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E adesso il generale scrittore e anche un po’ “razzista” fa litigare la destra. E la maggioranza

Forza Nuova candida Vannacci alla Camera. Lui si schernisce e dice di no. E però ringrazia. Scontro tra Donzelli e Sgarbi contro la decisone di Crosetto di destituire Vannacci: così è “umiliato”

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
Il generale Roberto Vannacci
Il generale Roberto Vannacci (Foto Ansa)

In un paese normale, se afflitto da prezzi impazziti e disuguaglianze non più sopportabili, la faccenda sarebbe già stata liquidita e riposta dove deve stare: nel cassetto delle cose inutili destinate al bidone dell’indifferenziato. Poichè, invece, il "caso letterario” del generale Roberto Vannacci fa addirittura litigare il principale partito di maggioranza e di governo, tocca occuparsene. Così  mentre sui social vola l'hashtag #IostoconVannacci e molti difendono il generale per le frasi omofobe, sessiste e razziste scritte nel suo libro “Il mondo al contrario”, il ministro della Difesa Guido Crosetto che lo ha rimosso dall’incarico si trova al centro di polemiche e malumori anche nel centrodestra. La decisione del ministro delle Difesa risale al 18 agosto: Vannacci deve lasciare il prestigioso - ma assai poco operativo - comando dell’Istituto geografico militare di Firenze ed è a disposizione dello Stato maggiore.

Le tesi del generale

Intanto da due giorni fa interviste, rivendica la libertà di parola e di opinione (“garantite dalla Costituzione”), non commenta la decisione di Crosetto (“lo farò e se e quando nelle sedi opportune”) conferma il contenuto della sua opera: i gay “non sono normali”, Paola Egonu “non ha i caratteri dell’italianità” e via di questo passo scomodando paradossi che sfidano la logica. Ad esempio: “Sul profilo Wikipedia di Paola Egonu c’è scritto che è nata da genitori di origine nigeriana; nei profili delle sue colleghe in azzurro non c’è riferimento alle loro origini. Questo semplicemente perché il colore della pelle di Egonu non la individua immediatamente come italiana, posto che da migliaia di anni lo stereotipo dell'italiano è quello di un individuo bianco. Ma tutto questo non significa essere razzisti”. Follie su cui non si direbbe perdere tempo. Anzi: “Farneticazioni” come le ha definite Crosetto tanto che lo ha destituito. E invece animano il dibattito politico. L’uomo partito di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha difeso la “libertà di pensiero e di parola del generale” e non la decisione del ministro. Se e quando Donzelli parla, possiamo essere certi che la sua è la linea di Fratelli d’Italia. Di cui però fa parte anche il ministro della Difesa Guido Crosetto.  Ieri un nome del calibro di Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, è andato oltre e ha difeso a spada tratta il militare: “E’ stato umiliato”.

Sgarbi e Donzelli contro … Crosetto

Un battibecco di cui conviene dar conto nei dettagli per capire a chi punto si può arrivare. Crosetto tiene il punto sulla gestione del caso: dopo aver avviato le verifiche sul comportamento del militare, il ministro risponde via social a chi lo attacca da sinistra e da destra. “Se Vannacci avesse scritto un libro sostenendo tesi opposte a quelle che sostiene in questo, io mi sarei comportato esattamente allo stesso modo, da ministro. Chi mi attacca, da una parte o dall'altra, si sarebbe comportato all’opposto. Sì, siamo diversi, e molto”. Si perchè va detto che in questa congerie di mezzo agosto non solo da destra ma anche da sinistra-sinistra difendono Vannacci e attaccano Crosetto. Il comunista Marco Rizzo, ad esempio, sospetta che il generale sia stato rimosso adesso con la scusa del libro perchè in realtà portano la sua firma ben due denunce sull’uranio impoverito.

Il critico d’arte

Con Vannacci si schiera appunto Vittorio Sgarbi che parla a nuora (alle opposizioni) perché suocera (cioè Crosetto) intenda. “Ogni posizione e ogni libertà garantita dalla Costituzione - dice il sottosegretario - non può essere censurata. Il pensiero progressista non può autoritariamente mortificare e spegnere il pensiero conservatore. Dopo il trattamento subito il generale Vannacci potrà ancora scrivere e parlare o dovrà essere umiliato dalla dittatura della minoranza attraverso l'autorità dello Stato? Questo è regime”.

