che, qualora degenerasse,  renderebbe ancora più complicata la situazione sul fronte del caro energia e dell’aumento dei costi delle bollette che stanno mandando in crisi molte aziende. Qualcuna è a rischio chiusura. Draghi e ministro Franco vogliono chiudere al più presto il nuovo pacchetto di misure. L'obiettivo è quantomeno replicare l'intervento del primo trimestre (5,5 miliardi) e se possibile fare qualcosa di più. Si parte da una dote di circa 4 miliardi tra stretta sugli extraprofitti degli impianti a rinnovabili (circa 1,5 miliardi) e destinazione per intero a calmierare i prezzi di luce e gas delle aste di CO2. Qualche margine si potrebbe ricavare, a saldi invariati, dai risultati del 2021 superiori alle aspettative sia sul fronte della crescita (+6,5% contro la stima di un +6%), sia sul fronte del debito, che scende più velocemente del previsto e si dovrebbe attestare, come ha annunciato il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, attorno al 150%, circa tre punti sotto le previsioni. Poi ci sono una serie di interventi di tipo strutturale, ad esempio l’aumento fino al raddoppio dell’estrazione di gas italiano. Dal attuali i 3,2 miliardi di metri cubi estratti dai giacimenti italiani passare a circa 7-8, per coprire circa il 10% del consumo nazionale (nel 2021 circa 72 miliardi di metri cubi). Il conto per le imprese è già salito da 9 a 37 miliardi, con aumenti del 660% del prezzo del gas a gennaio rispetto a due anni fa. Si pensa così anche ad uno stock di energia a prezzo calmierato. E vedremo, anche qui, quali e quanti bandierine vorranno alzare i vari partiti.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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