Aggiunge , Sgarbi, che “nella garanzia dei diritti non ci sono gerarchie. Abbiamo visto che è riconosciuto legittimo dai vertici dell'Esercito il matrimonio di due persone dello stesso sesso. E’ un affare privato ma si consente che l'unione si compia in divisa. Non lo discutiamo ma, parimenti, dev’essere consentito di scrivere le proprie idee, tra l’altro legate a profondi principi cristiani senza patire sanzioni. In caso contrario - ha aggiunto il critico d’arte - non si fa altro che confermare le idee e i pensieri che si intende punire”. Ma Sgarbi confonde volutamente i piani.  Il principio in base al quale il ministro ha sollevato dall’incarico il generale è che un uomo in divisa, nell’esercizio delle sue funzioni che sono, in sintesi, la tutela e l’incolumità degli individui e la sicurezza del Paese, dividere l’umanità in categorie superiori e inferiori, normali e anormali,  è discriminatorio e contrario al giuramento prestato. Contro il dettato della nostra Carta.

E intanto fioccano candidature

Intanto già ieri è successo ciò che molti colleghi di Vannacci, anche di altre forze militari e non, erano sicuri che sarebbe successo. Magari non così presto. Forza Nuova ha offerto al generale il seggio del senato nel collegio di Monza. Roberto Fiore ha lanciato sui social network la sua offerta: “Nella speranza che sia contro la guerra, e contro la follia vaccinale, chiedo a Roberto Vannacci di presentarsi, per Forza Nuova, alle elezioni suppletive di Monza. Un atto di coraggio che lombardi e italiani apprezzerebbero. Gli italiani vogliono una Rivoluzione Italiana”. Vannacci ha rifiutato e ha ringraziato compiaciuto. “Faccio il soldato e voglio continuare a fare il soldato - ha detto parlando con l’Ansa -. Ringrazio sempre chi mi esprime fiducia e lo faccio anche nei confronti di un partito politico, di qualsiasi partito politico. Tuttavia continuerò a fare il soldato e non ho fatto progetti per altre attività. È chiaro che le offerte che si ricevono, in qualsiasi ambito, sono dimostrazioni di fiducia, perciò ogni volta ringrazio per la fiducia che mi viene data”. Molti scommettono che le offerte torneranno. Ne arriveranno di altre. 

Lo scontro con il Pd

Sulla vicenda si accende il confronto fra Fratelli d'Italia e il Pd. Che mette in campo la segretaria. “La nostra costituzione non mette tutte le opinioni sullo stesso piano - ha sottolineato Elly Schlien - non garantisce libertà a chi vuole negare diritto di espressione a gruppi di persone”. E il deputato Alessandro Zan, che nella segreteria ha la delega sui diritti: “A tutti quelli che mugugnano che in Italia c’è la libertà di pensiero e va rispettata, rispondo: è vero, in democrazia hanno diritto di cittadinanza tutte le idee, Eccetto quelle che, se si affermassero, negherebbero ad altre idee o persone il diritto di esistere”.  A stretto giro è arrivata la replica di Donzelli:  “Zan mi dispiace avvertirla che nella Costituzione non c’è scritto che spetta a lei o al Pd il compito di stabilire cosa può essere scritto e detto. Difficile da capire? Il giorno in cui smetterete di insultarci ci chiederemo cosa abbiamo sbagliato”.

Nel suo libro il generale Vannacci cita anche Claudia Fusani

Nota a margine

Il generale dedica ben due citazioni alla sottoscritta nel suo libro. In una si parla di flussi migratori. Nell’altra di legittima difesa. Non ho guardato bene, per cui non escludo che ce ne siano altre.  In entrambi i casi usa in modo distorto, fuori contesto, parziale e banalizza concetti che rivendico e ripeto da sempre. Ad esempio che le migrazioni sono fenomeni antichi quanto l’uomo e inarrestabili, nessuno può impedirle, è un dovere oltre che una risorsa gestirle. Di sicuro nessuno può alzare muri, meno che mai navali come dimostrano questi dieci mesi di governo. L’altro contesto in cui vengo citata - sempre con sarcasmo e quel disprezzo tipico di chi non fa neppure lo sforzo di ascoltare le opinioni degli altri - riguarda la legittima difesa. Il generale, ovviamente, è per l’uso libero e totale delle armi. Difendere se stessi e le proprie abitazioni è necessario. Sparare no. Avere un’arma ancora meno. Ci sta arrivando anche il congresso Usa. Pardon, il presidente Biden che ad un anno dal voto si dimostra, con questa proposta, quanto meno assai coraggioso.

Banale, scontato, impreciso quindi pericoloso proprio perchè scritto da un uomo in divisa: basterebbe questo per chiudere ora e per sempre ogni dibattito sul generale e il suo discutibile libro. Invece no. La domanda, quella vera da farsi, è se uno o due anni fa, con un altro governo e un altro vento, questo signore avrebbe pubblicato le sue fatiche letterarie. La risposta è no. E non perchè manca la libertà di pensiero e di critica. Ma perchè certi limiti non sarebbero stati sdoganati.

 

 

 

 

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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